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Giamaica, tra spiagge, foreste e agenti segreti

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Giamaica, tra spiagge, foreste e agenti segreti

  • – di Francesca Pace

E' dai tempi della sua scoperta, quando sbarcò Cristoforo Colombo nel 1494 che la definì "l'isola più bella che occhio umano abbia mai veduto", la Giamaica non ha mai smesso di incantare i suoi visitatori. Un eden rigoglioso e lussureggiante di bianche spiagge coralline, di altopiani e montagne ricoperte da una natura selvaggia e intatta, incorniciato dalle acque turchesi del Mar dei Caraibi.
In Giamaica le stagioni non esistono. Non a caso gli indigeni la chiamarono Xaymaca, cioè terra delle primavere in lingua arawak. Le temperature variano tra i 23 e i 30 gradi tutto l'anno grazie al soffio fresco degli Alisei preveniente dal mare, chiamato con affetto dai giamaicani Doctor Breeze.
A rendere ancora più unica l'isola è anche l'atmosfera in cui è immersa. La gioia di vivere e l'allegria tipica dei giamaicani, che in passato ha reso possibile la pacifica convivenza tra la varietà di razze di questo popolo, è contagiante. Un tratto caratteristico che si ritrova anche nella loro fede rasta, nata negli anni '30, espressa gioiosamente attraverso le arti e la musica e di cui fu grande interprete il compianto Bob Marley.

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Lungo la costa nord della Giamaica si susseguono, uno dopo l'altro, i luoghi più ricercati dal turismo internazionale, dove i piccoli e tranquilli villaggi di pescatori sopravvivono a fatica tra i centri più moderni e vivaci.
Ocho Rios, anima della regione del Middlesex, deve storicamente la sua fama al pirata John Davis che qui stabilì il suo covo e di cui rimangono, a testimonianza di quei tempi, le mura e un cannone del vecchio forte. Oggi, Ocho Rios, non ha perso la sua fama ma, questa volta, per il fascino che continua a esercitare sui visitatori. Oltre alle tipiche spiagge in perfetto stile caraibico, l'attrattiva principale di questa località sono le Dunn's River Falls, una spettacolare cascata alta 200 metri che si getta in mare dopo una serie di balzi sulle rocce che permettono di risalirne il corso all'ombra della fitta vegetazione tropicale.
Ma questa regione è cara anche e soprattutto ai giamaicani. Perché a pochi chilometri dalla costa, nel piccolo villaggio di Nine Miles, nacque Bob Marley e, dal 1981, anno della sua morte, è meta costante di pellegrinaggi da parte di musicisti e ammiratori. E da qui le note della sua musica risuonano ancora oggi in ogni angolo dell'isola come un eterna riconoscenza dei suoi concittadini.

Tornando sulla costa, verso est, si trova Oracabessa, la località che Ian Fleming, creatore del mitico Agente 007, scelse come rifugio nel 1946 dove trascorse tutti gli inverni fino all'anno della sua morte avvenuta nel 1964, e di cui, quest'anno, ricorre il 50esimo anniversario. "Avrebbero mai visto la luce, i miei romanzi, fuori dalla straordinaria atmosfera rarefatta di una vacanza giamaicana? Ne dubito". Così scrisse una volta, Fleming, a proposito dei suoi famosi libri di spionaggio.
Dopo una lunga e avventurosa vita nei servizi segreti britannici, scelse, infatti, questo angolo dei Caraibi per fuggire dai freddi e piovosi inverni inglesi. E qui, affacciata sulla splendida costa a nord dell'isola, fece costruire negli anni '50 Goldeneye, una villa coloniale, semplice e bassa, immersa nella fitta vegetazione tropicale dove nacque la spia più famosa del mondo. Un ritiro paradisiaco che divenne punto di incontro per molte altre celebrità, da Errol Flynn a Elisabeth Taylor, da Donald Sutherland a Cecil Beaton, anche loro rimasti estasiati, come Fleming, dalla bellezza dell'isola.

Per allontanarsi dai centri più affollati, bisogna spostarsi nella contea del Surrey, sulla costa nord-orientale, una regione spettacolare, dominata dalla natura rigogliosa della foresta tropicale. E, non a caso, diventata la nuova meta del jet set internazionale.
Il centro principale è Port Antonio che, perduto il ruolo di un tempo di capitale mondiale delle banane, è rimasta isolata a lungo a favore di altre località dell'isola. Per questo e, soprattutto, per i panorami suggestivi che offre salendo sulle colline retrostanti, divenne negli anni '40, la meta esclusiva di divi del cinema di cui rimangono le tracce nelle eleganti ville e negli alberghi di lusso nascosti alla vista dalla fitta vegetazione tropicale.
A breve distanza da Port Antonio si trova uno dei luoghi più fotografati della Giamaica: Blue Hole chiamata anche Blue Lagoon, un tratto di mare in cui il fondale sprofonda per oltre 65 metri rendendo le sue acque di un blu straordinariamente intenso e trasparente.
Una visita merita anche l'interno, attraversato dal Rio Grande, il principale fiume dell'isola, che, tra i rilievi montuosi a 1000 metri d'altezza, è possibile risalire a bordo di lunghe zattere di bambù sospinte con due lunghi remi. Il corso del fiume passa accanto alle basse pinete ai piedi delle Blue Mountains, la zona montuosa dell'isola che, per il clima particolarmente piovoso, vanta un paesaggio spettacolare, ricoperto da una vegetazione ricca e varia.
E' la terra degli antichi Maroon, il centro della vita artistica e culturale indigena, dove è ancora possibile incontrare la vera Giamaica.

13 gennaio 2014

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