Radicchio e anguilla a Treviso hanno un segreto comune. È il Sile, fiume di risorgiva nelle cui acque matura il radicchio rosso tardivo di Treviso e cresce un'anguilla dalle carni magre e gustose. Fra Castelfranco Veneto e Casier, nella cosiddetta Mezzaluna del Radicchio, per circa venti giorni i cespi sono lasciati a mollo nel Sile. Si chiama "forzatura", e fa crescere il fittone, la radice color bianco, e spuntare nuove foglie rosse, croccanti e amarognole.
Al Teatro dei Sapori di Castelfranco Veneto se ne può scoprire la versatilità: si va dal bauletto croccante di zucca con crema di radicchio al risotto al radicchio, dal cinghiale con radicchio scottadito per arrivare fino ai dolci con marmellata di radicchio. Qui si gusta anche il radicchio castellano, detto variegato, "forzato" in celle con temperatura e umidità controllata, che fanno le veci della stalla di un tempo: è ottimo con il salame scottadito. Questo locale fa parte del consorzio Ristoranti del radicchio e in febbraio propone menu a tema.
Mentre trevigiano e castellano si trovano freschi da ottobre a febbraio, il verdon "da corteo" piccolo e verde, che resta coperto tutto l'inverno con foglie autunnali, è a disposizione degli chef da febbraio ad aprile. Il tempio dell'anguilla del Sile è invece Righetto a Quinto di Treviso. Si va dal rotolino di anguilla al crostone con pâté d'anguilla, dal risotto d'anguilla all'anguilla fritta, in umido o ai ferri. Che si apprezzano al meglio se accompagnati da un Pinot Bianco del Piave o uno Chardonnay del Collio.
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