Se un tempo rappresentava il vero e sostanzialmente unico catalizzatore del turismo legato alla birra, l'Oktoberfest ha assunto nel tempo dimensioni tanto vaste da perdere completamente l'afflato iniziale legato alla tradizione. Da attrazione montata ad hoc per i visitatori a occasione per un'applicazione pervasiva di Tinder - sembra che fanciulle ardite arrivino da altri continenti per approfittare di tanta mascolina ebbrezza - la festa bavarese è oggi più pop che folk, con prezzi meno amichevoli e una qualità non sempre all’altezza dell'esperienza culinaria. In tempi di crescente attenzione per la qualità artigianalità della birra ecco emergere più di un'alternativa all'antica festa di Monaco.
Viaggio nell'Europa della birra
Tradizioni locali e birra che scorre a fiumi. Non accade solo nella capitale della Baviera, ma l'Europa vanta più di un centro
vocato alla lavorazione di malto e luppolo. Ecco allora qualche spunto per i beer-lover del Belpaese, che a quanto pare non
sono pochi. Una ricerca condotta da lastminute.com rivela infatti che è la birra la bevanda a cui sarebbe impossibile rinunciare per il 45% degli italiani (ben oltre la media
europea del 35%), mentre solo il 30% predilige il vino e il 18% i cocktail. Per chi punta a rimanere in Germania, un'alternativa
a Monaco può esser la capitale Berlino - città internazionale e cosmopolita, culturalmente vivace e molto giovane - dove non manca l'offerta di craft beer. Per
chi ama il frumento può esser interessante conoscere la Berliner Weisse, ma per gli appassionati in versione più hipster vale la pena di raggiungere Kreuzberg per assaggiare l'ottima Ipa firmata Brlø accompagnata da un ottimo street food.
Impossibile battere i cechi sul terreno della birra
Già nella capitale non è difficile trovare alcuni minipivovar con produzione in stile tradizionale - meritano una visita la
birreria del monastero di Strahov, il minibirrificio Ossegg e la Vinohradský Pivovar, per tre interessanti esperienze molto differenti - ma anche a Praga la pils per antonomasia per
tutti i locals rimane la Pilsner Urquell. Chi vuole apprezzare prodotti con un taglio più internazionale in città può scegliere tra BadFlash (a Karlín o Vřsovice)
e Cobra Bar a Holešovice. In Irlanda, nonostante alcune produzioni più piccole, la scelta non può che cadere sulla tostatura
marcata della Guinness, che nella Storehouse a Dublino propone un viaggio in 7 piani nel gusto della dark irlandese. A proposito di tradizioni,
la birra belga è stata riconosciuta patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco e la lista delle birre - a Bruxelles come nei piccoli borghi medievali - spazia dalle “superalcoliche” (perché non provare
una delle proposte di Delirium?) alle commerciali Lambic e Stella Artois. I connoisseur suggeriscono la Gouden Carolus, prodotta dal birrificio Het Anker a Mechelen, uno dei più antichi del Belgio. Last but not least, la Danimarca vanta un birrificio industriale che ha dato il proprio nome al ceppo di lievito con cui vengono prodotte le Lager nazionali
- il Saccharomyces Carlsbergensis - e all'ombra dei colossi crescono interessanti micro-birrifici come Mikkeller, progetto di birra domestica diventato un successo a Copenhagen e pure nelle esportazioni.
Hotel con annessa micro-brewery anche negli States
Un'alternativa, tutto sommato stimolante, è quella di degustare senza muoversi dall'albergo. Sono sempre più apprezzati, infatti,
gli hotel reinventati all'interno di birrifici - meglio se antiche birrerie - o pensati attorno a ricette originali firmate
dal mastro birraio in piccoli lotti. Negli Usa il fenomeno è in rapida diffusione. Al resort Grande Lakes Orlando hanno creato un nanobirrificio dove il mastro birraio interno gestisce le cotte per una produzione in cinque stili, oltre
a lavorare una Floridian honey citrus ale con miele locale. E nell'epicentro del fenomeno craft beer americano, in Colorado,
l'hotel The Source a Denver ha un birrificio interno (in partnership con la New Belgium Brewing Company) i cui prodotti sperimentali sono serviti al
bar e nel ristorante. Una tendenza alla micro-produzione di Lager o Ipa che si estende dal boutiqueSavoy Hotel and Brewery, nella provincia canadese British Columbia, al Kerry Hotel Pudong di Shanghai(del brand Shangri-La), dove il bar è letteralmente disegnato intorno ai fermentatori.
Il fenomeno è tanto attraente che il birrificio “punk” scozzese BrewDog, già distribuito e conosciuto in Europa e oltreoceano, ha aperto a Columbus, in Ohio, un beer hotel con un bar come reception (e welcome drink annesso), spine schiumanti in tutte le camere, frigobar (pieni di birra) nelle docce e un museo dedicato all'arte birraria. DogHouse - che avrebbe trasformato Columbus in “the hoppiest place on Earth” - è stato aperto con il lancio di un crowdfunding e il successo è stato tale (budget quadruplicato) da far annunciare una seconda apertura, nel 2019, nella sede originaria nell'Aberdeenshire.
L'Europa dell'hospitality nei birrifici storici
Più semplici da raggiungere, le strutture di accoglienza dedicate alla cultura della birra in Europa sono frutto di un percorso
al rovescio rispetto agli hotel che hanno “inglobato” un microbirrificio. Gli hotel più interessanti sono infatti quelli nati
direttamente all'interno di birrifici storici. È il caso della Stary Browar Kościerzyna. Nella cittadina polacca la produzione di birra si fa risalire all'influenza del monastero di Kartuzy nel XVII secolo e da
metà Ottocento la fabbrica lavora a pieno ritmo seguendo ricette tedesche e raggiungendo ottimi livelli qualitativi, soprattutto
per l'acqua di Kościerzyna. Negli spazi ristrutturati che furono parte della birreria, è aperto dal 2013 l'Hotel Stary Browar Kościerzyna, tre stelle che combina uno stile architettonico con la funzionalità moderna. Oltre ad abbinarsi alla cucina tradizionale,
la birra di casa - non filtrata né pastorizzata - è presente anche nella Spa per uno specifico trattamento in vasca. Ancora
in Polonia, si può scegliere di fermarsi all'Hotel Lwów in quel di Lublin, visitando la browar Lwów e degustando la produzione locale, oppure la più moderna Browar Wiatr a Uniejów, dove è possibile
pernottare e organizzare eventi.
In Repubblica Ceca si può far tappa al Piovovar Hotel Na Rychte, a Usti nad Labem. Ricavata negli spazi originariamente dedicati a stoccaggio e vendita di vino, la fabbrica di birra è stata fondata a metà Novecento. All'interno del ristorante, i serbatoi di fermentazione hanno uno spazio dominante e caratterizzano lo spazio. Tutte le birre - non filtrate e non pastorizzate - si possono consumare solo in loco e per poter unire l'esperienza gustosa alle escursioni sull'Elba si può fermarsi all'Hotel Na Rychtě, collegato al birrificio. A Copenaghen la catena danese di boutique hotel Brøchner Hotels aprirà nel 2019 un nuovo hotel 4+ stelle nel Carlsberg City District, dove la bionda locale è stata prodotta dal 1847 al 2008. L'area vicina al centro, a ridosso del Meat Packing District, è una tra le più vivaci della capitale danese e tuttora è meta di pellegrinaggio per gli appassionati che vogliono visitare la fabbrica di birra.
L'Hotel Ottilia, che prende il nome dalla moglie del famoso mastro birraio Carl Jacobsen, ha integrato nel design la storia degli edifici, incorporando i silos, i depositi per il malto e i macchinari. Da annotare infine il progetto Auchterarder 70, la craft beer del Gleneagles Resort in Scozia: nella Clubhouse e nel pub si serve la lager lavorata dalla pluripremiata Harviestoun Brewery.
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