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Gerusalemme a porte aperte

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Gerusalemme a porte aperte

  • – di Arianna Garavaglia
Veduta della città vecchia di Gerusalemme. Sullo sfondo la Cupola della Roccia (foto Arianna Garavaglia)
Veduta della città vecchia di Gerusalemme. Sullo sfondo la Cupola della Roccia (foto Arianna Garavaglia)

Dal 7 al 9 novembre Gerusalemme apre le porte. Centoventi ville, università e case storiche della città accolgono i visitatori in occasione della settimana edizione di Open House Jerusalem. Un'occasione di condivisione, un modo diverso di avvicinarsi alla storia millenaria della città che si dipana tra vicoli, palazzi e quartieri.
Le visite sono gratuite e assecondano tutti i gusti. Si può scegliere tra guide di taglio artistico e architettonico, tecnologico, storico o sociale. Ci sono visite di gruppo oppure individuali e a fare da cicerone si alternano proprietari, professionisti e appassionati che condividono informazioni, dettagli e curiosità sulla storia dell'edificio.

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La scelta è veramente enorme e selezionare solo alcune proposte è quasi impossibile.
Da non perdere la visita ai tunnel sotterranei del Muro del Pianto. Gli scavi condotti dalla soprintendenza dei beni culturali hanno portato alla luce i resti di un ponte che collegava il Tempio alla Spianata delle Moschee, i resti delle fondazioni del tempio e le rovine di edifici del periodo di Erode. Ad accompagnare i turisti è l'architetto Shahar Poni, dipendente della soprintendenza.
Interessante anche il tour per gli edifici costruiti dai Mamelucchi, governatori della regione dal XIII al XVI secolo. I Mamelucchi, a Gerusalemme, hanno lasciato costruzioni eleganti, decorate con pietre e soffitti ad arco, e valgono sicuramente una visita.
Una tappa imperdibile è anche Tabor House, sede dello Swedish Theological Seminary. Definita dall'ex sindaco della città Teddy Kollek "la casa più bella di Gerusalemme" questo edificio è stato costruito a fine Ottocento dall'architetto Conrad Schick per la sua famiglia. Lo stile è di tipo europeo con decorazioni orientali. La visita include l'ingresso al giardino, al soggiorno e alla cappella. A fare da guida il direttore dello Swedish Theological Seminary, Hakan Bengtsson.
Da segnalare anche Bergman Residence. È raro avere l'occasione di visitare la casa di Charlotte Bergman, una delle più generose finanziatrici dell'Israel Museum, la più grande istituzione culturale dello stato di Israele. L'arredamento della casa riprende il design dell'appartamento newyorkese di Bergman e le repliche dei suoi quadri di Braque, Chagall e Picasso. La residenza è stata per lunghi anni un punto di incontro per artisti e intellettuali a Gerusalemme e dalla morte di Charlotte nel 2002 in queste stanze si mantiene in vita la sua memoria, la sua personalità e il suo gusto.
Merita una sosta anche Alexander Newsky House, un pezzo di Russia nel mezzo della Città Vecchia. L'ostello dei pellegrini russi costruito nel XIX secolo è sede di una chiesa, di una stanza che commemora lo zar Alessandro III e della camera dove lo zar stesso aveva soggiornato. L'ala sud dell'edificio ospita gli alloggi dei credenti e gli uffici della Russian Orthodox Palestine Society.

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Spostandosi al quartiere di Talbieh, al di fuori delle mura della Città Vecchia, si può approfittare della rara opportunità di visitare il monastero dei frati cappuccini. Questo sito, acquistato dai frati nel 1930, ha una lunga storia. Nel corso del tempo è stato utilizzato come prigione sotto il mandato britannico, come ospedale psichiatrico e ora come centro di studi religiosi e residenza dei cappuccini.
Un'istituzione accademica che si può visitare è l'Hebrew Union College, una delle più belle architetture universitarie del paese. Il campus, di stile modernista, è stato realizzato negli Anni '60 su progetto dell'architetto Heinz Rau, mentre negli Anni '80 è stata aggiunta un'ala progettata da Moshe Safdie. Questa seconda costruzione è stata edificata attorno a un patio centrale per riprendere l'architettura tipica di Gerusalemme. Nel campus studiano rabbini e insegnanti della corrente dell'ebraismo riformato.
L'ultimo appuntamento è al quartiere di Rehavia, dove si scopre che il Bauhaus non si è espresso solo a Tel Aviv. La visita è condotta da Shlomit Gross del Bauhaus Center e porta a esplorare edifici costruiti secondo questo stile negli Anni 20' e '30. Le tappe del tour toccano: la Schocken Library (progettata da Erich Mendelsohn), Bonem residence (di Leopold Krakauer) e il quartiere degli operai (progettato da Avraham e Zippora Charniak).

La manifestazione è sponsorizzata da Jerusalem Open House, membro dell'organizzazione internazionale Open House Worldwide che promuove eventi simili in 20 città in tutto il mondo, tra cui Roma, Londra, New York, Dublino, Tel Aviv, Barcellona, Melbourne, Chicago e Helsinki.

Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi

30 ottobre 2013

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