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Pronta a sbarcare sulla luna la prima navicella spaziale privata. È…

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missione Beresheet

Pronta a sbarcare sulla luna la prima navicella spaziale privata. È israeliana

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Come dice Shakespeare «Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, di quanto sogni la tua filosofia» e oggi siamo tutti, e tutte, un po’ Orazio. Non abbiamo ancora digerito la immagine storica dei dintorni di un buco nero nella galassia M87 che ci arriva fra capo e collo un altro avvenimento, diversissimo ma altrettanto storico.

Alle 21 circa dell’11 aprile, arriverà sul suolo lunare, con il cosiddetto touch down il momento del contatto, la prima sonda spaziale privata: Beresheet.
Fino ad ora c’erano arrivati gli americani, i sovietici, ora russi, e i cinesi. Con questa missione, del tutto inattesa fino a quattro anni fa, gli israeliani conquistano un ottimo quarto posto.

Ma la vera singolarità è che non si tratta di una navicella spaziale “statale” diciamo così, ma di una associazione fra imprese di quel Paese e la SpaceIL, con la consulenza anche dell’Agenzia spaziale israeliana.

Impresa quindi quanto mai interessante, proprio perché privata. La navicella stessa è stata portata perfettamente fino all’orbita attorno alla Luna da un razzo vettore di Space X, dell’ormai onnipresente presente Elon Musk, ed è una missione a basso prezzo, solo 100 milioni, veramente poco per arrivare fino al nostro satellite rispetto ai costi cui siamo abituati. Il nome della navicella, Beresheet, ha un sapore decisamente biblico, che incute un po’ di timore e rispetto: l’inizio, le origini potremmo tradurre in italiano.

Quello che succederà sarà molto semplice da descrivere ma complicato da fare: la navetta, che è già dalle parti della Luna, cambierà rotta per arrivare infine nella zona accuratamente scelta per garantire massima possibilità di riuscita. A cinque metri dal suolo spegnerà il motore e, attratto dalla ridotta gravità lunare, circa un sesto di quella della Terra, tenterà un allunaggio morbido. In tutto saranno 20 minuti e potremo vedere la discesa addirittura in diretta, grazie alle notevoli capacità di trasmissione dallo spazio che hanno le industrie israeliane, fra i leader in questo campo.

C’è anche qualche esperimento a bordo di Beresheet, per esempio per la misura del campo magnetico lunare, ma il vero risultato è il fatto che sia arrivata fino alla Luna.

In effetti il progetto complessivo della SpaceIL, che da noi sarebbe una sorta di onlus, va parecchio al di là del solo, ma di per sé già importantissimo, risultato di arrivare e scendere sulla Luna. L’obiettivo è anche, verrebbe da dire soprattutto, quella di motivare le prossime generazioni di israeliani, e non solo, alle discipline Stem, scienze, ingegneria, matematica e ispirarle a nuove importanti missioni in futuro. C’è uno sforzo in questo senso e il progetto ha prodotto anche un sito web per ragazzi e vari libretti sullo spazio, tutto in lingua ebraica però e quindi poco fruibili dai non israeliani, purtroppo.

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