Oggi in Italia c’è un regime fiscale agevolato nuovo per chi sostiene la cultura con donazioni in denaro. Si chiama Art Bonus, ed è un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro che i singoli cittadini o le aziende fanno a favore del patrimonio culturale pubblico (legge n. 106 del 2014). Una misura che consente la partecipazione dei privati alla valorizzazione del patrimonio culturale e rappresenta un’autentica rivoluzione grazie alla quale la disciplina italiana in ambito culturale si sta finalmente allineando a quella degli altri Paesi europei.
Tutti possono donare, sia le persone fisiche nel limite del 15% del loro reddito imponibile (lo stesso limite è previsto per gli enti non commerciali e per le società semplici), sia le persone giuridiche quindi imprenditori e società commerciali nel limite, invece, del 5% dei ricavi annui di impresa.
A titolo di esempio donando 1.000 euro posso abbattere la mia dichiarazione dei redditi di 650 euro. Un credito da usare in tre quote annuali di pari valore da far valere: in dichiarazione dei redditi, per le persone fisiche, in compensazione per i titolari di reddito d’impresa.
Gli interventi finanziabili possono essere selezionati su tre diverse aree di intervento: 1) la manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici; 2) il sostegno ad istituti e luoghi della cultura di appartenenza pubblica (es. musei, biblioteche, archivi, parchi archeologici) e il sostegno alle fondazioni lirico- sinfoniche e ai teatri di tradizione; 3) la realizzazione il restauro e il potenziamento di strutture di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo.
Gli enti beneficiari delle erogazioni devono essere pubblici o, nel caso di beni culturali, possono essere enti concessionari o affidatari (es. F.A.I.).
Importante sottolineare l’estrema semplificazione delle procedure. È stata eliminata infatti ogni lungaggine burocratica. Per saperne di più consultare il portale istituzionale www.artbonus.gov.it