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Trento, long weekend nella città-film

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Trento, long weekend nella città-film

Palazzo del Buonconsiglio (foto Fototeca Trentino S.p.A. / Gianni Zotta)
Palazzo del Buonconsiglio (foto Fototeca Trentino S.p.A. / Gianni Zotta)

L'appuntamento è di quelli da non perdere, dedicato agli amanti delle pellicole e delle vette più belle d'Italia e del mondo. Prende il via la nuova edizione del Trento Film festival, la maratona cinematografica dedicata ai lungometraggi di montagna, dal 29 aprile all'8 maggio. Tra anteprime, documentari in 3D, mostre e incontri, questa è l'occasione ideale per scoprire un'altra affascinante storia fatta d'immagini. Quella di Trento, sulle cui facciate è dipinto un passato che si dipana come un lungo film fatto di leggende e racconti mitologici.

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Far el giro al sas
. Così da cinquecento anni i trentini chiamano il passeggiare intorno a quel complesso di chiese e palazzi, compreso fra piazza Duomo e le vie Oriola, Oss Mazzurana, Manci, San Pietro, Calepina, Belenzani. È il cuore antico di Trento dove, ieri come oggi, si può camminare comodamente su grandi marciapiedi di pietra rosa lucidata. Un percorso unico da fare a piedi, con il naso all'insù, ammirando al meglio tutte quelle dimore dove il Rinascimento si è fuso in straordinaria armonia con Romanico, Medievale, Gotico e Barocco. In realtà Trento, "città bellissima" lo è fin dall'epoca romana, tanto che nel 46 d.C. l'imperatore Claudio la dichiara Splendidum Municipium. E splendida lo diventa davvero nel Cinquecento quando, sede del Concilio (1545-1563), su iniziativa del principe-vescovo Bernardo Clesio viene rifondata con gusto rinascimentale. A ricordare quel periodo di magnificenza visionaria rimangono oggi decine di palazzi nobiliari dalle facciate affrescate che, fiancheggiando le strade come quinte dipinte, sembrano marcare lo spazio di una rappresentazione teatrale. Un luogo di libertà degli artisti che qui vanteranno una gigantesca quadreria in eterna esposizione. Così Trento diventa una Città Dipinta. E lo storico giro al sas, che si dirama poi in fitti reticoli di vie, vicoli e piazze, è il modo migliore per scoprirla.

IL GENIO VISIONARIO DI MARCELLO FOGOLINO
Punto di partenza, piazza Duomo. Proprio di fronte al duecentesco Palazzo Pretorio, austero edificio a pianta quadrangolare in stile romanico, per secoli residenza dei principi-vescovi tridentini, si trovano le Case Cazuffi-Rella, con le pareti affrescate dal pittore veneto Marcello Fogolino che fu a Trento dal 1527 al 1549. Le due case gemelle sono le più celebri. E basta un'occhiata per capirne il motivo: quintessenza dell'allegorismo, esibiscono figure simboliche e geroglifici dove l'artista ha dipinto all'aperto storie e fantasie, dedicando la sua opera a chi passa per la via. Le scene sono quelle della mitologia greco-romana, dipinte secondo il gusto rinascimentale, i temi quelli classici del moralismo medievale: a fianco di Gerione, Diana, della dea Fortuna e di Damocle sono simboleggiati il Tempo, l'Esperienza, la Ricchezza, la Miseria e la Scala della Virtù.

Palazzo Balduini, di origine medievale, si trova sul lato ovest di piazza Duomo. A due piani, con portale e monofore gotiche, conserva la più antica decorazione esterna della città. La facciata è arricchita da larghi fregi con cornici di gusto rinascimentale che racchiudono colorati fogliami e motivi floreali. Proseguendo in via Belenzani, le dimore dipinte si sgranano una dopo l'altra. Il quattrocentesco Palazzo Geremia, dallo stile rinascimentale all'esterno e tardogotico all'interno, con una facciata stupendamente affrescata e appena restaurata, oggi ospita l'ufficio del sindaco ed eventi culturali. Accanto, Casa Alberti Colico, dall'affrescatura a pelte rosse e verdi. Entrate nel cortile: ha un porticato dalle colonne di pietra, una loggia e una meridiana affrescata del Settecento. Quindi il cinquecentesco Palazzo Thun, oggi sede del municipio, per 500 anni dimora principale di uno dei più potenti casati nobiliari tridentini: i Thun, originari della Val di Non, che riunirono in un unico complesso una serie di edifici preesistenti.

IL PALAZZO DEI DIAMANTI E QUELLO DEL DIAVOLO
Fregi floreali, medaglioni con profili classicheggianti, scene bibliche, nudi maschili attribuiti al pittore bresciano Lattanzio Gambara: tutto questo affollava la facciata del cinquecentesco Palazzo Cazuffi, in via Oss Mazzurana. Purtroppo la decorazione, danneggiata dal tempo, si vede appena, ma il massiccio edificio di tre piani ha mantenuto intatto l'aspetto rinascimentale. Dimora di Tommaso Cazuffi, console di Trento, è considerata una delle più eleganti della città. Sulla stessa via, al 63, si trova quello che i trentini battezzarono Palazzo dei Diamanti, per la sua facciata policroma rilucente di diamantini riflessi. Costruito nel 1515, Palazzo Tabarelli – questo il suo nome – è un magnifico edificio in stile rinascimentale veneziano a pilastri, colonne di marmo e medaglioni, dall'imponente facciata in bugnato di pietra bianca e rosa. In via Manci, l'antica Contrada Longa, al 5 c'è una dimora la cui storia i trentini conoscono fin da bambini: Palazzo del Diavolo. Secondo la leggenda Giorgio Fugger, nobile banchiere, nel 1602 fece un patto con il diavolo che, in cambio dell'anima, in una notte gli costruì un sontuoso palazzo. In realtà Palazzo Galasso fu realizzato su disegno del bresciano Pietro Maria Bagnadore. Vanta un maestoso portale bugnato, fiancheggiato da colonne e costellato da emozionanti mascheroni, quasi caricature di volti infernali, una cappella barocca, una corte interna con pozzo centrale, una barchessa ad arcate. Prima che il corso dell'Adige fosse spostato, il cortile si affacciava infatti sul fiume: un'indubbia magnificenza scenografica.

IL PIACERE DI UN RISOTTO AL TEROLDEGO
Si arriva così al Canton, quadrivio fondamentale della città, incrocio fra Contrada delle Osterie Tedesche, le vie San Marco, San Pietro, Manci dove, anticamente, si svolgeva un mercato giornaliero. Tre i palazzi storici e affrescati che vi si affacciano: Casa Bazzani, Casa Zegler-Tabacchi, Palazzo Del Monte. Da qui, imboccate via del Suffragio, l'antica strada dei mestieri sotto i portici. Vi si respira ancora un'aria antica, come quando sotto le sue arcate si affollavano botteghe di mercanti e artisti, osterie e alloggi pubblici, in un continuo viavai di gente e carri provenienti o diretti al Porteghet, un piccolo arco che dava sull'Adige. Ed è proprio su questa via, al numero 3, che si trova uno dei primi esempi di architettura civile rinascimentale della città: Palazzo Salvadori-Trautmannsdorf, costruito nel 1515 sui resti di una sinagoga. Sostate davanti alla facciata e cercate di interpretare la curiosa, ma splendida, rassegna di grotteschi mascheroni che ornano le finestre. Pura fantasia visionaria. Il Canton è anche il posto giusto per una sosta gastronomica. Al 22 di via San Marco, si trova la storica Cantinota. Qui, in una confortevole e raffinata cantina affollata di bottiglie di ogni tipo, si gusta il miglior risotto al Teroldego della città. Da accompagnare con un bicchiere del rosso e profumato vino doc trentino, scegliendo fra una delle tante, ottime etichette.

LA SCOPERTA DELL'AMERICA
Fu il conte Lodovico Lodron, capitano imperiale nella celebre battaglia di Lepanto, a costruire nel 1577 Palazzo Lodron. Affacciato su via Calepina, è una lunga costruzione a piano unico. Il primo impatto è quasi deludente: all'esterno mostra linee misurate e modeste. Ma è all'interno che si trova la sorpresa: un susseguirsi di sale, decorate con preziosi soffitti lignei, e numerosi affreschi che rappresentano episodi storici, personaggi mitologici e allegorici, ritratti dei Lodron, nonché la prima raffigurazione trentina della scoperta dell'America. Il Palazzo, tutt'ora di proprietà dei conti Lodron, ospita gli uffici del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa del Trentino Alto Adige. E per concludere il tour, tornando verso piazza Duomo, al 14 di via Calepina si incontra un altro edificio cinquecentesco: Palazzo Sardagna, potente famiglia locale. Ristrutturato nella prima metà del Settecento, ha assunto così l'aspetto attuale di architettura di transizione tra la rinascimentale e la barocca e oggi è la sede del Museo Tridentino di Scienze Naturali. Il primo sguardo viene catturato dal portale con espressive cariatidi e puttini sulla soprastante balaustra, opera di Cristoforo Benedetti da Castione (1660-1741). Attraversate l'atrio: sulla volta è dipinto lo stemma dei Sardagna, mentre nel cortile sono visibili i tratti di antica residenza fortificata. Ai lati dell'ingresso, la Sala dello Zodiaco e la Sala di Costantino, plendidamente affrescate nel 1533 da Marcello Fogolino. Lo stesso pittore geniale e visionario delle celebri Case Cazuffi-Rella.

27 aprile 2011

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