In bici o a piedi sulla pista fotovoltaica che alimenterà case e alberghi. Perché vent'anni dopo la scelta dell'area marina protetta di Capo Carbonara in cui tutela ambientale e turismo riescono a convivere, e l'inserimento nelle Top 100 Destinazioni Sostenibili dell'anno 2018, (speciale lista, denominata “Sustainable Destinations Top 100”, che mira a riconoscere le destinazioni turistiche impegnate nella sostenibilità ambientale) Villasimius, centro turistico nella Sardegna sud orientale tra mare e macchia mediterranea, si cerca un'altra strada all'insegna dell'ecologia.
Traendo ispirazione dalla SolaRoad pista inaugurata ad Amsterdam nel 2014, costruire una percorso lungo quattro chilometri in grado di collegate il centro cittadino con l'area del porticciolo turistico e le aree balneari. L'idea è quella di realizzare “un innovativo itinerario ciclopedonale rivestito di pannelli fotovoltaici, sormontati da una lastra di vetro antiscivolo e integrati in una struttura in acciaio sollevata e ancorata a terra, in grado di produrre energia che andrà a soddisfare il fabbisogno energetico delle strutture che si trovano lungo il tracciato”. Scelta in linea con la decisione adottata una ventina d'anni fa con l'istituzione dell'area marina protetta di Capo Carbonara. Non un limite (in tutte le zone è vietata la pesca subacquea, le immersioni con autorespiratore sono consentite solamente dopo aver ottenuto il benestare dalla direzione dell'area marina protetta mentre in altre è vietata balneazione e navigazione) ma, come rimarcano in Comune «un punto di forza per una crescita importante».
Villasimius, vocazione green
Non a caso il rapporto del Consorzio turistico Villasimius relativo al 2017 parla di circa seicentomila presenze ufficiali
cui si devono aggiungere quelle delle 5mila seconde case e un giro d'affari di circa 100 milioni di euro. Punto di forza proprio
il patrimonio ambientale offerto da un'area vasta 86 chilometri quadrati, in cui sono presenti spiagge dotate di servizi,
strutture ricettive e lo specchio d'acqua cristallino in cui sorgono l'isola dei Cavoli e l'isola di Serpentara (dove è possibile
vedere i delfini alle prime luci dell'alba o al tramonto), le secche di Mezzo e di Libeccio (a sud dell'isola dei Cavoli),
la secca di Santa Caterina a ovest dell'omonima cala e la secca dei Pescatelli nella zona di mare antistante porto Saruxi.
Senza dimenticare poi le iniziative green come i bidoni galleggianti Seabin, i cuscini di posidonia, le colonnine di ricarica
per auto elettriche, la creazione di un impianto di compostaggio e i parcheggi salati nella spiaggia di Punta Molentis per
regolamentare la presenza antropica nei periodi di punta. Ora il nuovo progetto che suona quasi come una sfida all'insegna
del turismo e dell'energia rinnovabile.
Per il momento c'è il via libera dell'amministrazione all'attuazione del progetto (inquadrato nell'ambito del programma Stratus - Strategie ambientali per un turismo sostenibile) finanziato in parte con fondi comunitari e in parte attraverso una campagna di equity crowdfunding dal basso che coinvolgerà cittadini e imprese. Attraverso i bandi ci sarà la scelta dell'azienda che dovrà occuparsi tanto della realizzazione del progetto, quanto di coordinare la campagna di raccolta fondi, seguendo «il modello economico di riferimento - chiariscono dal Comune - rappresentato dal progetto di riqualificazione energetica del PalaYamamay, il palazzetto dello sport di Busto Arsizio».
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