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La pala che genera energia dal vento, adattandosi anche all’acqua

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next energy di terna

La pala che genera energia dal vento, adattandosi anche all’acqua

È naturale aspettarsi che da qui a dieci anni il settore dell'energia subisca notevoli cambiamenti. Lo pretende, in primis, la decarbonizzazione che il nostro Paese deve rispettare. Ma ci sono aspetti tecnologici e sociali che stanno facendo il resto. Alta, quindi, l'attenzione di una realtà come Terna che da tre anni a questa parte fa scouting organizzando un contest per valutare e «accedere a progetti innovativi in grado di supportare questa fase di transizione energetica, attraverso soluzioni frutto della sinergia tra aziende, startup e mondo accademico». Le parole sono di Catia Bastioli che, come presidente di Terna, ha presieduto la giuria del terzo Next Energy, programma promosso in collaborazione con Fondazione Cariplo e Cariplo Factory per valorizzare startup e giovani neolaureati e sostenere lo sviluppo di progetti innovativi attinenti allo sviluppo del sistema energetico.

I partecipanti alla fase finale di Next Energy con al centro il presidente di Terna, Catia Bastioli

«Un'energia circolare, naturale e non lineare – è l'idea che rincorre Bastioli – che non deve dissipare le risorse e nello stesso tempo deve essere in grado di connettere territori, economia e società».

Windcity, vincitore di Next Energy2019, sembra rispondere in pieno a questo modello. Il nome dell'azienda, in realtà, non rende giustizia alla soluzione vincitrice. Pensare a una mini turbina che genera energia da vento è limitante. Windcity, infatti, ha sviluppato e sta già implementando V-Stream, una pala a geometria variabile che genera energia in maniera auto-adattiva da vento, certo, ma anche da acqua.

Come spiega Tommaso Morbiato, R&D Head, Ceo e fondatore di WindCity: «L'idea nasce certamente dal fluido più leggero, il vento, il primo cui ci siamo dedicati per vicinanza e relativa “semplicità” operativa. Poi, però, per trasferimento di tecnologia, siamo arrivati naturalmente all'acqua perché la stessa turbina grande circa 2x1,5 metri partendo dai 2 kW del vento, può produrre fino a 10 volte di più in acqua. Questo grazie alla similitudine dinamica tra i due mondi».

È il mercato dell'idrocinetico a fare la differenza? «Il mondo – risponde Morbiato - guarda oggi con grande speranza alla “crescita dell'energia blu” portata dall'utilizzo responsabile delle grandi masse d'acqua in movimento che caratterizzano il nostro Pianeta». L'adattabilità del modello di Windcity piace: convivenza di più tecnologie e apertura a più territori completano la bontà dell'idea vincitrice di Next Energy.

«Dobbiamo portare le piccole turbine eoliche fino sui tetti – spiega il Ceo - con una tecnologia di connessione agli edifici che sia allo stesso tempo economica, sicura e confortevole. Stiamo studiando un'elettronica di potenza che sia il più possibile integrata con quanto il mercato già offre, in modo che l'utente possa, per esempio, utilizzare gli inverter che ha già installato per le stringhe di fotovoltaico».

Il team di Windcity, al pari degli altri nove che hanno partecipato alla selezione finale in Cariplo Factory, ha già avuto l'opportunità di accedere a un percorso di incubazione della durata di 2 mesi. Ora la giovane startup veneto/trentina (la sede è in Manifatture di Rovereto) si porta a casa anche un voucher di 50mila euro in servizi. Ben 136 neolaureati, 100 start up: sono questi i numeri dei partecipanti alla terza edizione di Next Energy. La prossima call dovrebbe essere pubblicata attorno a novembre.

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