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Firenze, il cinema del Medio Oriente è donna

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Firenze, il cinema del Medio Oriente è donna

  • – di Arianna Garavaglia
Every Day Middle East "Friends playing with my daughter, Beirut Lebanon" (Photo by Iman Al-Dabbagh)
Every Day Middle East "Friends playing with my daughter, Beirut Lebanon" (Photo by Iman Al-Dabbagh)

Il viaggio in Medio Oriente inizia l'8 aprile a Firenze con la sesta edizione di Middle East Now, festival di cinema, musica e fotografia dedicato alla cultura contemporanea di questa tormentata ma fondamentale area del mondo.
E proprio attorno al tema del viaggio - vissuto come confronto, scoperta e superamento del pregiudizio - ruota il festival previsto fino al 13 aprile in diversi luoghi del capoluogo toscano.

Il programma è, come sempre, molto ricco. I film, quasi tutti in anteprima europea sono quarantatre tra lungometraggi, documentari e pellicole di animazione.
Protagonisti le storie e i personaggi raccontati dalle produzioni cinematografiche più recenti di un arco geografico che parte dal Marocco e arriva fino all'Afghanistan, con paesi come la Libia (per la prima volta al festival), Siria, Yemen e Iraq.

Registe in Medio Oriente
Da segnalare nell'edizione 2015 la presenza di diverse registe donne. Come la turca Emine Emel Balci con l'anteprima italiana di "Until I Lose My Breath" (2014, 94'), suo primo lungometraggio appena presentato alla Berlinale. Il film racconta la vita e le aspirazioni di Serap, giovanissima operaia in un fabbrica di dolci di Istanbul, che combatte quotidianamente per crearsi una dimensione di normalità. E poi il suo precedente e pluripremiato documentario "Ich Liebe Dich" (2012, 75'), storia di amore e di attesa, viaggio fisico e interiore nelle zone più remote e povere della Turchia, dove donne di tutte le età sognano di imparare il tedesco per ottenere un visto per la Germania e riunirsi con i propri mariti.

Femminile è anche lo sguardo del lungometraggio "The Narrow Frame of Midnight" della regista Tala Hadid (2014, 93'), uno dei film marocchini più acclamati dell'ultima stagione. Hadid firma una pellicola on the road. I protagonisti sono la giovane orfana Aïcha, venduta dai suoi familiari a un piccolo criminale, e Zacaria, scrittore metà marocchino e metà iracheno, che si è lasciato tutto alle spalle per cercare suo fratello scomparso, in un viaggio che li porterà attraverso il Marocco, Istanbul e le pianure del Kurdistan.

Dallo Yemen arriva Sara Ishaq che, con "The Mulberry House" (2013, 65'), offre uno sguardo dall'interno di una famiglia yemenita, dopo i recenti sconvolgimenti della rivoluzione, e al tempo stesso un diario virtuale della regista decisa a tornare nel suo paese e riscoprire le sue radici.

Dalla Tunisia proviene il cortometraggio della regista Kaouther Ben Hania, "Peau de Colle" (2014, 23'), presentato al Festival di Cannes, che entra in punta di piedi nella vita di una bambina di cinque anni, che a tutti i costi non vuole andare a scuola.

Le rivoluzioni raccontate dalle documentariste
Dall'Egitto, dall'Algeria e dall'Iran arrivano tre documentariste.
"Private Revolutions: Young, Female, Egyptians", lavoro dell'egiziana Alexandra Scheider (2014, 98'), racconta il viaggio personale, umano e interiore di quattro donne egiziane, nella loro lotta quotidiana per mantenere fede alle loro speranze nel dopo Rivoluzione.

L'algerina Nassima Guessoum presenta "10949 Women" (2014, 75'), opera prima che racconta un viaggio nella storia e nella vita di un'eroina dimenticata della rivoluzione algerina, una rarissima testimonianza sul ruolo delle donne nella lotta per un'Algeria indipendente

Iraniano è il documentario "Fest of Duty" (2014, 60') di Firouzeh Khosrovani, sulla cerimonia del dovere in cui nell'Islam si trasferiscono i valori religiosi nelle bambine al compimento dei 9 anni, vista attraverso gli occhi di due ragazzine.
E il cinema iraniano protagonista anche con l'omaggio alla sua attrice-icona Fatemeh Motamed-Arya, presente a Firenze con tre pellicole.
Fatemeh è tra le interpreti di "Tales" (2014, 88'), film di apertura di questa edizione e ultimo capolavoro della regista Rakhshan Banietemad, vincitore del premio "miglior sceneggiatura" al festival di Venezia.
A questo si aggiungono altri due film che hanno fatto la storia del cinema iraniano: "Once Upon a Time, Cinema" (1992, 90') di Mohsen Makhmalbaf, e in "The Blue Veiled" (1995, 85'), di Rakhshan Bani Etemad.

Everyday Middle East, da Istagram a Firenze
Tra gli eventi speciali si segnala la mostra Everyday Middle East, alla Galleria Etra – Studio Tommasi dall'11 aprile al 10 maggio 2015.
"Everyday Middle East" è il progetto di reportage fotografico nato su Instagram, da un'idea della canadese Lindsay Mackenzie, al quale lavora un collettivo di 25 fotografi. Lo scopo è quello di condividere le immagini di tutti i giorni dei fotografi che lavorano in queste aree per presentare una visione realistica della vita quotidiana in questa zona del mondo.

Middle East Now è ideato e organizzato dall'associazione culturale Map of Creation e si svolgerà tra Cinema Odeon, Cinema Stensen e in altre location e spazi della città per il programma di eventi collaterali.

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