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Il generale Nistri gestirà Pompei

di Francesco Prisco | 10 dicembre 2013

Una figura di ordine pubblico e un profilo scientifico. Un nome per Palazzo Chigi e uno per il Collegio Romano. Una sorpresa e una conferma. Il braccio di ferro tra il premier Enrico Letta e il ministro dei Beni culturali Massimo Bray sulle nomine di direttore generale e vicario del Grande progetto Pompei si è concluso ieri – ultimo giorno disponibile per gli incarichi – con la più classica delle decisioni salomoniche: il dg del disastrato sito archeologico è Giovanni Nistri, generale dei carabinieri per tre anni alla guida del Nucleo Beni culturali dell'Arma, suo vice è Fabrizio Magani, direttore generale del Mibac in Abruzzo nei giorni del dopo terremoto del 2009.

Questo il faticosissimo punto d'incontro che ha permesso di accantonare in extremis sessanta giorni di veti, candidature bruciate, dimissioni minacciate e sfoghi vari. Il nome di Magani circolava dall'estate scorsa: storico dell'arte con buone capacità amministrative, rappresentava quella soluzione interna al Mibac ma "di alto profilo scientifico" che Bray pretendeva. E in più godeva della fiducia di Salvatore Settis che del ministro è consigliere fidato. Il nome di Nistri è apparso solo domenica sera. Di lui si ricorda l'ottimo lavoro svolto tra il 2007 e il 2010 a capo del Nucleo per la tutela dei Beni culturali dei carabinieri. Guidava la legione Toscana con ottime probabilità, secondo gli estimatori, di ritrovarsi da qui a qualche anno al comando generale dell'Arma. Pompei, sfida su cui tutti finora hanno fallito, diventa a questo punto un banco di prova fondamentale per lui. Spazzato via il nome di Giuseppe Scognamiglio, vicepresidente di Unicredit con esperienze diplomatiche in Argentina sostenuto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi sul quale Bray aveva posto la pregiudiziale. I duellanti sembrano aver finalmente riposto le armi. «Con il presidente Letta - ha detto Bray - abbiamo individuato due persone che riusciranno a vincere insieme questa ambiziosa sfida. Il generale Nistri è una persona che ha lavorato a lungo in un nucleo del mio ministero cui tengo particolarmente ed è persona da sempre impegnata in tutti quei processi di legalità e di trasparenza di cui abbiamo bisogno. Magani - ha aggiunto - è il nostro direttore regionale dell'Abruzzo e responsabile del progetto l'Aquila». Due figure che, secondo il ministro, «hanno forte il senso delle istituzioni e un fortissimo senso del valore della tutela del patrimonio».

Per Pompei, secondo Bray, le risorse ci sono ma «occorre fare sistema». Secondo il sottosegretario Patroni Griffi, altro contendente, «si completa così il percorso che avevamo individuato con il Dl "Valore Cultura". Adesso bisogna passare alla fase operativa che riguarda sia la tutela del sito che la valorizzazione delle aree esterne».
Non è la prima volta che a Pompei mettono piede figure di ordine pubblico: il prefetto Renato Profili nel 2008 fu commissario e a lui fece seguito, un anno più tardi, Marcello Fiori, direttamente dalla Protezione civile. Tra spese folli e attenzioni della magistratura, non si può dire che quella stagione si sia rivelata un successo. Adesso però c'è un criterio oggettivo per valutare la nuova squadra: il piano di gestione da consegnare all'Unesco entro fine anno e i 105 milioni del Grande progetto da spendere entro giugno 2015. Tassativamente.

@MrPriscus