«Le tecnologie dipendono dall’umano, saranno quello che noi vogliamo oggi che siano domani. Per questo è fondamentale oggi più che mai conquistare la fiducia delle persone spiegando il significato e il ruolo della tecnologia e cercando di governarne i bias». Non ha dubbi Ginni Rometty, presidente e Ceo di Ibm, intervenuta in occasione dell’inaugurazione degli Ibm Studios, nel pieno dell’area di Porta Nuova a Milano. «In questo nuovo mondo - ha proseguito parlando a una platea di manager di primo piano - la formazione diventa cruciale: ma quello che deve essere chiaro è che, per affrontare una realtà in continua evoluzione, le aziende non devono cercare tanto le competente di per se stesse, quanto la propensione a imparare dei ragazzi».
Nel Pavillon, l’edificio basso ex-UniCredit che delimita piazza Gae Aulenti sul lato verso il parco della “Biblioteca degli alberi”, Ibm ha inaugurato un centro in cui far toccare con mano le tecnologie di frontiera, dal cloud all’intelligenza artificiale, dalla blockchain alla cybersecurity, tutti quegli ambiti che saranno protagonisti della trasformazione digitale di domani: «Deve essere un laboratorio di respiro internazionale dove le tecnologie si incontrano con i partner e i clienti, ma che possa trasformarsi in un luogo del sapere sul modello leonardesco, che coniughi la tecnologia con la cultura e con la formazione», ha illustrato Enrico Cereda, presidente e ad di Ibm Italia, che ha fortemente voluto questo centro di eccellenza globale in Italia.
Al piano terreno dell’edificio la rassegna delle tecnologie diventa un’occasione di eventi per la collaborazione con l’università e il mondo culturale. Il primo piano è il “garage”, il luogo a disposizione del business per esplorare le potenzialità della tecnologia di frontiera, facendo scalare i progetti da proof of concept al livello industriale. Al livello ancora superiore ci sarà uno “strategy design lab”, dove si ragiona in termini di prospettive e competenze del futuro in chiave di digital reinvention.
Proprio nell’occasione dell’inaugurazione Ibm ha annunciato l’avvio del programma P-Tech in Italia, un piano formativo che punta a rispondere alla mancanza di competenze digitale oggi necessarie in tutti i settori, creando un collegamento diretto tra scuola secondaria, università e mondo del lavoro, concentrandosi in particolare in aree svantaggiate. A partire da settembre quattro istituti superiori di Taranto introdurranno il programma P-Tech in collaborazione con il Politecnico di Bari.
«Sappiamo che l’intelligenza artificiale, come tutte le altre tecnologie che hanno portato profonde trasformazioni, avrà un forte impatto sul lavoro e sulle professioni - ha aggiunto Rometty -. Solo attraverso programmi di formazione innovativi come P-Tech, che siamo orgogliosi di portare ora nelle scuole italiane di Taranto, possiamo assicurarci che nessuno venga lasciato indietro».
© Riproduzione riservata