Le conseguenze tangibili del capitale intangibile
Seguire il flusso dei dati economici, i mercati finanziari e la politica monetaria questi giorni risulta alquanto tedioso, giacché non si osservano cambiamenti di rilievo. Consideriamo piuttosto la crescente importanza del capitale intangibile, ovvero dell'attività di ricerca e sviluppo, dei software, della proprietà intellettuale e del capitale organizzativo, rispetto al capitale fisico, come i terreni, gli edifici, i macchinari e le scorte. Non preoccupatevi, non è così noioso come sembra.
Fels, consulente economico globale di PIMCO, presenta la sua tesi. La crescente dematerializzazione dell'accumulo di capitale ha conseguenze significative per i mercati finanziari e per la gestione della politica monetaria: questa aiuta infatti a spiegare perché vi sia un eccesso di risparmio da parte delle aziende che contribuisce a mantenere tassi d'interesse estremamente bassi e perché concetti consolidati nel tempo utilizzati da generazioni di economisti quali l'output gap e la curva di Phillips stiano diventando sempre più immateriali. Il sistema delle banche centrali, divenuto oramai una scienza basata su modelli in cui questi concetti svolgono un ruolo chiave, potrebbe quindi tornare a essere sempre più simile a una forma d'arte o più precisamente: l'arte di indirizzare l'inflazione e le relative aspettative senza sapere cosa le determini esattamente.
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