Commenti (25)

@vaccaroluigi

muoiono un sacco di persone per i motivi più futili e inutili senza prendersi gli isulti e lo sdegno di nessuno, che suona altrettanto retorico quanto l'esaltazione e l'idolatria.
Quindi per evitare di cadere nell'una o nell'altra forma di retorica, basterebbe ricordare Marco simoncelli come un bravo ragazzo, un'anima candida, con la sua smodata e forse indotta passionaccia per la moto che gli ha fatto perdere tanta bella parte della vita. uno che è morto giovane come ne muoiono tanti, e simpatico come lo sono tanti, buono come tanti, forse un po' banale come tanti.
e invece di boicottare o demonizzare, con i tempi giusti, (perchè non è neanche rispettoso fare polemiche ora) adoperarsi come movimento di opinione, affichè nel terzo millenio si rendano gli sport estremi sempre più sicuri. Ma ricordandosi sempre che il livello di sicurezza è già comunque superiore a molte altre attività umane anche e forse più inutili.

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anima candida? ma che te sei bevuto aho?

@Vaccaroluigi
Stavo cercando di risponderle cercando di spiegare cosa lo sport è, e che è tutt'altro che "socialmente inutile", ma più scrivevo più mi rendevo conto che quelli come lei amano la vita piatta senza emozioni ne passioni, quindi mai e poi mai potrà capire cose diverse dal lavoro...saluti.

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assicuro che lo sport mi piace e lo faccio, ma la questione è questa: lo sport è sport quando lo si fa.
In una realtà come quella delle piste o degli stadi nei quali qualche decina un centinaio di persone corrono e decine e decine di migliaia stanno lì seduti a tifare e incitare, più che sport vedo uno spettacolo, né più e né meno che uno spettacolo musicale.
Un'altra differenza: una cosa è lo sport e un'altra è la competizione
Una domanda seria, se a Valentino Rossi offrissero dieci volte più di quanto guadagna ora per fare il cantante avendo la stessa fama e popolarità che offre il mondo delle corse, correrebbe ancora? ovvero correrebbe in competizione spingendosi sino al limite e al rischio della vita propria e degli altri?.
Sinceramente credo di no.

gerri:" e non ci trovo niente di utile a morire per sport"

Ma che vuol dire? Morire non è mai "utile".

E' morto facendo ciò che amava fare, punto.

mah tomtho i miei pensieri sono un po' contraddittori. in un certo senso capisco vaccaroluigi, e non ci trovo niente di utile nel morire per sport.
però mi viene in mente la notizia di un padre che porta il figlio di 10 anni a fare una camminata in montagna. poi al ritorno decidono di fare una gara a chi arriva primo. Il ragazzino correndo in discesa finisce giù da un burrone...
Penso che Paolo Simoncelli avrà dei rimpianti per aver messo il suo bambino su una moto. Come li avrà quel padre li della gita in motagna.
e allora cosa facciamo criminalizziamo le gite in montagna?
la cosa miglior è evitare la retorica e cercare di fare le cose per bene.

Ci ha lasciato un grande campione di moto e di simpatia,quante stupidaggini si leggono su questo post,trovatevi uno specialista bravo!

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allora mettiamola cosi: affidare la propria vita ad un paio di gomme e a una centralina elettronica non ha niente di sport.
E mettiamola così anche sull'altro versante: io che corro assieme ad un'altro che mi sta davanti so che se quello cade io vado a finirgli addosso, facciamo un cepitombolo e finisce lì con una risata e continuiamo a correre ae a fare sport.
Io che corro a 250 km all'ora dietro un altro so che se quello cade gli vado addosso e lo ammazzo e mi ammazzo anche io.
Lo sport è per la vita non è per la morte.
Chi è l'alienato?
Chi è per lo sport?

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Tralasciamo, per semplificare, il cattivo gusto e l'arbitrio con cui lei pretende di definire cosa è sport e cosa non lo è. Le assicuro, visto che il mondo del motociclismo più o meno agonistico lo frequento da un pò di anni, da spettatore e qualche volta partecipante (parlo di gare del tutto amatoriali, dove compete gente di anche 40 o 50 anni con famiglia e figli al seguito), che i suoi giudizi sono destituiti da qualsiasi fondamento. In primis perchè giudica un qualcosa che non conosce solo perchè avrà visto 10 minuti di gare su Italia1 per poi cambiare canale sdegnato. In secondo luogo perchè dimentica di parlare di un "sottobosco" dove ci sono tante persone, che non prendono soldi per correre o per andare da appassionati in pista con la propria moto, ma ne spendono, e a volte anche tanti, facendo sacrifici e rinunciando ad altre spese. Spinti da un qualcosa che forse lei ha perso da un pò, che si chiama PASSIONE. Ma su questo piano credo che mi seguirebbe poco.....

....allora proviamo con un altro terreno, più cinico, magari mi segue meglio: sappia che quando si accende la sua sigaretta (nel caso sia fumatore), o quando sale sulla sua auto per mettersi in una delle nostre superstrade, o quando prende il suo scooter per andare al lavoro o per uscire la sera, o la sua bicicletta per fare la sgambata domenicale, rischia di farsi del male (o peggio) ben più che andando a girare in circuiti chiusi con la propria moto, questo dicono le fredde statistiche. Eppure crociate intrise del suo moralismo non mi sembra di averle mai ascoltate relativamente alle attività che ho citato. Per concludere, visto che qui lo spazio è poco, le do un consiglio. Prima di decidere che certe attività non sono da considerare sport, cerchi di CONOSCERE meglio le cose che giudica in modo affrettato, vada a farsi un giro nelle piste italiane (quando non ci sono le telecamere accese di Italia1), e vedrà che il vero motociclismo sportivo non è fatto di gomme e centraline. Saluti

Gli eroi sono altri e gli "angeli" sono altri, Simoncelli è morto facendo ciò che gli piaceva fare, non c'è nulla di "eccezionale" o "eroico" in questo, dispiace per la morte, ma muore tanta altra gente - padri di famiglia - per incidenti automobilistici con la sola differenza che forse loro sono "obbligati" a prendersi rischi alla guida perché magari devono onorare un impiego non altrettanto fruttuoso come quello di Simoncelli, non "scelgono" di correre rischi come faceva Sic, perché nel momento in cui sali in moto nella motogp ogni volta che metti il casco scegli di correre dei rischi e sai che potrebbe finire in un certo modo, e accetti il rischio per gli enormi emonulmenti che ciò ti frutta, non per misericordia divina, non per dare pane agli affamati, non per dare un messaggio a qualcuno, non per salvare la vita agli altri, dunque, non esageriamo, spiace per Sic, ma gli "eroi" sono altri, gli "angeli" sono altri...

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