
I panorami biblici di Matera ricordano la città vecchia di Gerusalemme: nel 2004 è stata una location perfetta per “The Passion of the Christ”, il film
   di Mel Gibson che da allora porta viaggiatori ispirati tra i Sassi, triplicandone le presenze. Ma anche Cutro (in provincia di Crotone) somiglia a Gerico ne “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, girato in un territorio
   “dove le colline sembrano dune immaginate da Kafka e il tramonto le vela di un rosa sangue”. Insieme a Matera è diventato
   terrasanta. A visitare quei “paesaggi esistenziali” del “più bel film mai girato su Gesù”, cinefili d'antan.
Il film come la tappa di un Grand Tour 
Gli appassioni di “Trust”, la recente serie prodotta da Fox e andata in onda su Sky Atlantic, che racconta la storia del rapimento di Paul Getty in
   Aspromonte, già si avventurano nel cuore del Pollino, l'area protetta più estesa d'Italia, dove il regista Premio Oscar Danny Boyle ha scelto di girare la fiction, tra Orsomarso e Civita, in provincia di Cosenza. Fanno cineturismo: viaggiano ispirati da titoli, luoghi e scene memorabili. È il cinema che rilancia i territori, trasformandoli
   in destinazioni cult, incrementando il valore e l'economia dei luoghi. Il film come la tappa di un Grand Tour. A Matera, dopo
   il successo di “Sorelle”, serie televisiva di Rai 1, con Anna Valle, Ana Caterina Morariu e Loretta Goggi, dalla scorsa primavera, intere famiglie
   si avventurano tra le alture carsiche del Parco della Murgia e delle Chiese Rupestri (inglobato nel sito Unesco dei Sassi). E ora scorgeranno nuove, spettacolari visioni: nella capitale della cultura 2019 sono
   appena arrivate le opere di Salvador Dalì. Saranno installate a dicembre open air nel centro storico e nel complesso rupestre di Madonna delle Virtù. Un'idea di Beniamino
   Levi e del gruppo Cuboin di Antonio De Padova. 
Cinema a km zero
Basilicata e Calabria, terre scenografiche per dono di natura, che fanno industria culturale con film, fiction televisive,
   soap opera e documentari, ora puntano su nuovo segmento del turismo. Le due regioni, con le rispettive film commission (e
   diversi progetti condivisi), hanno riavviato il settore organizzando una filiera cinematografica completa. Utilizzano maestranze
   locali, attraggono major, producono film a «km zero». E nuove economie: si calcola che le troupe lascino il 38% dei costi
   di produzione nei luoghi in cui svolgono le riprese. 
Un atlante per la Calabria cinematografica 
Ora un atlante guida alla scoperta della Calabria cinematografica: “Cine Tour Calabria”, pubblicato da Rubbettino, di Maurizio
   Paparazzo e Giovanni Scarfò mappa film e set dagli anni '40 a oggi. Uno strumento, nato con il sostegno della Calabria Film
   Commission, utile per gli addetti ai lavori, ma destinato soprattutto agli appassionati di movie-tour. In otto itinerari rivive
   la storia della regione, dove natura e paesaggio rimandano a precise identità culturali: borghi, paesi e località marine del
   versante jonico e di quello tirrenico, per una cinematografia di ambientazione calabrese, dal neorealismo ai film di genere.
   “Paesaggi della contemplazione”, come li definì nel 2002 il regista tedesco Wim Wenders abbagliato dalla bellezza della Sila.
   Tornò qualche anno dopo nella Locride per un corto dedicato all'utopia di Riace. 
 Una App per i cineturisti 
«Abbiamo censito 220 film, con una ricerca articolata e complessa - spiega Paparazzo - e dimostrato quanto interesse abbia
   destato la Calabria nel mondo del cinema. Presto una App fornirà ulteriori indicazioni ai cineturisti in tour nella regione:
   saranno segnalati prodotti tipici, artigianato, strutture ricettive». 
In tour nelle location 
Divisa in quadranti, la Calabria descritta nel volume di Paparazzo e Scarfò rievoca a sua volta la storia del cinema. Che
   nella regione è iniziata con “Il lupo della Sila”, diretto da Duilio Coletti nel 1949, il primo film ad aver rivelato le potenzialità cinematografiche della Calabria con Vittorio Gassman, Amedeo Nazzari e Silvana
   Mangano. Una terra, la Calabria, che si è fatta strada fino ai David di Donatello con “ ‘A Ciambra” di Jonas Carpinano: storie
   di vita dalla periferia di Gioia Tauro, povera e fatiscente. Ora la Ciambra non è più il covo isolato di una umanità invisibile, ma una delle destinazioni di “Cine Tour Calabria”. Un luogo, certo, dove non si capita per caso. Così come nella sperduta Africo, set di “Anime Nere” (9 David di Donatello), tratto dall'omonimo libro di Gioacchino Criaco.  Diverse associazioni propongono trekking ed escursioni
   naturalistiche fra le rovine del borgo fantasma incastonato nell'Aspromonte. 
Una movie-map da Scilla al Pollino 
E il viaggio può continuare tra le location di “The Millionaires” di Claudio Santamaria: Pollino allo stato puro. Quelle catanzaresi
   di “Bishillah” (Miglior Corto David di Donatello 2018, appena sbarcato a Hollywood) di Alessandro Grande. Nella Gerace “Forever
   blues” di Franco Nero. Da Sibari a San Luca sulle tracce de “Il Brigante Musolino” (1950) di Mario Camerino. O lungo la costa
   di Melito Porto Salvo rievocando “Il ladro di bambini” di Gianni Amelio (1992). Da Palizzi a Pentedattilo, fino a Scilla,
   inseguendo “Un ragazzo di Calabria” (1987) di Luigi Comencini. 
Nell'Aspromonte di Mimmo Calopresti 
Il regista calabrese Mimmo Calopresti da qualche settimana è nel cuore dell'Aspromonte, per raccontare una storia epica che
   degli anni '50 arriva fino a oggi: trasforma in film il libro di Pietro Criaco “Via dall'Aspromonte” (Rubbettino). Fra i protagonisti di “Ad Africo”, non solo Valeria Bruni Tedeschi  e Marcello Fonte (Palma d'Oro al Festival
   di Cannes 2018 come Miglior Attore con “Dogman”), ma anche gli scorci e i paesaggi della Locride, da San Luca a Locri, ad Africo Vecchio, che già ispirano nuovi viaggiatori. 
Una nuova legge regionale per il cinema (e i territori) 
Dopo aver sperimentato gli effetti positivi del cinema sul territorio, offrendo location, assistenza e servizi, e sostenendo
   progetti con incentivi a fondo perduto, la Regione sta per approvare una nuova legge per sostenere lo sviluppo del distretto
   dell'industria cinematografica e affidare alla Fondazione Calabria Film Commission il compito di promuovere i territori attraverso il cinema. Un'attività con cui la regione Basilicata già da tempo fa sviluppo
   locale, destagionalizzando il turismo. «La regione rappresenta un caso di studio per il cineturismo – spiega Paride Leporace,
   direttore di Lucana film commission – una nuova nicchia del turismo culturale. In tutta l'Italia si registrano buone performances.
   Ma qui in Basilicata, l'Apt prima, poi la film commission e l'ufficio cultura della Regione hanno valorizzato il patrimonio
   filmico, mostrandosi sempre sensibili alle ricadute delle produzioni sul territorio. Così il primo claim della regione è stato
   “Basilicata terra di cinema”. E lo è diventata veramente». 
In volo da Pietrapertosa a Castelmezzano 
La “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo palpita ancora nell'immaginario di molti cineturisti. È quello che gli esperti chiamano “effetto longevity” del film. Il viaggio picaresco tra borghi, calanchi e strade sperdute che dal 2010 in poi ha ispirato gruppi di viaggiatori. Tutte
   le location sono indicate su Ciak si viaggia, pubblicazione online scaricabile dal sito di Lucana film Commission.  Ma la visione intera della Basilicata non è completa
   se non si visitano i luoghi delle riprese di “Un Paese quasi perfetto”, film di Massimo Gaudioso (con Silvio Orlando e Fabio Volo), ambientato tra Castelmezzano e Pietrapertosa, in provincia di
   Potenza, racchiusi nel Parco regionale di Gallipoli Cognato e le Piccole Dolomiti Lucane. Qui l'industria turistica funziona,
   anche grazie a nuovi attrattori: i due borghi sono collegati da due cavi d'acciaio sospesi a 100 metri da terra. Legati e
   agganciati, ci si sposta nel vuoto, alla velocità di circa 100-120 km, da Pietrapertosa a Castelmezzano e ritorno. 
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