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Bruxelles, 48 ore dentro la bolla e la lanterna d’Europa

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diario dalLA capitale ue

Bruxelles, 48 ore dentro la bolla e la lanterna d’Europa

BRUXELLES - A Bruxelles la chiamano bubble, la bolla. Quando arrivi, è facile capire perché. I quartieri generali delle varie istituzioni europee (Parlamento, Consiglio europeo, Consiglio dell’Unione europea e Commissione) sono concentrati nell’arco di pochi minuti a piedi, sempre che non si voglia ricorrere ai mezzi o ai monopattini elettrici che hanno iniziato a spopolare nella città. Da fuori danno l’impressione che le contestano gli euroscettici, quella di un corpo estraneo al Belgio fatto di palazzi vetrati e un interminabile via via di una élite di deputati, diplomatici, lobbisti, addetti stampa e giornalisti internazionali.

Spingersi al loro interno, però, può essere un buon modo per toccare con mano il funzionamento della macchina europea, assistendo a un’assemblea dagli ultimi scranni dell’Emiciclo o scorrendo le biografie dei 751 deputati sugli schermi distribuiti nel Parlamentarium: un museo interattivo dedicato alla democrazia europea, dall’attività dei suoi parlamentari a grafici che rappresentano l’impatto della Ue su vari paesi europei. A Bruxelles la «bolla» è un’attrazione turistica che compete con le bellezze architettoniche della Grand-Place, il folkore del Manneken-Pis (noto a tutti come il bambino che fa pipì, la statua di bronzo che ha appena compiuto 400 anni) e l’Atomium, la costruzione in acciaio che raffigura nove atomi ed è diventata uno dei simboli della capitale. La differenza è che si può visitare tutta in meno di due giorni, magari correndo un po’.

La prima tappa, il Parlamento europeo
Iniziamo proprio dall’Europarlamento, l’istituto che rappresenta meglio il tentativo di una democrazia europea. Si tratta dell’unico organismo eletto direttamente dai cittadini, come succederà nel voto del 23-26 maggio all’Eurocamera. Per orientarsi si può fare un salto a Stazione Europa, un info-point sulle visite, chiamato così perché ricavato dal vecchio scalo di Bruxelles-Luxembourg, prima di passare per l’Agora Simone Weil: la piazza che fa da fulcro all’'Esplanade Solidarność 1980, la passeggiata che ospita l’intero perimetro degli edifici europei.Il cuore simbolico, e architettonico, è a pochi passi: l’emiciclo, sede delle riunioni del Parlamento insieme al suo omologo di Strasburgo, ospitato dall’edificio intitolato al politico belga Paul-Henri Spaak. L’entrata ufficiale, quella calcata da primi ministri e qualche star occasionale, è al civico 60 di rue Wiertz, l’indirizzo che probabilmente vi sarà comparso su Google Maps quando avete cercato il Parlamento europeo. Si può visitare tutti i giorni da lunedì a venerdì in varie tranche orarie dalle 9 alle 16, anche se al venerdì ci si ferma alle 11. La visita può essere individuale o in gruppo, con audioguida o personalizzata, per una durata di 30 minuti. A volte può capitare di fare ingresso nell’Emiciclo nel corso di una votazione del Parlamento, o di parlare - su prenotazione - con un deputato.

In quel caso, il consiglio è di aspettare qualche mese: la legislatura è in scadenza e il nuovo parlamento si insedierà il 2 luglio, tra l’altro con un’assemblea plenaria nella sua sede di Strasburgo.

Se volete provare un’esperienza più multimediale, conviene virare sull’edificio Willy Brandt: la sede di Parlamentarium, un «museo interattivo» che permette di immergersi nella realtà europea con vari soluzioni digitali. Ci si può sedere e assistere alla storia della Ue proiettata su uno schermo curvo a 360 gradi o ripassare l’impatto dell’Europa sui singoli paesi con una mappa interattiva sul pavimento. Se siete studenti, potete iscrivervi e partecipare a giochi di ruolo e immedesimarvi nel ruolo degli eurodeputati, in una simulazione del processo legislativo Ue. L’apertura è dalle 13 alle 18 il lunedì, dalle 9 alle 18 da martedì a venerdì, dalle 10 alle 18 sabato e domenica.

Nella stessa fascia oraria si può fare tappa alla Casa della storia europea: un percorso lungo la storia del Continente che parte dalle origini mitologiche del suo nome (Europa, come la principessa fenicia rapita da Zeus) per allargarsi poi, variamente, a medioevo, l’età Moderna e la formazione degli Stati nazione, il due conflitti mondiali del XX secolo, gli anni della contestazione e le crisi politiche più recenti. Qui si passa dall’esposizione di documenti storici, incluse le lettere lanciate dei deportati dell’Olocausto dal finestrino dei convogli, a strumenti più interattivi per “entrare” nei fatti che hanno condotto l’Europa alla sua integrazione attuale.

Europa, la sede dei due Consigli di Bruxelles
Consiglio europeo e Consiglio dell’Unione europea. I due istituti, spesso confusi fra loro, hanno il compito di rappresentare gli stati membri a Bruxelles con obiettivi e composizioni diverse. Il Consiglio europeo è formato è formato da capi di Stato o di governo degli stati membri e definisce la direzione politica della Ue. Il Consiglio della Ue riunisce invece i ministri degli Stati membri e ha il potere di adottare leggi, in contitolarità con il Parlamento. Per semplificare ulteriormente le cose, ironizzano anche a Bruxelles, i due istituti si trovano nello stesso edificio: Palazzo Europa, l’edificio da 70.600 metri quadri e 11 piani che è diventato dal 2017 la casa ufficiale dei due istituti. La costruzione è occupata per il 40% da una versione restaurata del Résidence Palace, complesso in stile Art déco firmato dall’architetto Michel Polak nel 1922 e trasformato, nel dopo guerra, nella sede di alcuni uffici del governo belga. Oggi ospita le delegazioni dei vari stati membri, il presidente del Consiglio europeo e alcuni membri dello staff.

Può essere visitato via prenotazione in gruppi da 10 o 20 persone. Nel primo caso si accede al Centro visitatori e agli edifici del Consiglio, ma solo negli spazi pubblici e senza una visita guidata. Quando si sale a 20 visitatori, si aprono le porte per sessioni d'informazione con gli esperti e una visita guidata degli edifici. I corridoi bianchi della vecchia Résidence Palace sono una parentesi d’epoca in un progetto decisamente avveniristico. I visitatori possono passeggiare sotto la Lanterna, l’edificio che ospita le stanze per le riunioni di capi di Stato e ministri, chiamato così per la sua forma: la sua facciata, costituita dall’intreccio di telai di finestre di legno, di notte si illumina con le 374 lampade a Led installate. Al suo interno si trovano le meeting rooms, le stanze per la riunione dei rappresentati Ue. La più nota è la R3, quella che prevede un unico tavolo circolare al suo centro e ospita i vertici del Consiglio europeo. Una curiosità: i vari colori distribuiti fra pavimento e soffitto non sono presenti in alcuna bandiera di uno stato Ue, per evitare una forma di favoritismo o discriminazione verso qualche paese europeo.

La Commissione, occhio alle prenotazioni
Per arrivare alla Commissione europea basta, letteralmente, attraversare la strada: la sua sede, il Palazzo Berlaymont, è dall’altro lato di Rue de la Loi. In questo caso l’accesso è limitato al Centro visite, peraltro con un anticipo minimo di 10 settimane e un risposta definitiva che può arrivare entro due settimane dalla data designata. In questo caso, il target è più formativo che turistico: i pacchetti di visite, con durata dai 90 minuti a un giorno e mezzo (!) si rivolgono solo a gruppi e ruotano intorno a un’introduzione delle funzioni istituzionali, in genere rivolto a studenti di scuola secondaria, universitari o funzionari interessati a visite specifiche. Ci sarebbe anche la possibilità di accedere alla biblioteca della Commissione, ma l’ingresso è riservato ai ricercatori. Una buona occasione per varcare le sue soglie in maniera più coinvolgente è l’Open day delle istituzioni Ue, in genere in calendario quando si avvicina la festa dell’Europa del 9 maggio. Per quest’anno la data è già in archivio (il 4 di maggio), ma si può recuperare l’anno prossimo. La Ue ci sarà ancora. Vedremo solo come sarà cambiata.

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