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Manuale semiserio del camperista: 10 cose da sapere per una vera vacanza on…

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TURISMO ITINERANTE

Manuale semiserio del camperista: 10 cose da sapere per una vera vacanza on the road

(foto Antonio Armano)
(foto Antonio Armano)

La vita on the road può essere meravigliosa a patto che...Ecco dieci consigli per chi vuole sperimentare la vacanza a bordo di una casa viaggiante.

1 Livella
Anche se nel mondo degli alternativi che vivono in camper i terrapiattisti non mancano, mai come vivendo in camper ti rendi conto che la terra non è piatta. Il momento della presa di coscienza arriva quando arrivi da qualche parte e ti vuoi buttare nel letto a dormire. In fondo è questo il bello del camper: sei già arrivato ovunque tu vada. Non devi metterti a cercare una casa o un albergo. Il letto è già pronto. Senonché per dormire bene è meglio coricarsi con il camper in piano o leggermente sollevato dalla parte dove si trova la testa quando dormi. Per raggiungere questo risultato – non essendo appunto la terra piatta -, ci si deve spostare nel punto giusto e spesso si deve anche ricorrere ai cunei da mettere sotto le ruote. Attenzione: può diventare una vera e propria nevrosi. La nevrosi di “essere in bolla”. Così chiamata dal nome dello strumento usato per misurare la pendenza orizzontale e laterale: la livella, detta anche per metonimia bolla. Lo stesso discorso vale naturalmente per cucinare se no le pentole scivolano dai fornelli.

2 Gas
Il gas in camper è fondamentale. Per cucinare, avere l'acqua calda e far funzionare la stufa che a volte si accende nelle notti fresche primaverili o estive non solo sotto la neve. A questo proposito va tenuto conto di una legge ferrea: se la bombola deve finire, finirà sul più bello. In genere durante la preparazione della cena, quando i negozi sono chiusi. Possibilmente il sabato sera, per rovinarti la domenica. Per contrastare questa tendenza bisogna portarsi dietro sempre una bombola di riserva. Meglio portarsi dietro anche un fornellino da campeggio con la bomboletta, almeno per mangiare quando finisce il gas. Per scaldarsi può invece bastare un piumino e il caro, vecchio calore umano. Anche l'uso frigorifero può essere legato al gas. I frigoriferi da camper si dividono in due categorie: trivalenti e a compressore. Il secondo tipo richiede il collegamento a una rete elettrica esterna perché consuma molta energia. Non bastano neanche i pannelli solari, a meno che non decidiate di stare tutto il giorno sotto al sole d'agosto. Chi ha una concezione più avventurosa del camper ed evita aree sosta e campeggi si affida dunque al frigo trivalente, che può funzionare anche gas. Poiché il gas deve essere tenuto sotto controllo, è fondamentale dotarsi di una sonda che suona in caso di pericolo. Sui forum dei camperisti, si avverte che se l'allarme suona di notte non bisogna allarmarsi troppo: potrebbe essere stata la cena a base di legumi. Le sonde sono molto sensibili e pudiche.

3 Parcheggio o campeggio?
In camper sei a casa ovunque e da nessuna parte. Puoi fermarti facilmente – non hai bisogno di nulla, sei autosufficiente -, ma altrettanto facilmente puoi essere mandato via. Se non sei in un campeggio o in un'area di sosta o in una zona libera e tranquilla, puoi parcheggiare ma non vivere il camper per più di qualche ora o al massimo lo spazio di una notte. Insomma puoi restare il tempo necessario a ripartire e a volte neanche quello. Secondo la legge, non solo italiana, non sei considerato in fase di campeggio finché il mezzo è in assetto da viaggio. Teoricamente basta abbassare lo scalino per salire o aprire le finestre per essere invece considerati in fase di campeggio. Se si vuole dormire senza dare nell'occhio in luoghi dove c'è molto controllo, meglio aprire l'oblò sul tetto che le finestre, mai stendere i panni o dare altri segni di vita stanziale. Tenete presente che anche la stufa emana nel cielo attraverso il comignolo una scia di vapore visibile col buio.

4 Energia elettrica
Per il telefonino, che va a 12 volt, non ci sono problemi: il cavo si può collegare all'accendisigari o ad altre prese del camper. Il computer si attacca invece alla rete elettrica 220 volt. Dunque ci vuole un inverter, un trasformatore che cambia il voltaggio da 12 a 220 volt. Idem per collegare l'asciugacapelli o il forno a microonde. Naturalmente collegare all'inverter computer, asciugacapelli o microonde richiede molta energia. I pannelli solari non bastano anche perché d'inverno il sole non c'è e d'estate ce n'è troppo e si cerca l'ombra. Nel campeggio o nelle aree sosta si può collegare il camper alla rete elettrica da 220 volt tramite presa esterna e usare tutti gli elettrodomestici del mondo. Altrimenti esistono ulteriori fonti di energia, oltre ai pannelli solari. Il vero must dei camperisti è l'Efoy, un generatore inventato dai tedeschi che produce energia in modo molto pulito e silenzioso, sfruttando il vapore prodotto dal metanolo. I generatori tradizionali sono rumorosi, consumano molto combustibile – solitamente il gasolio del camper – e producono scarichi maleolenti. L'Efoy è prodotto in tre modelli, che costano dai due ai quattromila euro circa. Un vero e vampiro di energia elettrica è il condizionatore, riservato a chi frequenta campeggi e aree di sosta. Meno dispendioso da ogni punto di vista il ventilatore da oblò, tipo Turbovent, che risucchia l'aria interna buttandola fuori e abbassa la temperatura di qualche provvidenziale grado. Ottimo anche solo per cambiare aria.

5 Bucato
Mia nonna, che faceva la sarta e non aveva grandi disponibilità economiche, possedeva una lavatrice a mano. La teneva nella vasca, somigliava a un ragno gigante di plastica e metallo, e non gliel'ho mai vista usare. Le lavatrici a mano non esistono più, ma esistono lavatrici a pedali che si possono utilizzare in camper. Non consumano energia elettrica e neanche troppa acqua, ma a dispetto del funzionamento rudimentale sono piuttosto costose. Forse perché oltre che da lavatrice fanno da cyclette? Resta il lavaggio a mano e le lavanderie a gettone che si possono usare anche solo per asciugare il bucato se non c'è lo spazio in camper e il tempo meteorologico non aiuta. Alla voce “bucato” possiamo includere anche l'inconveniente di bucare la gomma. L'area semantica è piuttosto vasta. Se il camper ha le ruote gemellate cioè doppie e vi capita la disavventura di bucare le gomme posteriori, probabilmente ve ne accorgerete solo alla prima sosta. Se il camper non ha le ruote gemellate ve ne accorgerete subito. Il camper naturalmente ha un cric da camper in dotazione. E altrettanto naturalmente il cric da camper non basta a sollevare un camper quanto serve per sostituire la ruota. Non resta che chiamare il carro attrezzi. Di solito l'assicurazione ne fornisce uno gratis.

6 Televisione
Quando un camperista avventuroso compra un camper per prima cosa toglie l'antenna della tivù a costo di lasciare nel tetto un buco da cui s'infiltra la pioggia. Che senso avrebbe portarsi dietro il più sedentario degli elettrodomestici? Se proprio volete vedere la televisione e prevedete di viaggiare all'estero, la soluzione migliore è la parabola satellitare. Al contrario l'antenna del digitale terrestre deve essere continuamente spostata ricalibrando il decoder. Per i film comunque nessun problema. In genere gli schermi a 12 volt hanno l'entrata per il cavo hdmi da collegare al computer o per la chiavetta usb o l'hard disk esterno. Google Chrome Cast, che consente di collegare lo schermo al telefonino, richiede il wifi. Dunque in camper ci vuole un modem portatile. Se in camper volete vedere un film sul camper le opportunità non mancano: Ella e John, di Paolo Virzì, appena uscito, racconta la storia di una coppia di anziani coniugi che riesuma il vecchio motor-home per arrivare fino alla fine della strada cioè a Key West, Florida. Come ti spaccio la famiglia è una commedia degli equivoci sempre in motor-home, tra Stati Uniti e Messico, trafficanti e agenti della Dea.

7 Acqua
Il camper ti responsabilizza dal punto di vista dell'uso delle risorse ecologiche. Anche se hai una coscienza ambientale da boss della “terra dei fuochi”, devi cercare di non consumare troppo. Soprattutto l'acqua. I camper più attrezzati hanno un paio di serbatoi e una capacità sui duecento, duecentocinquanta litri. Non sono tanti come potrebbe sembrare. In poco tempo finiscono ed è meglio avere delle taniche per ricreare una minima riserva. Nei negozi più riforniti, tipo il vastissimo Magenta Camper, si trovano anche taniche da trenta litri, ma non sono comode da portare in giro e tantomeno svuotare. Per riempire le taniche, di solito si va a una fontanella pubblica. Ci sono applicazioni per trovarle, come Fontanelle d'Italia. Nelle aree camper si può riempire il serbatoio di acqua e anche svuotare il serbatoio delle acque nere, vale a dire quello del bagno. In camper ti rendi conto di quanto consumi, ma anche di quanto produci. Il serbatoio delle acque nere si può anche svuotare in alcuni autogrill. Una buona soluzione economica è la doccia portatile: l'acqua si scalda al sole come usava nel mondo premoderno e scende appendendo il serbatoio o azionando una pompa a pedale. Per fare una doccia decente ci vogliono quindici, venti litri.

8 I piedini
Così come le roulotte, i camper che non sono di ultima generazione si possono stabilizzare abbassando i piedini. Questo impedisce al camper di ondeggiare quando c'è vento o movimenti amorosi all'interno. Soluzione ideale per i non esibizionisti. E per chi teme i guardoni.

9 Guida
Altra massima del camperista: in camper non devi correre, sei già arrivato a casa. Anche se la maggior parte dei camper si possono guidare con la patente B, vale a dire quella dell'auto – in quanto non superano le 3.5 tonnellate – le dimensioni sono molto diverse da quelle di un'auto; e richiedono attenzione. Bisogna controllare di avere sempre gli specchietti retrovisori posizionati nel modo giusto. In genere i modelli più recenti hanno almeno la telecamera per la retromarcia che facilita le cose durante il parcheggio. Stesso discorso per la situazione opposta al parcheggio, la marcia in velocità. Consideriamo che gli ultimi modelli, con motori turbodiesel, hanno prestazioni notevoli, almeno in rapporto alle dimensioni, ma non hanno la stabilità di una macchina sportiva. Meglio dunque non superare i cento chilometri orari, anche per limitare i consumi, che sono sempre alti per via del peso e dell'impatto aerodinamico. Consolatevi: la Bourlinguette, il primo camper della storia, realizzato a cavallo tra Otto e Novecento, aveva un motore Panhard con potenza di una Vespa 50 cc. Si muoveva nei dintorni di Bordeaux a una velocità di quindici venti chilometri orari. Quando “sfrecciava” raggiungeva i trenta. In compenso era guidata da un autista-meccanico e dotata di cuoco di bordo per allietare il proprietario, Henri Lafitte, uno sportivo che sfoggiava il primo camper della storia durante le corse, come la Parigi-Madrid.

10 I forum
Per farsi una cultura sul camper, visto che un decalogo non basta, non restano che i forum dei camperisti. Qui si trovano risposte agli interrogativi più specifici e imprevedibili. Il camper richiede di trasformarsi all'occasione in idraulico, elettricista, meccanico, camionista e Dio sa cos'altro. Tra i forum più diffusi e approfonditi quello del sito del magazine camperlife.it. Poi forum.camperonline.it e turismoitinerante.com. Se invece si vuole avere un'idea del vasto universo dei camper - furgoni, motor-home, ribassati, integrali e semi-integrali ecc. - artigianali o di serie, si consiglia di navigare nel sito tedesco mobile.de dove si vende di tutto: dal camion d'epoca dei pompieri trasformato in camper ai camper-tir nuovi da svariate centinaia migliaia di euro. Per farsi una cultura non in senso tecnico, ma letterario una breve reading list potrebbe essere la seguente: il classico Strade blu di William Least Heat Moon (Mondadori), viaggio nell'anima più marginale e profonda dell'America a bordo di un furgone; l'esilarante La signora nel furgone, di Alan Bennet (Adelphi), sulla vita di una vagabonda in un vecchio van; e, tornando dall'Inghilterra all'America, Viaggio con Charley (Bur), di John Steinbeck, cronaca di un coast-to-coast sul “Ronzinante”, un pick-up camperizzato, in compagnia di un barbone – nel senso di cane -, tra l'Atlantico e il Pacifico, come un vecchio pioniere. Steinbeck lo ha compiuto nel 1960, rimettendosi in gioco due anni prima di vincere il Nobel.

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