Viaggi24

Jet sharing, come funziona e quanto costa il servizio dei voli privati per…

  • Abbonati
  • Accedi
IL TEST

Jet sharing, come funziona e quanto costa il servizio dei voli privati per le tratte brevi

  • –di Alberto Magnani

Arrivi in aeroporto pochi minuti prima del decollo. Chiedi del tuo volo. Il tempo di superare un unico passaggio ai controlli, bersi un caffè e si è già seduti a bordo di un jet privato, in partenza per Zurigo, Londra o Varsavia. Per i passeggeri abituati a rincorrere coincidenze o consumare lo smartphone in coda al metal detector, sembrerà un lusso. Ma non lo è più, da quando la crisi ha fatto sì che la cosiddetta sharing economy si sia estesa persino al business dei voli privati. Oggi si stanno moltiplicando le aziende che offrono il cosiddetto jet sharing: la condivisione di jet a prezzi contenuti, o comunque accessibili a un pubblico più vasto di quello dei top executive.

Da Jet Smarter a FlyVictor, tanto per citarne un paio, il modello che ricorre è quello di offrire sistemi per ricerca e prenotazione di jet su tratte coperte dalle linee tradizionali, a prezzi anche inferiori ai biglietti di business class offerti dai principali vettori sul mercato. Per capirsi: un volo di sola andata interno all'Europa può costare all’incirca 300 euro, cifra simile a quella offerta dalle linee low cost nei periodi di picco delle prenotazioni. Noi abbiamo avuto modo di testare in prima persona un viaggio da Milano Linate a Ginevra a bordo di un velivolo JetClass, una startup che copre 18 scali in Europa e dice di essere nata con l'obiettivo di «portare i jet alle masse». Ci è riuscita? Il nostro volo ha un costo di partenza di 450 euro per la sola andata. Vediamo come andrebbero spesi.

Pro: arrivi e sei già a bordo
Il primo aspetto che colpisce, in positivo, sono i tempi. Volare, oggi, significa passare per una trafila che prevede check in, spostamento da e verso lo scalo, controlli di sicurezza, eventuali peregrinazioni alla ricerca del gate, attesa per l'imbarco, nuovo controllo dei documenti e imbarco effettivo. Magari mediato da un'ulteriore connessione via pullman, e il tutto dando per scontato che il volo sia in orario. Nel caso del volo per Ginevra, le cose si sono rivelate un po' più semplici. Arrivati allo scalo, in questo caso LinatePrime (costola per voli privati dell'aeroporto milanese), facciamo in tempo a chiedere informazioni prima che qualcuno si presenti a chiederci dove siamo diretti. È il comandante del nostro volo, che ci accompagna ai controlli di sicurezza e ci verrà a chiamare personalmente al momento dell'imbarco. Anche qui bisogna passare (ovviamente) per metal detector e verifica dei documenti, ma la procedura è agevolata da un fattore numerico: a bordo siamo in cinque, su sei posti in totale. Salta anche l’attesa d’ordinanza per il transfer verso l’aereo, perché il velivolo è posteggiato a pochi metri e si può andare a piedi.

In viaggio con pochi intimi 
Anche a bordo, l'impatto è diverso. Voliamo su un Beechjet 400A, un jet leggero che può raggiungere i 750 chilometri orari e ospita al massimo sei passeggeri in una cabina lunga 4,75 metri. Nonostante le dimensioni più ridotte, il comfort è garantito dall'ambiente e dagli spazi personali. I passeggeri si accomodano su poltrone in pelle, singole, con tutti i vantaggi del caso: niente gambe schiacciate contro al sedile che ci fronteggia (anche se nelle due poltrone in fondo c'è questo rischio…), nessuna fila per raggiungere il proprio posto e ingorghi di passeggeri che tentano di sistemare il proprio bagaglio a mano. Anche le formalità sono ridotte al minimo: bisogna solo allacciarsi le cinture, il comandante non invita neppure a mettere in modalità offline i dispositivi mobili. Le uniche comunicazioni sono al momento della partenza e dell'arrivo, con qualche domanda di rito sulla qualità del viaggio o eventuali disturbi di temperatura e luce.

Cosa si mangia? 
Nel nostro caso si parla di una tratta di 40 minuti e gli snack offerti non vanno oltre una bottiglia d'acqua e una cesta di caramelle, ma sulle tratte più lunghe il discorso cambia. Fra le varie opzioni sul modulo online di prenotazione c'è anche la possibilità di digitare il catering, il servizio completo. Proprio la dimensione (molto) intima del volo potrebbe rivelarsi, però, anche il suo handicap di attrattiva. JetClass si rivolge a una clientela business e i suoi voli sono un prodotto su misura per il mondo corporate. Ma per i clienti privati si tratta comunque di condividere pochissimi metri quadri con passeggeri estranei. Un'incognita facile da digerire quando il viaggio dura mezz’ora. Magari un po' meno quando si tratta di volare per quasi 2 ore da Londra alla Svizzera, peraltro su un aereo (il Citation Mustang) che in questo caso ospita al massimo quattro passeggeri.

Benvenuti a Ginevra. Anzi, quasi a Ginevra
Appena atterrati, è lo stesso comandante a chiedere se siamo interessati a un taxi. La risposta di circostanza («Magari guardo i mezzi») è vanificata subito da un dettaglio: non siamo a Ginevra-Cointrin, lo scalo intercontinentale della città, ma in un microaeroporto dedicato alle sole compagnie private. A due ore a piedi dalla città, raggiungibile con un taxi che costa circa 40 franchi svizzeri a corsa. Così come all'andata non siamo decollati da Linate ma, appunto, da Linate Prime, più scomoda da raggiungere con mezzi pubblici. Insomma, a un prezzo di biglietto da 400-500 euro vanno aggiunte quasi in automatico le spese per un taxi o una vettura a noleggio. Anche se è facile pensare che il costo, vista la clientela, sia ammortizzabile da un'organizzazione aziendale o dalla condivisione con i colleghi.

In definitiva: conviene davvero?
Il risparmio di tempo è fuori discussione, meno quello di costi. Anche se dipende dal target di clientela. Prenotando un viaggio in treno da Milano a Ginevra, possiamo trovare diretti da 85 a 135 euro: in ogni caso, circa un quarto della cifra che andrebbe spesa per raggiungere Ginevra. La differenza è che il passaggio in jet consente di fare avanti e indietro dalla città svizzera nell’equivalente di un’ora e mezza totale. Solo l’andata in treno richiede, invece, quasi quattro ore.

L’avversario effettivo del jet sharing, comunque, sono le “vecchie” compagnie aeree. Un collegamento per Parigi al primo gennaio 2018 costa 590 euro su Jet Class. Con AirFrance, la compagnia di bandiera transalpina, si parte da 268 euro. I vantaggi di ricorrere alla prima o servizi analoghi sono quelli elencati sopra. La condivisione di jet potrebbe diventare interessante per pacchetti corporate o una clientela sopra a certe fasce di reddito. Dipende da gusti, però: come recita un depliant nelle sale d’aspetto di Ginevra, «ognuno è ricco a modo suo».

© Riproduzione riservata