Per tutti è la criptovaluta di Facebook, ma tecnicamente non lo è. A gestire la blockchain che garantirà il funzionamento di Libra c’è infatti un gruppo di 28 aziende, associazioni e istituzioni accademiche, tra cui figura anche Facebook. La Libra Association sarà così incaricata di gestire la riserva a cui sarà agganciato il valore della criptovaluta, garantendone una maggior stabilità rispetto a quella che ha caratterizzato le criptovalute in generale. Ma non solo. Ai “membri fondatori” della blockchain potranno aggiungersi altri attori che aderiranno al progetto, investendo 10 milioni di dollari per poter dire la loro nella gestione e nello sviluppo futuro della piattaforma.
Tra i soggetti che sono saltati sul carro di Libra ci sono attori primari del comparto finanziario: i due maggiori circuiti di carte di credito, Mastercard e Visa, e due player innovativi come Stripe e PayU, il braccio fintech di Naspers. A questi si aggiungono due operaotri telecom - Vodafone e Iliad - e un folto gruppo di aziende tecnologiche consumer, tra cui Uber, Booking, Lyft, eBay, Spotify. Nell’elenco figurano anche venture capital del calibro di Union Square Ventures e Andreessen Horowitz e campioni del mondo blockchain, tra cui exchange noti come Coinbase e Xapo.
Tra i membri figura anche Facebook con la sua nuova divisione Calibra, incaricata di creare servizi finanziari che possano nascere dalla piattaforma di Libra. In particolare Facebook è la prima ad aver annunciato un wallet digitale, lo strumento per l’utilizzo semplice e alla portata di tutti della rete di Libra, per fare pagamenti istantanei, alla stregua dell’invio di un messaggio o una foto.
Anche gli altri membri dell’associazione potranno fare altrettanto e costruire sistemi di pagamento o altri servizi sulla blockchain di Libra. Alcuni di loro, come Coinbase e Xapo, potranno essere coinvolti in qualità di exchange ufficiali per la nuova criptovaluta, che potrà beneficiare della stabilità garantita dalla copertura di asset fisici fatti di valute e di titoli di debito a breve.
L’associazione diventa anche una modalità per evitare polemiche sull’estensione del potere di Facebook su una nuova massa di dati finanziari. E sul controllo dell’intero sistema della nuova criptovaluta, ben diverso da quello decentralizzato che caratterizza bitcoin. Ma Facebook mette in chiaro che entro cinque anni l’associazione troverà le soluzioni tecnologiche adeguate per far diventare il sistema permissionless, davvero decentralizzato, sul modello di bitcoin.
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