Trasporti: con l’alta velocità della Koralm-Bahn la Carinzia diventa il nuovo hub logistico europeo
Il futuro dell’Europa corre a 250 all’ora tra i laghi della Carinzia e le Alpi della Stiria. Qui prende forma un nuovo asse economico e logistico destinato a cambiare la rotta della competitività del Vecchio Continente.
Con l’entrata in funzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Koralm, l’Austria ridisegna la propria geografia economica e la Carinzia si candida a diventare uno dei principali snodi logistici dell’Europa centrale. Un’infrastruttura da 6 miliardi di euro, lunga 130 chilometri e con 50 chilometri di galleria, collega in modo diretto e veloce Graz e Klagenfurt, abbattendo i tempi di percorrenza da tre ore a 45 minuti.
Dal prossimo 14 dicembre la tratta sarà aperta anche al traffico passeggeri e merci, mentre dal marzo 2026 la compagnia WESTbahn introdurrà i suoi convogli a 250 km/h tra Vienna e Villach, completando il collegamento ad alta velocità nel Sud del Paese. Un cambiamento che va ben oltre la mobilità: la nuova linea rappresenta il tassello mancante del corridoio Baltico-Adriatico, asse strategico che collega Polonia, Austria e Italia.

Un motore economico per l’Alpe-Adria
L’opera segna la nascita di una macroregione economica che unisce Stiria e Carinzia: un’area metropolitana con 1,8 milioni di abitanti e 770 mila occupati che si configura come la seconda più grande d’Austria, destinata a diventare un motore di sviluppo industriale e logistico nel cuore dell’Europa.
Secondo il governo regionale carinziano, la Koralm-Bahn consentirà di trasferire una quota crescente del traffico merci dalla strada alla ferrovia, con un risparmio stimato di 60 mila tonnellate di CO2 l’anno. È anche un passo verso l’integrazione economica e ambientale dell’area Alpe-Adria, con benefici diretti per il Nord-Est italiano. La ferrovia, infatti, rafforza in particolare le connessioni tra i porti dell’Alto Adriatico e i mercati dell’Europa centrale, con un potenziale incremento del traffico intermodale e una riduzione dei costi logistici. La nuova linea è infatti pensata per integrare le diverse modalità di trasporto, favorendo il passaggio delle merci su rotaia e sostenendo la transizione verso una logistica a basse emissioni. In questo scenario, l’infrastruttura ferroviaria diventa volano per lo sviluppo sostenibile, capace di rendere la regione austriaca più attrattiva per imprese e investitori, nella sua nuova veste di porta d’accesso ai mercati del Nord Europa.
Fürnitz, la nuova piattaforma logistica dell’Austria del Sud
Uno dei maggiori beneficiari del nuovo assetto sarà il terminal intermodale di Fürnitz, oggi già nodo strategico del corridoio Baltico-Adriatico. Il Logistik Center Austria Süd si prepara a un piano di espansione che prevede nuove superfici per la logistica avanzata, servizi di imballaggio, montaggio leggero e consolidamento merci. Obiettivo: rafforzare la catena del valore in Carinzia e attirare investimenti produttivi. Entro il 2029, inoltre, il completamento della seconda canna del tunnel delle Caravanche – il collegamento autostradale e ferroviario tra Austria e Slovenia – migliorerà ulteriormente la resilienza dei flussi di merci e il collegamento multimodale verso i porti adriatici e balcanici.

Manifattura e green economy
La maggiore accessibilità e i tempi ridotti favoriranno anche l’insediamento di imprese manifatturiere e high-tech, attratte da una regione che coniuga infrastrutture moderne, politiche di innovazione e alta qualità della vita. La Carinzia, già oggi uno dei poli più dinamici dell’Austria nel campo della tecnologia ambientale e della microelettronica, mira a rafforzare il proprio ruolo di laboratorio di green economy e logistica intelligente, in equilibrio tra competitività e sostenibilità. La nuova Koralm-Bahn non rappresenta soltanto un’opera ingegneristica d’avanguardia, ma il simbolo di un’Europa che torna a investire in connessioni fisiche e in cooperazione economica, puntando su infrastrutture moderne, qualità della vita e politiche di attrazione imprenditoriale. Nel mosaico di corridoi che uniscono il Baltico all’Adriatico, la Carinzia è pronta a giocare la partita da protagonista, rafforzando il proprio ruolo di regione ponte tra Mediterraneo e Europa centrale.



Carinzia hotspot per la green economy
La regione è tra i protagonisti della nascente Hydrogen Valley, prima piattaforma europea dedicata all’idrogeno verde per l’industria
L’Austria meridionale si prepara a giocare un ruolo da protagonista nella decarbonizzazione dell’industria europea. È stato ufficialmente lanciato il progetto della prima Hydrogen Valley d’Europa dedicata alle applicazioni industriali, che coinvolge tre Länder strategici: Carinzia, Stiria e Alta Austria.
Si tratta di un'iniziativa senza precedenti per scala e impatto: 17 progetti coordinati, 578 milioni di euro di investimenti previsti entro il 2030, e un finanziamento iniziale di 20 milioni di euro già stanziato dalla Commissione europea. L’obiettivo è ambizioso: costruire un ecosistema produttivo dell’idrogeno verde lungo l’intera catena del valore, dalla produzione al trasporto, dallo stoccaggio all’utilizzo nei settori industriali più difficili da decarbonizzare.
L’idrogeno al servizio dell’industria: cinque progetti in Carinzia
La Hydrogen Valley punta a sviluppare un sistema integrato e interregionale per la produzione e l’uso dell’idrogeno verde. Nei tre Länder coinvolti – Carinzia, Stiria e Alta Austria – sono previsti nuovi impianti per una produzione complessiva oltre le 10.000 tonnellate annue, a fronte di una domanda stimata in 13.000 tonnellate entro il 2028. Dei 17 progetti totali, cinque saranno realizzati in Carinzia, rafforzando il posizionamento della regione nel panorama europeo dell’energia pulita per l’industria.
Integrazione europea: il corridoio SoutH2
Il progetto si inserisce in un contesto strategico a livello continentale. L’Austria è tra i promotori del SoutH2 Corridor, il corridoio dell’idrogeno da quasi 4.000 km che collegherà il Nord Africa alla Germania, passando per Italia e Austria. Una dichiarazione congiunta firmata a Roma da Austria, Germania, Italia, Algeria e Tunisia ne ha recentemente rilanciato lo sviluppo. La Hydrogen Valley si propone come nodo fondamentale di questo futuro asse energetico a basse emissioni.

Un ecosistema maturo per l’economia sostenibile
La Hydrogen Valley si innesta in un contesto favorevole. In Carinzia, l’energia elettrica è già 100% rinnovabile, grazie soprattutto all’idroelettrico. La regione si distingue per la presenza di una forte industria del legno, una solida cultura della cooperazione tra imprese e ricerca e una crescente specializzazione nelle tecnologie ambientali.
Fulcro di questa rete è il Green Tech Valley Cluster, che collega oltre 300 realtà tra aziende, startup e centri di ricerca di Carinzia e Stiria. Le imprese che ne fanno parte generano complessivamente un fatturato annuo di 7,6 miliardi di euro e danno lavoro a circa 26.500 persone, con un tasso di crescita costante. Secondo le stime, entro il 2028 il settore green in Austria potrebbe creare fino a 100.000 nuovi posti di lavoro, in ambiti che spaziano dal software alla mobilità elettrica, dalle energie rinnovabili ai sistemi di riciclo, fino a tecnologie emergenti come la carbon capture, ovvero il riutilizzo della CO2 industriale per la produzione di combustibili e materiali da costruzione.
Pur mantenendo un forte radicamento territoriale, il Green Tech Valley ha una chiara vocazione internazionale: circa il 90% della produzione viene esportato, una quota ben superiore rispetto alla media nazionale (72%).
“Rispetto alla sua dimensione economica, la Carinzia presenta una concentrazione straordinaria di imprese green tech. Questo la rende un hub d’eccellenza nella transizione ecologica.” afferma Bernhard Puttinger, direttore del cluster.
Scambio energetico e cooperazione transfrontaliera
A rafforzare il network regionale c’è anche l’Energieforum Kärnten, un’associazione attiva da 18 anni nella promozione dell’efficienza energetica. Nata per fornire consulenza ai privati, oggi riunisce circa 400 aziende impegnate nella transizione verde.
“Siamo un punto di riferimento per il Green Deal a livello locale.” spiega Bernd Triebel, fondatore e presidente dell’associazione.
L’Energieforum organizza ogni anno le settimane di consulenza edilizia ed energetica e partecipa a iniziative transfrontaliere, come il nuovo progetto con la Slovenia per promuovere reti locali dedicate all’economia circolare.

Finanza e innovazione: le leve del modello carinziano
La strategia green della Carinzia si fonda su visione industriale, investimenti pubblici mirati e innovazione applicata. Il Fondo KWF sostiene la transizione con programmi dedicati:
• First Green: fornisce supporto mirato e personalizzato alle imprese, facilitando anche il networking tra aziende per affrontare le sfide del Green Deal europeo. Include workshop tematici con esperti e consulenze su misura.
• EFRE/JTF Invest: sostiene investimenti finalizzati a una crescita sostenibile e all’uso efficiente delle risorse, attraverso contributi a fondo perduto.
• Attuazione Ricerca & Sviluppo: promuove progetti di R&S a tema libero per imprese di ogni dimensione, con particolare attenzione a soluzioni verdi, digitali e resilienti. Le collaborazioni tra aziende e istituti di ricerca sono espressamente incoraggiate.
E proprio da queste sinergie nascono innovazioni concrete. Un esempio è il progetto sviluppato dal centro di competenza Wood K plus di St. Veit an der Glan, che lavora sull’applicazione di materiali compositi derivati da fonti rinnovabili. Tra le iniziative in corso, spicca lo sviluppo di sensori a base di cellulosa per il monitoraggio dei processi produttivi: sottili come bustine da tè, stampati su carta anziché su plastica, sono più sostenibili, economici e integrabili nei prodotti finiti.
Questi sensori possono essere utilizzati, ad esempio, per rilevare crepe, umidità, dilatazioni o rotture nei materiali, contribuendo alla manutenzione predittiva nel settore automotive o al monitoraggio dell’umidità nei componenti edilizi. Una soluzione pratica ed efficiente che rende i processi industriali più sicuri e sostenibili.
Un altro esempio virtuoso è il progetto SynCycle, che punta al riciclo chimico delle plastiche per reinserirle nella catena del valore in modo potenzialmente infinito. L’impianto pilota è in fase di realizzazione a Völkermarkt da parte dell’azienda carinziana KRUWE GmbH, in collaborazione con partner dell’Alta Austria e della Stiria. Il progetto, dal valore complessivo di 3,9 milioni di euro, è sostenuto anche dal Fondo KWF. Iniziative come questa dimostrano la volontà della Carinzia di diventare una piattaforma industriale avanzata per l’economia circolare, capace di integrare ricerca, produzione e occupazione green.
Alta formazione, alta specializzazione
A chiudere il cerchio c’è il ruolo delle istituzioni formative. La FH Kärnten di Villach, per esempio, si distingue per i suoi studi sulle batterie agli ioni di litio, fondamentali per la mobilità elettrica. L’istituto è recentemente entrato a far parte del network European University e partecipa al progetto ACE², promosso dall’Unione Europea per rafforzare ricerca applicata, innovazione e imprenditorialità.
Al suo fianco, centri come Wood K plus a St. Veit an der Glan – che offre percorsi di formazione avanzata e ricerca applicata su materiali e processi sostenibili - e l’Istituto Tecnico Superiore Federale Euregio HTL di Ferlach - che offre un indirizzo dedicato alla tecnologia delle materie plastiche e del riciclo - contribuiscono a formare competenze strategiche per l’economia circolare e la transizione ecologica.



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Quando diciamo Carinzia pensiamo istintivamente alla natura, ai laghi verde smeraldo e alle montagne da vivere in tutte le stagioni dell’anno.

