Si potrebbe definire il quartiere “del terzo giorno”, quello che di solito i turisti scoprono dopo le prime 48 ore passate a Firenze e dedicate al tour de force obbligato lungo l'asse Accademia-Duomo-Uffizi per ammirare il David di Michelangelo, la Cupola del Brunelleschi e la Primavera del Botticelli.
Dopo le code, l'affollamento e la bellezza assoluta dei capolavori del Rinascimento, il terzo giorno trascorso a Firenze s'attraversa il Ponte Vecchio e in pochi minuti di cammino s'approda in Oltrarno (chiamato dai fiorentini anche “diladdarno”), cioè sulla riva sinistra del fiume, nel quartiere di Santo Spirito-San Frediano. Qui il caos si attenua, i palazzi e le strade si rimpiccioliscono, le vetrine luccicanti dei grandi marchi scompaiono insieme con quelle degli hotel a cinque stelle; al loro posto, fanno capolino le botteghe artigiane, mischiate a ristorantini e caffè dall'aria meno turistica e più autentica, oltre che a negozi di vicinato come il fornaio, la macelleria, la mesticheria.
E' questo il rione che ha affascinato l'americana Lonely Planet che ha appena chiesto ai propri local experts in dieci città del mondo di scegliere il quartiere più “cool” da visitare prima che diventi troppo grande e troppo turistico. Nella top 10 è entrato proprio San Frediano, definito “cool” per l'atmosfera meno lussuosa e più popolare, più “smart” per usare un altro termine inglese, e per questo più vera.
San Frediano è un quartiere ancora residenziale che nasconde piazze, stradine e angoli deliziosi, vanta tesori artistici come la basilica di Santa Maria del Carmine (Cappella Brancacci decorata da Masaccio), la chiesa di Santo Spirito (firmata dal Brunelleschi, nella sagrestia custodisce il crocifisso fatto in età giovanile da Michelangelo) e quella del Cestello, che ha preso il titolo di “chiesa di San Frediano” alla fine del Settecento, quando fu distrutta la parrocchia che sorgeva all'angolo con piazza del Carmine.
Di tutto questo, però, Lonely Planet non parla.
L'attenzione della guida - che chiama il quartiere “Borgo San Frediano”, scambiandolo col nome della strada che l'attraversa - è rivolto piuttosto ai locali, ai cocktail e all'offerta gastronomica che qui si può trovare. Anche se si precisa che l'Oltrarno è “conosciuto per i suoi artigiani”. E in effetti il quartiere conserva laboratori orafi e di mosaico, produttori di lampade e cornici, atelier di restauro e antichità, botteghe per la lavorazione del ferro battuto, della scagliola o della carta marmorizzata fiorentina, confezioni di tovaglie e di tessuti, ma anche stampatori e rilegatorie o rivenditori di oggetti vintage: non più il quartiere narrato da Vasco Pratolini nel 1949 nel suo “Le ragazze di San Frediano”, ma pur sempre un'atmosfera da “vecchia Firenze” che affascina e attira. E che merita una passeggiata in libertà, alla scoperta di angoli nascosti e di botteghe in cui gli artigiani producono (davvero!) con le proprie mani. Una passeggiata di giorno, oltre che di sera.
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