Impresa & Territori Made InA Pompei corsa contro il tempo
A Pompei corsa contro il tempo
Antonello Cherchi | 09 maggio 2014
La realizzazione del Grande progetto Pompei è una corsa contro il tempo. Se si riuscirà a portarlo a termine sarà sul filo di lana. Non dispera comunque di farcela Giovanni Nistri, generale dei Carabinieri ora a capo della struttura che dovrebbe far arrivare al traguardo il rilancio del sito grazie a una dote di 105 milioni, buona parte di provenienza Ue. La sfida è spenderli entro fine 2015.
Il calendario e quanto finora fatto non giocano a favore. Intanto la nomina di Nistri. «Una nomina – sottolinea il generale – che non ho cercato. Mi sono limitato a rispondere a una richiesta perché ritengo che così debba fare un funzionario dello Stato, soprattutto se Carabiniere». La designazione sarebbe dovuta arrivare entro l'8 dicembre, «mi sono, però, insediato – spiega Nistri – il 20 gennaio». Che le cose vadano a rilento lo dimostra anche la questione retribuzione. «So che l'importo della mia indennità sarà di circa 30mila euro lordi l'anno – aggiunge il generale – ma il provvedimento non è ancora stato registrato alla Corte dei conti».
Al momento Nistri è praticamente solo, dopo che anche il vice – individuato in Fabrizio Magani, soprintendente regionale dell'Abruzzo – è dovuto restare a L'Aquila perché così ha voluto il nuovo ministro dei Beni culturali Dario Franeschini. In attesa di un nuovo vice, Magani è a mezzo servizio a Pompei.
Ma soprattutto Nistri ancora non dispone della struttura di supporto, uno staff di massimo 25 persone. Sarebbe dovuta arrivare entro l'8 dicembre. «Confido – commenta Nistri - che diventi pienamente operativa entro un mese. All'avviso pubblico hanno risposto 68 persone, solo 52 avevano però i requisiti. Sono stati selezionati in 27 (18 per la struttura e 9 per l'Unità Grande Pompei), ma 5 hanno poi rinunciato». Se la struttura di supporto deve dedicarsi a investire i 105 milioni, l'Unità Grande Pompei deve preparare e coordinare un piano di rilancio dei nove comuni che ricadono nel sito Unesco "Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata". «Il piano dovrebbe essere pronto entro ottobre – afferma Nistri – ma ritengo che quello sia un termine ordinatorio e si debba tener conto dello slittamento dei passaggi preliminari».
Nonostante l'andamento lento della macchina amministrativa, il Grande progetto – articolato in cinque linee d'azione: conoscenza, sicurezza, opere, valorizzazione e fruizione, capacity building – va avanti. «Il piano della conoscenza – spiega il generale – è stato portato interamente a gara per l'importo previsto di 8,2 milioni. Per quanto riguarda la sicurezza andrà a gara la revisione totale del sistema di videosorveglianza perimetrale e sarà implementata quella interna, per un valore di 3,6 milioni, che però insisteranno sul piano nazionale di sicurezza. È prevista la copertura wi-fi dell'intera area (importo 2 milioni) ed è prossimo il bando per la recinzione e l'illuminazione perimetrale: 9 milioni di euro da appostare sul piano delle opere».
Proprio il piano delle opere è quello più consistente. Da solo vale 85 milioni. «Un cantiere è già chiuso – prosegue Nistri – e 6 sono attivi, per un importo iniziale di 10 milioni, diventati 6 per effetto dei ribassi. Altri interventi per 20 milioni, che i ribassi hanno portato a 13, sono stati aggiudicati e altri ancora per una spesa di 30-33 milioni sono in avanzato stato di progettazione». Così come sono allo stadio di progettazione gli interventi di valorizzazione (importo 7 milioni), mentre per la capacity building è in corso la gara del sistema informativo (importo di 600mila euro) e si sta procedendo all'acquisto di materiale tecnico.
Ci si muove, insomma. Ma su tutto aleggia la scadenza di dicembre 2015, momento in cui la Ue ci chiederà conto se e come sono stati spesi i soldi. E considerando che alcuni cantieri che ancora devono partire richiederanno 17 mesidi lavori, la domanda è d'obbligo: "generale, ce la si può fare?". «Ci metteremo il massimo impegno – risponde Nistri –. Come ha detto il ministro Franceschini, i conti si faranno alla fine».