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Referendum welfare: per Cgil, Cisl e Uil i sì al 75 per cento. Alla Fiat prevalgono i no

di Sara Bianchi

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10 ottobre 2007

Ecco i punti principali dell'accordo sul welfare
DOCUMENTO / Protocollo su previdenza, lavoro e competitività


Cgil, Cisl Uil annunciano un risultato in linea con le aspettative: il sì dei lavoratori al referendum sul welfare sarebbe al 75 per cento. Oltrepassare la percentuale di consensi ottenuti nella consultazione del '95, sulle pensioni, era l'obiettivo fissato: allora i sì arrivarono al 64%. Ma è una meta che per alcuni resta indigesta: pesano i no degli addetti di grandi gruppi come Fiat e Alenia.

Tra i Sì
C'è però il consenso dei lavoratori di molte aziende che contano, come Alitalia (57% di sì), Unilever, della Nuova Pignone di Firenze, dei Cantieri navali di Palermo, della Whirpool di Varese (74,1% di sì) e della St Microelectronics di Agrate Brianza (3.227 addetti, 1.918 votanti, 1.260 sì). Approvano il protocollo pure gli addetti della Finseda di Napoli (dove il sì è prevalso per l'89%); consensi arrivano dai lavoratori dell'industria chimica, dalla Solvay di Rosignano (79, 28% di sì), dalla Metzeler di Salerno, da Videocom di Anagni.
Analoga la situazione nel settore alimentare, con il sì dei lavoratori Ferrero e della Cafar (gruppo Martini).
Alla Coop di Milano hanno votato in 1.371 e i sì sono stati 1.211, mentre al gruppo Carrefour Toscana i sì sono stati l'85%.
Nel tessile consensi sono arrivati dall'87,70% dei lavoratori del gruppo Loro Piana (920 addetti) e dall' 84,99% degli addetti di Zegna.

I No di Fiat e Alenia
I no arrivano compatti dai lavoratori del gruppo Fiat e da quelli di Alenia.
Nel reparto macchine di Mirafiori l'80% dei lavoratori ha bocciato il protocollo. Alla Fiat di Mirafiori ha votato oltre il 70% delle tute blu (in totale circa 9mila), mentre tra gli impiegati (5mila in tutto) si è espresso il 30%.
No anche alla Fiat Iveco di Torino, con una percentuale compresa tra il 65 e 67% (hanno votato 2.164 lavoratori su 2.790 aventi diritto). Stesso risultato alla Fiat Powertrain, le ex Meccaniche dello stabilimento di Mirafiori, dove contro l'intesa si sono pronunciati 821 lavoratori, a favore, invece, in 162. Alle Costruzioni sperimentali i votanti sono stati 363 su 622 aventi diritto, i no sono stati 260, i si 10.
Protocollo respinto pure dai lavoratori Fiat di Cassino, dove i contrari sarebbero l'84%. Nello stabilimento di Melfi (Potenza) i no sono stati 2.475, pari all'85 per cento; su 6.036 aventi diritto (compresi i lavoratori interinali e dipendenti del magazzino) i votanti sono stati 2.902. E alla Fiat di Termoli i contrari sono il 59,96%.
Contrari gli addetti dell'Alenia Aerospazio di Caselle (su 1.500 aventi diritto hanno votato in 1.015): hanno detto no in 651, contro 351 sì. Così come in Alenia Spazio: hanno votato in 390 con 262 no e 128 sì.

Altri No
Alla Electrolux (Forlì) i no sono 553 pari all'80,14%; alla Lucchini/Severstal (Livorno) contrari il 61,44% dei lavoratori. Percentuali di no superiori al 70% alla Same di Bergamo, alla St Microelectronics di Catania, alla Magneti Marelli di Sulmona e Bologna e alla Ergom di Napoli. Alla Fincantieri di Napoli si registra il picco di voti negativi: 932 pari al 91,82%.

"In bilico" i portuali di Gioia Tauro
Tra i portuali di Gioia Tauro vince il sì per un soffio e la polemica è immediata: con la partecipazione del 54% del personale (593 su 1.100) il sì ha prevalso per soli 4 voti, 296 contro 292 no e 5 schede nulle. Il Coordinamento aeroportuali prende atto, ma considera il risultato prova di sfiducia e malcontento dei portuali nei confronti dei sindacati confederali.

L'offensiva della Fiom
La Fiom attacca: i dati diffusi dai sindacati sui primi risultati del referendum sono «privi di qualunque credibilità reale. L'andamento della consultazione non è questo», dice il segretario nazionale Giorgio Cremaschi. E aggiunge: si tratta di «un dato fatto sommando solo le aziende dove ha vinto il Sì».

Rifondazione comunista verso l'astensione in Cdm
Non ci sta nemmeno Rifondazione comunista e il segretario Franco Giordano conferma l'astensione di esponenti del suo partito in Cdm: « è evidente, e lo avevamo già detto, che senza modifiche non lo avremmo votato». Giordano spiega: «i dati del comparto metalmeccanico, ed in particolare quelli della Fiat di Mirafiori e Cassino, dimostrano che la posizione della Fiom non era strumentale, ma anzi coglieva un malessere reale diffuso tra gli operai». Dando per scontata l'astensione in Cdm, Giordano punta ora sul passaggio in Parlamento per ottenere delle modifiche al protocollo. È la stessa linea del Ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, che nel corso del question time alla Camera ha chiarito il senso delle richieste Prc: non la modifica del protocollo ma la sua «correzione» nella traduzione in legge.

Confindustria: «Verso una nuova stagione di relazioni industriali»
Secondo il presidente di Confindustria i primi dati che arrivano dal referendum sul welfare «da un lato dimostrano che è un buon accordo di compromesso. Dall'altro dimostrano che è un accordo che non si deve toccare». Luca Cordero di Montezemolo sottolinea: «per quanto ci riguarda si va verso una nuova stagione di relazioni industriali che abbiamo intenzione di avviare con il sindacato»

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