Enel
Contenuto Pubblicitario

 

Economia circolare e sostenibilità

come driver del progetto Futur-e

Futur-e nasce con l’ambizioso obiettivo di trovare nuove destinazioni d’uso per 24 siti, 23 centrali termoelettriche e una ex area mineraria, che hanno ormai concluso il loro ruolo nel sistema energetico. Per accompagnare i siti verso una nuova vita, Enel Produzione ha creato un processo di ricerca dei progetti di riqualificazione in cui la parola chiave è “sostenibilità”, declinata principalmente su tre linee guida: economica, ambientale e sociale.

La sostenibilità economica è una prima garanzia fondamentale per il territorio che ospita il sito in dismissione: a prendere il posto di una centrale deve essere un progetto in grado di sostenersi nel tempo, altrimenti porterebbe solo uno sviluppo temporaneo. Per questo viene verificata attentamente la solidità finanziaria di ogni progetto, corredato di business plan e di informazioni dettagliate su chi investe, con le relative referenze sul passato sviluppo di progetti simili e su come intenda realizzare e gestire la nuova attività. Il secondo parametro è la sostenibilità ambientale: oggi non è pensabile avviare un business senza tenerne conto, e Futur-e esclude attività che non vadano nella direzione di conservazione e salvaguardia dell’ambiente. Sostenibilità sociale significa che la nuova attività deve essere una risorsa per la comunità locale, creando opportunità di sviluppo e di occupazione, sia diretta che indiretta.

Tra cantieri, concorsi di progetto, riconversioni interne e studi del territorio, per oltre la metà dei siti Futur-e il percorso verso la nuova vita è già iniziato. Porto Tolle si avvia a diventare un grande villaggio turistico open air, Trino un parco dedicato all’automotive e alla mobilità elettrica, a Carpi è tutto pronto per inaugurare un polo logistico hi-tech e sostenibile. L’impianto di Piombino è al centro di un progetto di trasformazione per farne un polo turistico e commerciale, per Montalto di Castro è stato individuato un progetto che propone una valorizzazione dell’area creando un polo turistico e ricettivo con tanto di marina mentre sono aperte alla partecipazione di progettisti, sviluppatori e investitori due procedure di concorso per i siti di Campomarino, in Molise, e Portoscuso, in Sardegna, attraverso il sito https://corporate.enel.it/it/futur-e.

Ma perché realizzare questi progetti proprio nei siti che ospitavano le centrali elettriche? È qui che entra in gioco il secondo driver del progetto Futur-e, l’economia circolare.  Una centrale elettrica è una somma di diverse parti che possono essere viste in altra funzione. Edifici, mense, capannoni, ma anche la sala macchine che ospitava gli impianti, tutto può essere riutilizzato in modo diverso, salvaguardando anche icone di archeologia industriale. Ogni impianto ha connessioni alla rete elettrica di Alta Tensione, impianti di trattamento acque, connessioni. Tutti questi sono punti di forza degli asset Futur-e. Non solo: le location. Molti impianti sono sul mare, su coste bellissime, altri vicini a luoghi di interesse artistico e culturale o collocati nei pressi di importanti nodi infrastrutturali: anche questi sono elementi dello sviluppo futuro. L’economia circolare è questo: riutilizzare invece di demolire è il valore derivante dal creare progetti in grado di rigenerare il territorio investendo su un brownfield che viene ripensato invece che su un greenfield, senza consumare nuovo suolo.

Immaginiamo una piccola cittadina in riva al mare, una comunità locale dove si incontrano amministratori, commercianti, professionisti, studenti; una centrale elettrica ormai chiusa e tante idee e proposte per il suo futuro. Una storia di condivisione, sostenibilità e cambiamento verso un modello sempre più sostenibile, vissuta attraverso gli occhi di tre ragazzi in un video che, già nel formato, sceglie di rivolgersi alle nuove generazioni. È attraverso una “comic animation”, un fumetto animato, che Enel ha scelto di raccontare Futur-e, in un nuovo video pubblicato sulla piattaforma https://corporate.enel.it/it/futur-e. Un linguaggio dinamico e innovativo, proprio come il progetto, che fa del cambiamento e di una visione open i suoi punti di forza.

Portoscuso

Santa Barbara, con Futur-e una miniera di opportunità

Avviato nel 2015 per trovare nuove destinazioni d'uso per 23 centrali termoelettriche che hanno esaurito il loro ruolo nello scenario energetico, il progetto Futur-e in tre anni è cresciuto, divenendo un punto di riferimento i per chi intenda occuparsi di riqualificazioni di aree industriali. Il successo dell’iniziativa ha spinto Enel Produzione ad aggiungere al suo perimetro anche l'area ex mineraria di Santa Barbara, tra i comuni di Cavriglia e Figline-Incisa, in Toscana.  Un sito che da solo raddoppia la sfida, con i suoi 1600 ettari, e che vede per la prima volta applicare il processo ideato dall’azienda ad un'area diversa da una centrale (mentre l’omonimo impianto a ciclo combinato è in funzione e non è incluso in Futur-e).

Le linee guida sono le stesse, così come gli obiettivi: lavorare insieme al territorio per creare nuove opportunità di sviluppo in grado di produrre valore. Per farlo, Enel Produzione avvierà più Concorsi di progetto, che interesseranno i diversi lotti dell’area. Per avvicinare sempre di più la volontà del territorio e le proposte dei potenziali investitori, per l’area mineraria di Santa Barbara sono stati definiti preventivamente tre settori di sviluppo, emersi da un piano di ascolto e di dialogo degli stakeholder locali e da un workshop in cui le idee raccolte sono state elaborate e trasformate in scenari: parco cicloturistico; parco agricolo e artistico; ricerca nel campo della geologia e attività produttive innovative. Nel 2019, quindi, verranno lanciati i primi bandi di concorso per individuare progetti e investitori a livello nazionale e internazionale.

Oltre agli stakeholder del territorio, a proporre soluzioni per l'area di Santa Barbara sono stati anche 60 studenti internazionali di architettura e urbanistica del Politecnico di Milano e dell'Università degli Studi di Firenze, chiamati a proporre le loro idee per la nuova vita dell’area: nell’ottobre del 2017 hanno trascorso quattro giorni a Cavriglia, tra sopralluoghi, visite guidate e momenti di approfondimento, studio e progettazione per conoscere il territorio e disegnare il futuro dell’ex miniera attraverso soluzioni sostenibili.

E a proposito di studenti, Futur-e è “salito in cattedra” lo scorso ottobre al New York Institute of Technology, dove la presentazione del progetto ha aperto un corso di laurea dedicato alle riqualificazioni di aree industriali dismesse. A gennaio 2019 i tesisti saranno in Italia per un tour dei siti oggetto del loro studio, tra cui è stata selezionata anche l’ex miniera di Santa Barbara. Un buon auspicio per iniziare l’anno che vedrà l’avvio dei Concorsi per dare nuova vita all’area e una conferma di come il modello Futur-e sia ormai una best practice riconosciuta a livello internazionale.

Immaginiamo una piccola cittadina in riva al mare, una comunità locale dove si incontrano amministratori, commercianti, professionisti, studenti; una centrale elettrica ormai chiusa e tante idee e proposte per il suo futuro. Una storia di condivisione, sostenibilità e cambiamento verso un modello sempre più sostenibile, vissuta attraverso gli occhi di tre ragazzi in un video che, già nel formato, sceglie di rivolgersi alle nuove generazioni. È attraverso una “comic animation”, un fumetto animato, che Enel ha scelto di raccontare Futur-e, in un nuovo video pubblicato sulla piattaforma https://corporate.enel.it/it/futur-e. Un linguaggio dinamico e innovativo, proprio come il progetto, che fa del cambiamento e di una visione open i suoi punti di forza.

 

Campomarino e Portoscuso,

progetti a concorso per le centrali che cambiano mestiere

Cosa può diventare una ex centrale pronta a cambiare mestiere? La sfida è aperta per investitori, sviluppatori e progettisti in tutto il mondo: sono due i bandi di concorso oggi aperti sulla pagina ufficiale del progetto Futur-e (https://corporate.enel.it/it/futur-e), il progetto di Enel Produzione lanciato per trovare nuove destinazioni d’uso per gli impianti che hanno smesso di produrre energia. Un percorso di economia circolare basato sul dialogo con le comunità locali e su principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Dopo essere stata applicata a sei dei ventiquattro siti al centro del programma di riconversione, la procedura di concorso è oggi aperta per Campomarino, in Molise, e Portoscuso, in Sardegna.

Il lancio del bando avviene dopo un ampio percorso di ascolto del territorio, per conoscerne le aspettative e definire gli scenari possibili per il futuro utilizzo del sito al di fuori del settore energetico. La formula del concorso prevede due fasi: chiunque intenda candidarsi per l’acquisizione e la riqualificazione del sito potrà farlo attraverso la procedura online, presentando una “manifestazione di interesse”; nella seconda fase è previsto l’invio di proposte progettuali comprensive di offerte vincolanti per l’acquisizione del sito. I progetti presentati saranno quindi valutati da una commissione tecnica formata da rappresentanti delle istituzioni locali, Enel Produzione e mondo accademico. Alla commissione spetterà il compito di verificare l’idoneità delle soluzioni presentate, con particolare attenzione alle esigenze della comunità locale e a specifici requisiti di qualità della proposta, innovazione e sostenibilità sociale, ambientale e finanziaria, e applicazione dei principi di economia circolare. Solo le proposte che passeranno il vaglio della commissione accederanno alla fase finale del percorso per individuare il progetto definitivo.

Portoscuso

La centrale ad olio combustibile di Portoscuso, costruita agli inizi degli anni ‘70, si trova nell’area industriale di Portovesme, a circa 500 metri di distanza dal porto. Inserita in un contesto dove sorgono altri importanti insediamenti produttivi dei settori minerario, energetico e metallurgico, la centrale si presta a utilizzi in ambito industriale, ricerca e sviluppo o logistico. 
L’impianto turbogas di Campomarino, in provincia di Campobasso, è entrato in servizio nel 1984 e si trova a breve distanza da località di interesse come il centro storico di Campomarino (4 km), Campomarino Lido (7 km), Portocannone (5 km) e la zona industriale di Termoli (8 km). L’impianto, in località Cocciolete, è immerso in un’area agricola e grazie alla sua vicinanza al mare, potrebbe attrarre anche investimenti in campo turistico-ricettivo.
Nel corso degli anni il ruolo delle due centrali nel sistema elettrico si è ridotto sensibilmente, fino ad arrivare allo scenario energetico attuale, in cui soluzioni sempre più efficienti e una maggiore diffusione di impianti da fonti rinnovabili lo hanno reso marginale. Due centrali diverse per tecnologia, storia e collocazione, arrivano insieme all’appuntamento con il futuro, che sarà scritto all’insegna di sostenibilità ed economia circolare.

Immaginiamo una piccola cittadina in riva al mare, una comunità locale dove si incontrano amministratori, commercianti, professionisti, studenti; una centrale elettrica ormai chiusa e tante idee e proposte per il suo futuro. Una storia di condivisione, sostenibilità e cambiamento verso un modello sempre più sostenibile, vissuta attraverso gli occhi di tre ragazzi in un video che, già nel formato, sceglie di rivolgersi alle nuove generazioni. È attraverso una “comic animation”, un fumetto animato, che Enel ha scelto di raccontare Futur-e, in un nuovo video pubblicato sulla piattaforma https://corporate.enel.it/it/futur-e. Un linguaggio dinamico e innovativo, proprio come il progetto, che fa del cambiamento e di una visione open i suoi punti di forza.

 

Futur-e

Nuova vita per le “Vecchie” Centrali

Cos’hanno in comune la Tate Modern di Londra, la Central Tejo di Lisbona o il CaixaForum di Madrid? Sono tutte centrali elettriche che, cessata la loro attività produttiva, hanno trovato nuove destinazioni d'uso. Anche in Italia ci sono impianti che stanno cambiando mestiere, grazie a Futur-e di Enel Produzione, il primo progetto al mondo che intende affrontare un programma di riqualificazione su larga scala mettendo al centro persone, territori ed economia circolare, per dare nuova vita ai siti di 23 centrali e di una ex area mineraria. Si tratta di impianti diversi per tecnologia, localizzazione e dimensioni, accomunati dalla progressiva riduzione del loro ruolo nel settore energetico a causa di diversi fattori. Consumiamo energia sempre più “verde”, e lo facciamo in maniera più efficiente: il modello che vedeva poche grandi centrali produrre energia che veniva trasportata fino a case e industrie è superato da quello della “generazione distribuita”, in cui è determinante il ruolo di migliaia di impianti da fonti rinnovabili diffusi sul territorio, di cui molti di piccola taglia. Il consumatore diventa quindi, in molti casi, anche produttore, superando il modello “unidirezionale” in favore di un nuovo paradigma che vede la rete di distribuzione diventare sempre più “intelligente” per soddisfare la domanda di energia in maniera efficiente.

È un cambiamento in cui Enel gioca un ruolo da protagonista, essendo operatore leader nei settori delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e delle smart grids e operando ormai da anni per favorire la transizione verso un modello energetico più sostenibile. Proprio per questo la risposta alla sfida posta da una dismissione che interessa 24 siti è orientata dagli stessi principi di sostenibilità e innovazione che caratterizzano sempre di più il presente e il futuro dell’energia. Il potenziale è enorme: ogni sito ha caratteristiche che ne fanno il candidato ideale per progetti di riconversione, a partire dalla collocazione geografica.

Centrale di Capomarino

La scelta strategica per chi doveva produrre energia può rivelarsi altrettanto idonea a nuovi business: la vicinanza con il mare in alcuni casi e alle principali infrastrutture logistiche in altri, la presenza di opere civili che possono essere recuperate, le connessioni alla rete elettrica nazionale, i sistemi di gestione e trattamento delle acque, la fibra ottica. Un progetto di economia circolare su larga scala: 1.300 ettari, 400.000 metri quadrati di superfici interne, 9 località costiere per quanto riguarda le centrali, cui si aggiungono i 1.600 ettari dell’area ex mineraria di Santa Barbara. Un patrimonio che, dopo aver dato energia al Paese, può oggi tornare a generare valore. Il progetto di Enel Produzione intende scrivere il nuovo capitolo di una storia che unisce l’azienda, i territori e il sistema Paese. Una storia che è composta di persone, luoghi, comunità locali, tecnologie e patrimonio industriale.

Immaginiamo una piccola cittadina in riva al mare, una comunità locale dove si incontrano amministratori, commercianti, professionisti, studenti; una centrale elettrica ormai chiusa e tante idee e proposte per il suo futuro. Una storia di condivisione, sostenibilità e cambiamento verso un modello sempre più sostenibile, vissuta attraverso gli occhi di tre ragazzi in un video che, già nel formato, sceglie di rivolgersi alle nuove generazioni. È attraverso una “comic animation”, un fumetto animato, che Enel ha scelto di raccontare Futur-e, in un nuovo video pubblicato sulla piattaforma https://corporate.enel.it/it/futur-e. Un linguaggio dinamico e innovativo, proprio come il progetto, che fa del cambiamento e di una visione open i suoi punti di forza.