Viaggi24

Sicilia, ultimissimo mare di ottobre

  • Abbonati
  • Accedi
Grandi Viaggi

Sicilia, ultimissimo mare di ottobre

Complesso monumentale della tonnara di Scopello (foto Chuck Pefley / Alamy)
Complesso monumentale della tonnara di Scopello (foto Chuck Pefley / Alamy)

L'ideale sarebbe scoprirli ora, fuori stagione, quando è più facile incontrare l'ombra e il silenzio fra boschi e canneti. Chiamateli paradisi nascosti, tra storia e natura ma lontani dalle città d'arte, sul mare ma lontani dai lidi più battuti, dove le acque tornano limpide e pescose. Dove la Sicilia sta dando vita a una rete di riserve naturali e aree protette a difesa di un patrimonio di paesaggi unico al mondo.

NORDOVEST: IL CUORE É UNO ZINGARO
La Riserva Naturale dello Zingaro, a pochissima distanza dalle spiagge caraibiche di San Vito lo Capo è in questo senso uno dei primi esempi di intervento concreto per salvare le coste siciliane dall'abbandono e dal cemento selvaggio. Siamo su un costone roccioso a strapiombo sul mare che guarda il Golfo di Castellammare. In pratica, l'unico tratto di questo segmento costiero rimasto selvaggio e quasi privo di strade e abitazioni. Vi si giunge dalla borgata di Scopello o dalla stessa San Vito Lo Capo su un facile sentiero. Tra monte e mare, qui si scoprono tra gli scogli stupende calette di sassi bianchi, perfette per un bagno fuori stagione, magari all'ombra di una palma nana endemica. Lungo il sentiero parallelo al Tirreno, gruppi di ruderi sono stati trasformati in un piccolo Museo delle Attività Marinare, un Museo della Civiltà Contadina, con un laboratorio per la lavorazione di fibre intrecciate a mano, e un Museo Naturalistico. All'orizzonte domina la Torre dell'Uzzo, che ospita reperti archeologici rinvenuti in zona. Più impegnativo il percorso verso il Monte Speziale (912 m), anche se il panorama finale vale la fatica.

Guarda la gallery

Guarda la mappa

SUDOVEST: TRA DUNE E SCALINI
L'area protetta di riferimento in zona è la Riserva Naturale Foce del Fiume Belice e Dune Limitrofe, ma va detto che le vere meraviglie del tratto di costa meridionale tra Menfi e Agrigento non sono ancora in gran parte tutelate. Si potrebbe partire dalle popolari spiagge menfine di Lido dei Fiori e Portopalo di Menfi, entrambe Bandiera Blu, da vari anni premiate dall'Unione Europea per il loro mare pulitissimo. Sovrastate dal borgo marinaro di Portopalo, dominato dalla torre spagnola. Affollate di locali in alta stagione, si svuotano drasticamente alla fine delle ferie canoniche, per offrire a pochi fortunati dieci chilometri di litorale deserto a perdita d' occhio. La sabbia è giallo oro; la vegetazione delle dune, con grandi cespugli di erica e lentisco, arriva a pochi metri dal mare. Un buon modo per esplorarla è a cavallo, con i tour della Tenuta Stoccatello (C.da Stoccatello, Menfi, Ag, tel. 09251955499). Pranzo da Vittorio, a Portopalo, con gli antipasti di mare e la zuppa di pesce e crostacei (tel. 092578381, da 35 euro). Superata sulla costiera Sciacca, a pochi chilometri dalla Valle dei Templi, l'interminabile oasi di sabbia che corre lungomare dal capo di Siculiana all'area archeologica di Eraclea Minoa è protetta solo nella sua estremità orientale, nella località di Torre Salsa, oggi Riserva Naturale Orientata Wwf. Qui, davanti a un mare freddo e trasparente si incontra uno dei tratti costieri più integri dell'intera Sicilia, dove per oltre sei chilometri si alternano spiagge piatte e sabbiose e dune, le zone umide intorno alla foce del Salso e la macchia mediterranea. L'ingresso più agevole è quello dei Pantani, con parcheggio custodito. La sosta gastronomica raccomandata è Montallegro, sulla E 931. Qui, in un piccolo resort aperto da poco, il Relais Briuccia, ricavato da un palazzetto nobiliare dell'Ottocento, Damiano Ferrara esalta e rielabora nel ristorante Capitolo Primo formaggi, pesce e vini locali. Da qua sono pochi minuti di statale a sudest per trovare quella sorta di bianca cattedrale naturale che qui chiamano "Scala dei Turchi": un susseguirsi di gradoni gessosi bianco e ocra, e sito Unesco, nei pressi di Realmonte, cui si alternano fino ad Agrigento sabbia candida e calette rocciose.

Clicca qui per sfogliare e acquistare la rivista in versione digitale

Leggi tutte le idee per il tuo viaggio in Sicilia

SUDEST: A TUTTO KITESURF
Bisogna spingersi verso l'estremo vertice sudorientale della Sicilia per scoprire nuove perle marine da bassa stagione. Ormai famosa, grazie all'effetto Montalbano, la spiaggia di Marina di Ragusa regala sempre tra le sue palme marocchine trapiantate una rilassante movida di famiglie in bicicletta, musica all'aperto, localini per l'aperitivo e surfisti attratti dal vento del canale. Un lido dopo l'altro, il paese vero e proprio appare a fine passeggiata, accucciato tra la sua torre spagnola e il molo frangiflutti. Già negli Anni 50 qui arrivava tutta la Ragusa bene, per passare l'intera giornata al mare al Lido di Don Serafino. Anche oggi la sosta può iniziare allo stesso indirizzo (ora si chiama per esattezza Lido Azzurro Ristorante da Serafino 1953 (Lungomare Doria, tel. 0932239522, menu da 40 euro, aperto fino al 15 ottobre), con la stessa storica zuppa di pesce, agli stessi tavoli in legno bianco e blu sparsi su due terrazze scoperte. A completare il tutto, la grande sala per l'inverno e poche cabine tutt'intorno. Se invece quello che cercate è la pace totale, la Riserva Naturale "Macchia Foresta del Fiume Irminio" è a meno di un chilometro. In questo rifugio nascosto tra dune e foresta, sulla statale tra Marina di Ragusa e Donnalucata, sabbia pulita e silenzio sono garantiti. L'Irminio arriva qui dopo una corsa di 50 chilometri dagli altipiani interni, creando all'incontro con il mare un habitat perfetto per molte specie di uccelli. L'acqua dolce si insinua nella vegetazione costiera resistente al sale, tra immensi cespugli di lentisco e ginepri secolari prostrati dal vento e folti come una boscaglia. La foce cambia forma secondo la portata dell'acqua e della marea, mentre le onde spiaggiano grossi tronchi limati dalla salsedine e vegliati da cormorani, gabbiani e garzette.
Tappa sportiva infine a Pozzallo, una delle due capitali sicule del kitesurf grazie a un "termico costante di 12-25 nodi" per tutta la stagione (chiedete a quelli di Kitesicilia) e Gela (per le lezioni rivolgersi a Kitesurfgela).

COSTA EST: BALENOTTERE & CARRUBI
Tra Noto e Capo Passero, praticamente sull'orlo sudorientale dell'isola-regione, seguendo le indicazioni per Noto-Pachino si incontra uno scenario di dune lavorate dal vento, sparse di vegetazione spontanea e lunghissime distese di sabbia bianca interrotte da baie, isolotti, promontori, e ancora muri diroccati e, al centro di un piccolo golfo, la grande tonnara, sovrastata dalla torre d'avvistamento di epoca sveva. L'Oasi di Vendicari, con i suoi cinque pantani salmastri, un tempo utilizzati come saline, è un luogo d'incanto in qualsiasi stagione. Nel cuore della provincia ragusana, offre visioni di carrubi, mandorli e ulivi secolari interrotti da geometriche, tipiche strutture in pietra bianca lavorata a mano. E il suo mare è vietato a ogni tipo di imbarcazione. Dall'ingresso principale della riserva si raggiunge il mare a piedi camminando su percorsi ben segnalati tra una vegetazione lacustre mediterranea segnata dal vento e dalla salsedine. Dominano invece erica, ginepro e tamerici più a nord, su quella sorta di lembo d'Africa chiamato Calamosche: qui un canneto verde chiaro occupa quella che un tempo doveva essere la foce di un fiume mentre la roccia gialla mangiata dal vento incornicia un minideserto bianco che sfocia nel mare turchese. Sorprendono al primo bagno la profondità dei fondali, la sabbia leggera, l'acqua limpida e salata dove ricciole e saraghi abbondano come accade solo in alcune isole minori. I pochi punti di ristoro all'ingresso dell'area protetta offrono appena da bere e un po' d'ombra tra i carrubi. Ma il sole tramonta lento, mentre il mare diventa color del vino: è la luce a dirti che ti trovi nel punto più a sud d'Europa. Sotto Tunisi. A due passi dall'Africa. La sosta gourmand? Alla Taverna La Cialoma di Marzamemi, tanto pesce in stile agreste chic tra fichi d'India e gerani, con uno staff tutto femminile (piazza Regina Margherita, tel. 0931841772).
Tre quarti d'ora d'acqua a nord, ed ecco un altro ambiente marino-costiero "salvato" alle porte dell'animatissima città di Siracusa: la penisola della Maddalena e il capo Murro di Porco costituiscono l'Area Marina del Plemmirio. Qui, poche ville ben costruite sulle rocce non intaccano l'aspro scenario di pietra arsa dal sole. L'ingresso è ben segnalato all'arrivo in città, e prima di giungere al suo faro vari scivoli consentono il bagno tra gli scogli. Nonostante i vicini centri abitati, l'acqua è cristallina. Entro le boe del parco lunghe nuotate in solitaria sono garantite, e il fondale, ricco di posidonie, coralli e spugne, profondo dopo poche centinaia di metri, garantisce ai sub incontri con tonni, piccoli squali e persino grandi cetacei, come le balenottere avvistate al largo nel 2004. Il periplo costiero si chiude in gloria a Taormina dove, a mezzo chilometro dal centro storico, la piccola penisola di Isola Bella (e di isola effettivamente si tratta, in caso di forti maree) è da poco una riserva organizzata per le visite. Qui, nella rigogliosa macchia mediterranea sparsa di piante esotiche importate dai vecchi proprietari, si incontrano il falco pellegrino e l'airone cenerino. Anche, anzi soprattutto, da settembre in poi.

21 settembre 2011

Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi

Tutti gli altri itinerari in Sicilia li trovate sul numero de "I Viaggi del Sole" in edicola

Sicilia, ultimissimo mare di ottobre. Tutte le informazioni

Sicilia sportiva, trekking sull'Etna

Pantalica, nel canyon della preistoria

© Riproduzione riservata