Bastano due passi nel centro di Oslo per capire perché la capitale norvegese (Paese che pure non fa parte dell’Ue) sia stata nominata dalla Commissione europea “Green Capital” 2019. Tra l’avveniristica architettura del Norwegian National Opera & Ballet, magicamente sospesa sull’Oslofjord, l’antica fortezza di Akershus a picco sul mare, e poi sulle banchine di fronte al municipio è tutto un intreccio di piste ciclabili e pedonali, con le due ruote che sfrecciano veloci tra i sempre più rari parcheggi per auto (quasi tutti dotati di colonnina di ricarica). Parcheggi peraltro destinati a scomparire nel giro di pochi mesi, quando l’intero centro verrà chiuso alle auto private.
Non è un caso che la capitale norvegese, con i suoi oltre 650mila abitanti, abbia battuto sul filo di lana la belga Gand, la finlandese Lahti, l’estone Tallinn e la portoghese Lisbona (che l’ha poi spuntata nell’edizione 2020): per Oslo la lotta al cambiamento climatico è sempre stata una priorità. E Bruxelles ha dovuto riconoscere l’approccio determinato e lungimirante della città scandinava, che spazia dalla biodiversità ai trasporti pubblici, dalla coesione sociale alla salute pubblica.
Il sorpasso dei mezzi pubblici
L’elemento decisivo è stato rappresentato da obiettivi fin troppo ambiziosi sul fronte ambientale: la capitale norvegese punta
a tagliare le emissioni del 36% entro il 2020 (rispetto ai livelli del 1990) e addirittura del 95% entro il 2030. In che modo?
Agendo con determinazione su diverse leve: entro il 2020, per esempio, tutti i mezzi di trasporto pubblico dovranno essere
emission free, taxi compresi. Ma già dal 2016, per la prima volta nella storia, a Oslo sono stati fatti più viaggi con mezzi pubblici che
con auto private. La capitale nordica è inoltre da tempo la capitale mondiale della e-car, con oltre il 60% delle vetture
nuove elettriche, ibride o a idrogeno: merito degli enormi incentivi esistenti da tempo (sulle e-car non si pagano né Iva
né tassa di circolazione). Nella città sono presenti più di 1.300 punti di ricarica per vetture elettriche, ma anche parcheggi
gratuiti e incentivi finanziari ai cittadini che vogliono installare colonnine di ricarica private.
Il bilancio climatico
«Quelli indicati sono obiettivi molto ambiziosi, non è facile tagliare le emissioni quando la popolazione è in crescita come
nel nostro caso», sorride Anita Trosdahl, project manager di Oslo Green Capital 2019, dal suo ufficio di fianco al Radhus,
il municipio, a due passi dal porto nel cuore dell’Oslofjord. «Per questo è indispensabile la collaborazione dei cittadini,
la maggior parte dei quali comunque appoggia gli obiettivi che ci siamo dati. Anche il mondo imprenditoriale si è dimostrato
molto sensibile ai temi ambientali, con orgoglio, anche perché consapevole che un approccio sostenibile sarà sempre più centrale
nel business del futuro – continua Trosdahl –. Certo, in alcuni casi ci sono state delle perplessità, come quando si è valutato
di ridurre il numero di voli diretti all’aeroporto di Oslo Gardemoen per contenere l’impatto ambientale, ma in generale la
risposta della città è positiva».
Nel 2016 la capitale norvegese ha introdotto un “bilancio climatico”, tra le prime al mondo. Convinta sostenitrice dell’economia circolare, sfrutta i rifiuti domestici per produrre biogas che viene utilizzato come combustibile destinato ad autobus urbani e camion per il trasporto rifiuti.
Guerra alle auto private
La socialista Marianne Borgen, che dal 2015 guida l’amministrazione cittadina, ha dichiarato guerra alla mobilità privata
annunciando lo stop totale alle auto (anche elettriche) nel centro storico “allargato” a partire dal 2019, con l’impegno di
continuare a sviluppare percorsi pedonali. Anche se già oggi quasi un terzo (il 32%) degli spostamenti all’interno della capitale
viene effettuato a piedi, l’obiettivo è aumentare la percentuale al 35% attraverso lo sviluppo di un’infrastruttura pedonale
accessibile e senza interruzioni.
Oslo vuole anche triplicare la percentuale di spostamenti effettuati in bicicletta dal 6% al 18% entro il 2020: questo non solo costruendo nuove piste ciclabili, ma anche rendendo meglio utilizzabili quelle già esistenti nei rigidi mesi invernali, per esempio con una più rapida rimozione della neve. Dal 2016, inoltre, la capitale norvegese ha varato incentivi finanziari per le biciclette elettriche, rendendole molto popolari.
Persino sul trasporto merci Oslo ha obiettivi ambiziosi: i mezzi di trasporto leggero dovranno entro il 2020 essere tutti ibridi o comunque spinti da energie rinnovabili, mentre per i veicoli pesanti l’obiettivo è di averne il 20% a propulsione ecologica.
Edifici e musei solo «green»
Da tempo anche l’edilizia è rigorosamente “verde”. Sempre entro il fatidico 2020, nessun edificio della capitale norvegese
potrà essere riscaldato con combustibili fossili: sono previsti incentivi finanziari sia a livello governativo che comunale
per rimuovere le vecchie caldaie e rimpiazzarle con fonti di riscaldamento rinnovabili. L’attenzione sarà massima anche al
momento della costruzione degli edifici: ogni cantiere dovrà dotarsi di una struttura di pannelli solari per produrre energia
pulita destinata ai macchinari pesanti (gru, bulldozer, ruspe).
Tra le aree più ecosostenibili della città spicca senza dubbio il nuovo quartiere Vulkan, costruito in un’ex area industriale sulle rive del fiume Akrselva: è dotato persino di una mini centrale per produrre energia geotermica, oltre che letteralmente ricoperto di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua. Ma c’è anche la nuova area del lungomare di Tjuvholmen, equipaggiata con barriere artificiali per preservare la fauna ittica e in generale l’ecosistema dell’Oslofjord. Senza contare i nuovi edifici che diventeranno protagonisti della skyline di Oslo: l’avveniristica Lambda che ospiterà il Museo Munch, la fantascientifica biblioteca Deichman e il nuovo Museo Nazionale. Tutti rigorosamente costruiti con materiali ecosostenibili.
Gli eventi clou del 2019
Oltre 350 eventi organizzati assieme a più di 160 partner, anche internazionali: Oslo sta facendo di tutto per celebrare al
meglio il suo anno da Capitale Verde d’Europa. Il programma è ancora in evoluzione, con un’offerta che va dai concerti alle
mostre, dal cinema al food, senza naturalmente dimenticare le grandi conferenze internazionali.
Nel week-end dal 4 al 6 gennaio si terrà la cerimonia di inaugurazione in concomitanza con il Salt, evento che unisce arte, musica, food e architettura tra concerti, mostre, conferenze e persino saune, il tutto racchiuso in un “villaggio invernale” in legno progettato da Sami Rintala e costruito nella zona dell’Opera House.
Tra i grandi eventi internazionali vanno ricordati il Nordic Electric Vehicle Summit (21-22 marzo), conferenza sull’elettrificazione dei trasporti in terra, mare e cielo alla quale sono attesi 900 delegati da 35 Paesi, ma anche la Nordic Biogas Conference (9-10 aprile) e la Urban Future Global Conference (22-24 maggio), maggior evento europeo dedicato alle città sostenibili tra sviluppo urbano e mobilità.
Molto fitto il calendario di giugno, con il Nor-Shipping (4-7 giugno) dedicato alla nave elettrica e il World Green Infrastructure Congress (10-13 giugno), focalizzato sulle soluzioni di edilizia basate su materiali vegetali. Nella seconda metà di settembre Oslo infine ospiterà l’Ifla World Congress 2019 (18-20 settembre), celebre evento dedicato all’architettura paesaggistica, e l’Oslo Innovation Week (24-28 settembre), la più grande conferenza nordeuropea.
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