Arrivate il venerdì, con qualche ora ancora di sole. Molti dei Palazzi dei Rolli, dimore nobili dichiarate nel 2006 Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, sono infatti visitabili solo nei giorni feriali, quando gli uffici e le istituzioni che li occupano aprono i portoni. Si può iniziare visitando gli stucchi e la pietra rosa di Palazzo Carrega-Cataldi (al 4 di via Garibaldi), le terrazze di Palazzo Spinola Gambaro (al 2), cercando di sbirciare nel maggior numero di cortili e scaloni, terrazze e loggioni di via Garibaldi e strada Balbi, via San Luca e salita di San Francesco (info: visite guidate agenzia Girasole, tel. 010583388). Le magioni Unesco sono 42, ma i Rolli intatti sono un'ottantina. Un complesso ricco e armonioso, invisibile dal mare, che stregò Pieter Paul Rubens (che lo ritrasse in una serie di incisioni).
Notevole la storia dei Rolli. Siamo nel secolo di Genova, tra Sei e Settecento, quando, come spiegò lo storico francese Fernand Braudel, nasce il capitalismo. I liguri inventarono la Borsa, i prestiti internazionali, la Lira e… il turismo congressuale. I Rolli erano infatti residenze per il jet set. Parliamo di papi, principi, artisti in missione diplomatica o finanziaria in quella che veniva chiamata la New York barocca. I notabili genovesi facevano a gara per avere ospiti illustri. Questione di marketing. Così stiparono le case di affreschi e statue d'epoca, stoffe preziose e quadri alla moda, come quelli dei fiamminghi, allora di gran moda. I palazzi erano catalogati in base a dimensioni, finiture e comodità rare ai tempi come l'acqua calda. Si andava da quelli adatti a ospitare principi reali, a quelli per semplici ambasciatori. Infine, ospiti e dimore erano accoppiati per sorteggio grazie a dei rulli (da qui Rolli).
Il risultato si vede a Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi (al civico 18, 11 e 9 di via Garibaldi), i Musei di Strada Nuova aperti nel weekend. Nel primo, fra stucchi e volte affrescate, si affollano tele del Guercino e di Bernardo Strozzi, di Palma il Vecchio e del Veronese. Nel secondo i Filippino Lippi si alternano ai Van Dick, i Rubens ai Caravaggio. Il più spettacolare forse è però Palazzo Tursi, dove ammirare la Maddalena del Canova, la collezione di monete d'oro e il Guarnieri del Gesù, violino dalla voce profonda che Niccolò Paganini, genio genovese delle quattro corde, chiamava «il mio cannone».
Per completare il weekend da dogi, cena alle Terrazze di Palazzo Ducale, nella sede neoclassica del dogato, che tra mostre e tesori della stessa epoca ospita una nuova installazione multimediale interattiva incentrata sui Rolli, Viaggiatori di sguardo. Oppure a Palazzo Imperiale, in piazza del Campetto, dove si trova lo showroom di artigianato ligure Liguria Style e, sotto volte affrescate, il ristorante La Vigna Imperiale.
Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizziTutti gli altri weekend da sogno li trovate sul numero de I Viaggi del Sole in edicola
I palazzi di Genova. Informazioni utili
© Riproduzione riservata