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Pienza, la "città ideale" del cacio

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Pienza, la "città ideale" del cacio

  • – di Francesca Pace

Dall'alto di una collina, circondata dalla dolce campagna della Val d'Orcia, sorge Pienza. Un borgo piccolo e discreto, abitato da poco più di 2000 persone, noto per essere una delle più belle città ideali italiane del Rinascimento. Ma Pienza è anche una delle mete d'obbligo per i buongustai. E', infatti, la patria del cacio, il rinomato pecorino locale al quale, ogni anno, la cittadina in provincia di Siena rende omaggio con la Festa del Cacio e il Palio del Cacio al Fuso. A fare da cornice all'evento, dall'1 al 6 settembre, è l'elegante centro storico animato da degustazioni di tutti i pecorini delle Crete Senesi, spettacoli di sbandieratori e tamburini, cene tipiche e, a conclusione, il tradizionale Palio.

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La ricetta del rinomato cacio risale a un'antica tradizione gastronomica locale. Perché sia un Pecorino di Pienza rigorosamente Doc, infatti, le piccole forme di formaggio devono essere realizzate secondo una tecnica di cagliatura e cottura apposita e, soprattutto, lasciate invecchiare almeno 90 giorni in barrique di legno di rovere. A cui, poi, ciascun produttore aggiunge le proprie varianti personali. Durate la Festa, le nuove produzioni di cacio vengono premiate da nasi e palati della Delegazione Siena Arezzo dell'ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi) nell'ambito del Concorso Caseario. A cui si aggiungono i pareri del pubblico dopo i numerosi assaggi. Oltre alle degustazioni, la settimana è animata da concerti, spettacoli di sbandieratori e tamburini, dalle prove e selezioni delle diverse Contrade insieme alla marchiatura delle forme di cacio qualificate per il Palio.
La settimana di Festa si conclude, infatti, in perfetta tradizione senese con il Palio del Cacio al Fuso. Durante il quale le singole Contrade della città si sfidano davanti a contradaioli e turisti. Le regole del gioco sono semplici: si tratta di far rotolare una forma di cacio verso un fuso in legno posto al centro della Piazza, cercando di avvicinarla il più possibile. Ma a rendere più difficile la sfida è riuscire a far rotolare 5 chili di formaggio sulle pietre sconnesse e un po' inclinate dello storico selciato. La Contrada vincitrice si aggiudica il Palio, disegnato quest'anno da Edoardo Pisano, in un tripudio di bandiere lanciate verso il cielo e il rullare di decine di tamburi.

La Festa e il Palio del Cacio è anche l'occasione per riscoprire il più importante esempio di "città ideale" realizzato nel Rinascimento. Pienza, infatti, è nata dalla ristrutturazione dell'antico borgo medievale di Corsignano, per volontà di Enea Silvio Piccolomini, il futuro Papa Pio II, che come molti architetti e filosofi del tempo, coltivava il desiderio di realizzare la città perfetta. I lavori, assegnati all'architetto papale Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti, cominciarono nel 1459 si conclusero solo tre anni più tardi, nel 1462. Il progetto prevedeva il rifacimento del centro storico su cui dovevano affacciarsi i principali edifici del potere politico e spirituale, disposti seguendo un impianto trapezioidale che conferiva una visione armonica alla piazza. Il Duomo, con la facciata in travertino, in puro stile rinascimentale, dove, al centro del timpano è inserito lo stemma della famiglia Piccolomini in una corona di frutti e fronde. Accanto si trova Palazzo Piccolomini, residenza estiva di Pio II e utilizzata dai suoi discendenti fino al 1962. L'edificio è ispirato a Palazzo Rucellai di Firenze e, il lato sud offre una fantastica vista sulla Val d'Orcia. Da visitare il cortile interno con colonne in travertino e capitelli corinzi e il primo piano dove si trovano gli appartamenti, sontuosamente arredati e decorati della famiglia Piccolomini che hanno fatto anche da set cinematografico ideale per il Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli. Concludono la piazza la sede vescovile e il Palazzo comunale, con la facciata in travertino e il portico a tre archi.

Il risultato è un luogo di sobria ed elegante bellezza e che per l'unicità e l'importanza del suo assetto urbanistico è tutelato dal 1996 dall'Unesco.
Ma vale la pena anche passeggiare tra le vie minori di Pienza. Ad esempio, lungo Via del Casello, dove ammirare la stupenda vista sulla Val d'Orcia, e per Via delle Case Nuove, strada bellissima e fiorita, dove sorgevano dodici eleganti e deliziose casette a schiera (di cui ne sono rimaste solo sei), primo esempio di architettura popolare della storia, fatte costruire da Pio II per i poveri.

2 settembre 2014

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