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Esame dei nei sospetti: in soli 10 minuti e senza bisturi

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Esame dei nei sospetti: in soli 10 minuti e senza bisturi

(AdobeStock)
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La dermatologia cambia pelle. Grazie a innovative tecniche diagnostiche e a farmaci di nuova generazione «la nostra specialità sta vivendo un momento rivoluzionario che negli ultimi 20 anni hanno radicalmente cambiato l’approccio alle malattie della pelle» premette Piergiacomo Calzavara-Pinton, presidente della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (SIDeMaST) alla viglia del XXIV Congresso mondiale di dermatologia, che si svolgerà a Milano dal 10 al 15 giugno.

Con 15 milioni di italiani, circa il 25% della popolazione, che soffrono di malattie cutanee(se ne contano 3000 tra infiammatorie, autoimmuni, allergiche, degenerative, tumorali e infettive, questa branca della medicina sta diventando l’apripista di innovazioni.

«Le biotecnologie – sottolinea Ketty Peris, consigliere SIDeMaST e segretario del XXIV Congresso mondiale di dermatologia - hanno rivoluzionato le terapie delle malattie infiammatorie. La psoriasi da tempo viene curata con numerosi farmaci biologici efficaci, ora anche la terapia della dermatite atopica include una varietà di farmaci biotecnologici che spaziano dagli anticorpi monoclonali alle small molecules».

«Un tempo – continua Peris - questi pazienti, sapendo che non erano disponibili terapie realmente efficaci e che probabilmente non sarebbero riusciti a risolvere il loro problema, finivano con il rassegnarsi e non chiedevano più il consulto dal dermatologo, con una conseguente sottostima del numero dei casi. Ora alla luce dei progressi della terapia, aumentano il numero di visite e i casi diagnosticati, soprattutto nella dermatite atopica, in cui sappiamo che l'interazione fra genetica e ambiente gioca un ruolo importante».

E poi c’è il grande tema della prevenzione e della diagnosi precoce, come per esempio il controllo annuale dei nei per la prevenzione dei tumori cutanei. Anche in questo caso si sono messi a punto strumenti come la microscopia confocale (al momento disponibile nelle cliniche universitarie) che permette di diagnosticare in soli 10 minuti e senza biopsia una lesione maligna.

«Lo strumento viene agganciato alla pelle tramite un vetrino adesivo - spiega Caterina Longo, coordinatrice di uno studio volto a definire i criteri validi per individuare le lesioni maligne attraverso questa nuova tecnica e che si è svolto a livello internazionale e professore associato in Dermatologia e venereologia all'Università di Modena e Reggio Emilia - L'esame richiede circa 10 minuti e risulta indolore, non invasivo e ripetibile più volte. Il microscopio scansiona la cute a più livelli e consente di visualizzare le anomalie cellulari (alterazioni nella forma, cellule neoplastiche, infiammazione), le alterazioni microscopiche anche minime e tutte le anomalie nella struttura della cute che giustificano la rimozione di nei sospetti e dei tumori cosiddetti “non melanoma”.

«Dallo studio provengono risultati incoraggianti che consentono di prospettare una maggiore diffusione di una tecnica che apporta benefici enormi ai pazienti - commenta Giuseppe Argenziano, consigliere SIDeMaST e professore di Dermatologia all'Università della Campania Luigi Vanvitelli - Per individuare la presenza di una massa tumorale, non è più necessario asportare un frammento di tessuto e sottoporlo all’esame istologico. Il microscopio confocale agganciato alla pelle permette di scansionare tutti gli strati, dall'epidermide al derma superficiale e di individuare possibili anomalie. In questo caso, solo quando necessario, si procede con l’asportazione».

Una metodica che consente quindi con la massima precisione di risparmiare i tessuti sani limitrofi alla neoplasia e di ridurre in maniera importante tutti gli interventi non indispensabili. Un cambiamento di rotta notevole se si considera che fino a pochi anni era uso comune eliminare qualsiasi neo o lesione, anche solo sospetta.

«È questa la strada del futuro - conclude Argenziano - Non è così difficile pensare che questa metodica confocale possa estendersi anche ad altri tipologie di tessuti».

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