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Salgado, alle origini della Terra

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Mostre & Eventi

Salgado, alle origini della Terra

  • – di Francesca Pace

Gli imponenti ghiacciai dell'Antartide, la foresta amazzonica, la savana africana. Luoghi remoti e incontaminati in cui il Pianeta appare in tutta la sua grandiosa bellezza. Terre spettacolari che hanno attraversato, intatte, il tempo, dalle origini ad oggi, ricordandoci come il mondo sia una risorsa tanto preziosa quanto fragile, da contemplare, conoscere, amare. E' questo il senso e lo scopo di Genesi, l'ultimo grande progetto del fotografo brasiliano Sebastião Salgado, in mostra a Venezia fino all'11 maggio presso lo spazio espositivo della Casa dei Tre Oci.
Un percorso fotografico nei cinque continenti per documentare, attraverso 240 immagini in bianco e nero, la bellezza e la ricchezza del nostro bene più prezioso: la Terra.

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Suddivisa in cinque sezioni - il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l'Africa,il grande Nord, l'Amazzonia e il Pantanàl - la mostra racconta il viaggio compiuto negli ultimi anni da Sebastião Salgado in queste aree della Terra, per testimoniare l'esistenza di un mondo tutt'oggi presente, in cui natura, animali ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l'ambiente.
Le immagini sono il risultato di un lungo lavoro di immedesimazione del fotografo con gli habitat naturali di tartarughe giganti, iguane, leoni marini, zebre e altri animali selvatici. Ma anche di mesi di convivenza con diverse popolazioni indigene, come gli Yanomami e i Cayapó dell'Amazzonia brasiliana, i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo, i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica e le tribù delle più remote foreste della Nuova Guinea, la cui vita scorre in totale armonia con gli elementi dell'ambiente circostante.

Ritratti di luoghi e di uomini che vogliono essere anche momenti di riflessioni sul mondo che abitiamo, la cui sopravvivenza è sempre più minacciata dalla cultura moderna, secondo cui l'uomo e la natura sono in qualche modo due entità separate. Avanzando, a ritmo sostenuto, nello sfruttamento di habitat tanto preziosi quanto delicati.
In questo senso, Genesi non è solo un ulteriore atto di amore del grande fotografo verso il nostro Pianeta. E' anche un grido di allarme e un monito in difesa di questo mondo ancora intatto, incontaminato, per far sì che lo sviluppo non sia sinonimo di distruzione.
"Il mondo è in pericolo, e questo vale tanto per la natura quanto per l'umanità. Per tutto il Novecento, l'accelerazione della crescita demografica e dello sviluppo economico ha distrutto gli habitat naturali della maggior parte delle zone temperate dell'emisfero boreale. Ora il centro della distruzione si è spostato verso le regioni tropicali, caratterizzate da un'enorme varietà culturale. Ma nonostante tutti i danni già causati all'ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d'innocenza".

Un atto di sensibilizzazione che il fotografo, insieme alla moglie Léila, sta portando avanti dalla fine degli anni Novanta anni anche attraverso l'Instituto Terra a tutela dell'ambiente. Con sede nello stato di Minas Gerais in Brasile, terra d'origine di Salgado, il centro è, infatti, impegnato in un'opera di riconversione di una larga area della foresta equatoriale, a rischio di sparizione, dove sono stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi grazie ai quali la natura è tornata a vivere.

La mostra, realizzata da Amazonas Images e prodotta da Contrasto e Civita Tre Venezie, a cura di Lélia Wanick Salgado, è accompagnata dal libro omonimo Genesi (edizioni Taschen,2013).

Info:
Tre Oci
Fondamenta delle Zitelle, 43 - Venezia
Orari: tutti i giorni 10.00 – 19.00 / venerdì 10.00 – 21.00
chiuso martedì; apertura straordinaria 25 aprile, 1 maggio
Biglietti: intero 10 euro, ridotto 8 euro

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