Non rinunciare a rendimenti potenziali. Non investire passivamente nel credito.

Molto è stato scritto sulla potenziale fine della gestione attiva, e questo pare essere sostenuto chiaramente dallo spostamento dei flussi d’investimento verso veicoli azionari passivi dopo anni di performance deludenti da parte dei gestori attivi. Molti investitori e gran parte dei media ipotizzano che lo stesso ragionamento si applichi al reddito fisso, ovvero credendo che gli investitori possano ottenere migliori risultati con i fondi passivi e le loro commissioni meno onerose.

Considerando nello specifico i mercati del credito, riteniamo che gli investitori passivi adottino una strategia subottimale, rinunciando a potenziali guadagni. Inoltre, in uno scenario di tassi d’interesse contenuti e modeste performance future attese, il potenziale di alfa derivante dall’investimento attivo nel credito può accrescere notevolmente il rendimento complessivo di un investitore, a condizione che il gestore attivo riesca a superare le commissioni più elevate.

Ad esempio, il mercato globale del credito offre attualmente un rendimento del 3%; pertanto, ipotizzando che i rendimenti iniziali forniscano una valida indicazione del potenziale futuro di performance, un gestore obbligazionario attivo che generasse l’1% di alfa al netto delle commissioni accrescerebbe il rendimento complessivo del 33%.

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