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Andar per trattorie. Tra Umbria e Liguria

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Andar per trattorie. Tra Umbria e Liguria

Dolceacqua (foto Alamy)
Dolceacqua (foto Alamy)

La primavera ha inziato a regalare qualche giornata di sole. L'occasione ideale per muoversi fuori mano, alla scoperta dei luoghi tra i più incantevoli della nostra penisola. Con un obiettivo, gustare prelibatezze tradizionali in trattorie e ristorantini da non perdere.

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I SAPORI DEI BORGHI DELL'UMBRIA
Si parte dalle dolci colline umbre, approfittando di una gita a Orvieto per provare, a soli 4 km di distanza, le specialità del Girarrosto del Buongustaio, che troneggia su una curva della strada che porta da Orvieto al lago di Bolsena e offre dall'ampia terrazza un bel panorama con vista duomo. Gestione familiare per una cucina tradizionale ma con proposte innovative, carne come protagonista del menu (soprattutto il maiale cinturello orvietano) ma anche molte verdure: per iniziare, affettati misti, crostini di fegato d'oca e ottimi fritti di verdure. Tra i gustosissimi primi, tortelloni ripieni di radicchio, gnocchi al ragù di agnello, ombricelli alle zucchine e ricotta salata. E poi maiale, agnello, coniglio e pollo per secondo. La sera si può optare anche per la pizza.

Nella magnifica piazza centrale di uno dei borghi più incantevoli dell'Umbria, Montefalco, si affaccia L'Alchimista, un'enoteca con cucina assolutamente da visitare. Oltre ai salumi e formaggi locali, si servono tra gli antipasti verdure in insalata con legumi e pecorino e la famosa "barbozza", salume di guancia di maiale saltato nel Sagrantino. Paste e gnocchi fatti a mano per i primi piatti. Ottimi, quando la stagione lo consente, i condimenti a base di tartufo e speciale la carbonara al formaggio e zafferano della Valnerina. Secondo tipico del paese è la "padellaccia", spezzatino di maiale cotto con il Sagrantino, ma da provare anche la "porcaccia", bistecca impanata alle erbe. Vastissima, ovviamente, la scelta di vini.

CAREZZE AL PALATO, IN TOSCANA
Grandi sapori anche nella bella Toscana, regione ricca di bellezze artistiche e paesaggistiche. Tra una foto alle crete e una al duomo, tra una pieve e un museo, una carezza al palato ci sta sempre bene. Si può iniziare con una delle zone meno turistiche e paradossalmente più interessanti della regione, quella delle Colline metallifere, che interessa ben quattro province (la parte meridionale di Livorno e Pisa, la parte sud-occidentale di Siena e la parte a nord di Grosseto) e abbraccia comuni di grande interesse (Campiglia Marittima, Castelnuovo di Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Montieri, Massa Marittima, Roccastrada, Gavorrano, Scarlino...).

Nel cuore delle colline, in un vicolo del centro di quel gioiello medievale che è Massa Marittima, si trova Da Tronca, animata trattoria su due livelli, suggestivamente impreziosita da archi e travi a vista. Menu stagionale e legato ai prodotti del territorio: dagli antipasti toscani con salumi e crostini a primi tradizionali come acquacotta e pappardelle al cinghiale, ma anche originali come lasagne ai fiori di zucca. Molta selvaggina per secondo e per chi non ama la carne baccalà alla maremmana e sformati di verdure. Nel piacevole borgo di Monterotondo Marittimo merita una sosta Le Logge, osteria con prezzi decisamente contenuti e proposte interessanti legate alla tradizione gastronomica grossetana, ma esclusivamente di terra: antipasti tipici, tortelli maremmani fatti in casa, pappardelle al ragù di lepre, e poi bistecche di chianina, agnello, trippa.

In questa zona di panorami selvaggi, immerso in una fitta area boschiva, il ristorante La Boscaglia (che offre anche camere e una vasta scelta di prodotti locali da acquistare nell'adiacente Opificio), a Radicondoli, accoglie i visitatori in un'ampia sala con camino particolarmente apprezzabile d'inverno, mentre d'estate si può ammirare dalle finestre lo splendido contesto naturale. Calda gestione familiare, ottima pasta fatta in casa (condita con sughi di cacciagione ma anche con ricotta ed erbe), zuppe di legumi, carni e formaggi provenienti solo da produttori locali, frittatine e verdure biologiche. Nota di merito ai dolci, che sfruttano le ottime confetture provenienti dall'opificio (da non perdere quella di sambuco).

Un indirizzo particolarissimo è quello della Trattoria Bistro Dai Galli, a Ciciano, vicino Chiusdino, dove l'accoglienza dei proprietari e l'atmosfera calda faranno sentire a casa di amici. Qui le ricette della tradizione sono rivisitate con misurata fantasia. A partire dal pane (arricchito anche con uvetta e noci), tutto è preparato in casa: tra i primi, da consigliare la pasta agli spinaci con ripieno di gorgonzola, la zuppa di ceci e funghi, il risotto porri e salsiccia. Tra i secondi, non si può non menzionare il cavallo di battaglia del locale: il gallo sbronzo, cucinato con spezie e "ubriacato" con cognac e vino, oppure lo stracotto ai funghi o peposo di manzo al vino. Ottimi dolci casalinghi.

In provincia di Arezzo, due indirizzi eccellenti tra i tanti che la zona pure offre: nella piazza principale del centro storico di Marciano della Chiana, a pochi passi dalla porta principale del paese, l'Osteria La Vecchia Rota propone ricette contadine reinterpretate con grande sapienza e originalità: tra i primi, maccheroni con l'ocio al forno, gnudi di borragine e il piatto forte, le "pezze della nonna con pere incantate". Carni di chianina, fagianella in salsa d'agresto, coniglio e la rarissima trippa di maiale tra i secondi. Etichette locali e buon vino della casa. L'ideale sarebbe poi tornarci anche d'estate, e provate il piacere di cenare all'aperto sulla piazza.

Più a nord, a Bibbiena, un bel palazzo del centro storico ospita il Tirabusciò, per una cucina che sa sfruttare sapientemente le materie prime del territorio: prosciutto del Casentino per antipasto, tortelli di patate di Cetica al ragù di cinta senese, spaghetti di Gragnano con crema di ceci e baccalà, acquacotta di Moggiona come primi; maiale grigio del Casentino, guancia di chianina brasata, anatra al finocchietto selvatico tra i secondi. Eccellente e ricca cantina.

Ci si sposta poi a nord, in quel di Pistoia, provincia tra le meno "battute" della Toscana, per assaggiare le prelibatezze della BotteGaia, osteria in pieno centro, a due passi dalla piazza del Duomo. Il menu varia ogni settimana: ottimi flan e crostini tra gli antipasti, fettuccine ai porcini, maltagliati al ragù bianco, ravioli di ricotta e spinaci conditi con ragù di verdure come primi, baccalà con ceci, lampredotto alla fiorentina, agnello con carciofi e coniglio tra i secondi. Ottimi i vini.

Tra le molteplici proposte di Firenze, un suggerimento: in uno dei quartieri storici più interessanti e meno turistici della città, San Frediano, l'accogliente trattoria Al Tranvai propone in una simpatica saletta piatti tipici della cucina fiorentina: crostini con i fegatini e affettati misti per antipasto, ribollita e pappa al pomodoro come primo, lampredotto, trippa e peposo tra i secondi.

LIGURIA, SEMPLICITÀ E LEGGEREZZA IN CUCINA
Proseguendo verso nord alla scoperta dei sapori tipici delle gastronomie regionali italiane, si incontrano la semplicità e la leggerezza della cucina della Liguria. Appena si entra da sud nella regione, attraverso quella splendida porta d'ingresso che è la terra di Lunigiana, a un passo dalle mura del borgo medievale di Nicola, vicino Ortonovo, si trova Fiorella, accogliente osteria dalla quale si gode una spettacolare veduta della valle del fiume Magra, dalla Versilia alla piana di Luni. Ambiente estremamente semplice e privo di fronzoli. E una cucina indimenticabile: focacce e torte di verdura per iniziare, ma anche salumi e affettati locali. Celebri i "testaroli" conditi con olio parmigiano, oppure al pesto o ai funghi, lunette di zucchine, tagliolini verdure e funghi, quadrucci ai ceci come primi. Molta varietà di carni per secondo (ottimo il fritto misto di pollo, agnello, coniglio e verdure) e proposte di mare e piatti per celiaci.

Dall'altra parte della regione, quasi ai confini con la Francia, due indirizzi particolarissimi. A Isolabona, vicino alla più nota Dolceacqua, a 15 km da Ventimiglia, l'azienda agrituristica La Molinella con eccellente ristorante a conduzione familiare ma curatissimo nella qualità e nel servizio. D'estate si cena all'aperto circondati dal verde. Il menu è fisso e legato alle stagioni: brandacujon (stoccafisso alla ligure), barbagiuai (grandi ravioli fritti farcito con zucca, riso, fagioli e formaggio piccante, una ricetta della Val Nervia) polpo con fagioli bianchi di Pigna tra gli antipasti. Ma anche tagliatelle di farina di castagne e pesto, ravioli di borragine, gnocchi zucchine e zafferano tra i primi. Oppure lumache, coniglio alla ligure, capra e fagioli, polpo con zucchine trombette e dolci fatti in casa per chiudere in bellezza.

A Pigna, in piena Val di Nervia, bisogna provare la cucina dell'ottimo ristorante annesso all'albergo Terme, gestito dalla famiglia Lanteri. Dal tortino di porcini o di carciofi o di zucchine trombetta ai barbagiuai per antipasto; dalle tagliatelle al tocco di coniglio ai pansotti al sugo di noci, alla zuppa di maltagliati e fagioli bianchi di Pigna come primo; dal coniglio al Rossese e olive taggiasche allo stufato di capra e fagioli bianchi di Pigna o allo stoccafisso accomodato per secondo. Cantina molto ricca e possibilità di acquistare in loco fagioli di Pigna e olio.

Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi

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