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Dossier I rifugi gourmet ad alta quota dalla Val d’Aosta al Veneto

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    Dossier | N. (none) articoliGuida alle vacanze sulla neve

    I rifugi gourmet ad alta quota dalla Val d’Aosta al Veneto

    Mai stato un problema mangiare bene sulle Alpi, diremmo benissimo in alcune zone. A parte Friuli e Piemonte - che non hanno vette gastronomiche – in Val d'Aosta come in Lombardia, per non parlare di Trentino e Alto Adige, si trovano grandi ristoranti, in buona parte ospitati da storici alberghi ma anche da recenti boutique hotel.

    Alta Badia: una valle a 6 stelle MIchelin
    Ma l'esperienza vera, per chi ama le cime e il buon cibo, resta quella dei rifugi-gourmet: l'altitudine è ovviamente diversa, ma lo spirito è identico a quello delle tavole pieds dans l'eau, ricercatissime in estate. Il piacere di gustare un buon piatto, guardando la montagna innevata (artificialmente, come capita sempre più spesso), migliora l'umore tanto più se si è arrivati dopo un bel tratto di strada – a cena è un classico servirsi dei gatti delle nevi - e si trova un bel camino acceso. Romanticismo a parte (quasi tutti hanno il loro bravo sito con info e sistema di prenotazione), ci sono rifugi dove l'esperienza culinaria ed enologica sfiora quella stellata. Tanto è vero che l'Alta Badia, dal 17 dicembre, propone la decima edizione di Sciare con Gusto, l'evento che porta grandi chef italiani e stranieri ad alta quota per creare un piatto d'autore in ciascuno dei dieci rifugi coinvolti: Utia l'Tama (Diego Rossi), Utia Lee (Martin Dalsass), Utia Piz Arlara (Matteo Metullio), Utia Pralongià (Gennaro Esposito), Utia i Tablà (Cristina Bowerman), Utià de Bioch (Norbert Niederkofler), Club Moritzino (Giorgio Locatelli), Utia Bamby (Tomaz Kavcic), Utia Las Vegas (Nicola Laera) e Utia Jimmi (Giancarlo Morelli).

    Nel programma sono previsti anche singoli eventi come Sommelier in Pista e la settimana della cucina ladina. In Alto Adige sono quotati anche la Malga Gostner all'Alpe di Siusi, la Baita Daniel in Val Gardena e il Rifugio Jora in Alta Pusteria dove il talentuoso Markus Holzer ha creato un mountain dining resort, con un menu creativo a base di prodotti biologici della zona.

    Le tappe in Veneto e Lombardia
    A Cortina, i punti fissi sono il Rifugio Scoiattoli, il Col Druscie e il Rifugio Averau, inserito dal Sunday Times tra i dieci migliori locali delle Alpi. Molto apprezzata è anche la cucina del Viel del Pan, nel comprensorio di Arabba.In Lombardia, il rifugio più famoso per sciatori (o escursionisti)- gourmet è senza dubbio il Gimmy's all'Aprica: stube interamente in legno dove si può gustare cucina mediterranea – con tanto pesce – e selvaggina valtellinese. Altrettanto rustico ma con piatti a km zero, pane fatto in casa e tanto bio è Maitardi a Madesimo mentre a Valmalenco è molto amato il Rifugio Motta.

    Val d’Aosta e Piemonte
    Passando in Val d'Aosta, legno e ferro caratterizzano il Societé Anonyme a Pila, famoso per i panini del bar con salumi e formaggi valdostani come per i piatti creativi del ristorante. In Val Veny dominano il Courba Dzeleluna con ottime proposte tipiche e la Maison Vieille, che - al di là di una spettacolare terrazza affacciata sul Monte Bianco - conquista per la carne cucinata sulla losa, una pietra scaldata direttamente sul fuoco.

    Sopra La Thuile imperano la Maison Carrel e il Riondet mentre chi frequenta Courmayeur sceglie il raffinato mountain lodge Super G oppure i più tradizionali La Chaumière e Alpetta da Chopper.

    Cult per i piemontesi è Meira Garneri, in Val Varaita: oltre a preparare i buonissimi Ravioles, è il regno della merenda sinoira, ossia il piccolo pasto che i contadini consumavano verso le 17, dopo aver finito i lavori nei campi e prima di affrontare quelli serali. Sina in dialetto piemontese vuol dire cena: si tratta di un menu di cinque-sei portate frugali ma buonissime, riproposte integralmente in locali (pochi ormai) che valgono sempre la fatica per raggiungerli. Altro che apericena, credeteci.

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