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Microcriminalità, troppo poche le denunce

di Fabrizio Patti

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10 ottobre 2007

SONDAGGIO/ Microcriminalità gli italiani non denunciano
Le 10 regole per evitare danni e furti quando siete in auto
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Al Sud, formalmente, solo l'1% della popolazione ha subito un borseggio negli ultimi cinque anni. Ma basta contare anche chi non ha sporto denuncia e la percentuale sale al 21 per cento. Al Nord quattro persone su cento sono state molestate per strada, ufficialmente. Nella realtà sono state 22, presumibilmente per lo più donne, che non hanno denunciato per mancanza di fiducia nelle istituzioni. Sono solo alcuni dei dati più eclatanti di un sondaggio dell'istituto di ricerche Ipr Marketing sui problemi della microcriminalità. Un tema quanto mai attuale perché dopo le iniziative e le richieste bipartisan dei sindaci della scorsa estate, la sicurezza è ora uno dei punti più "caldi" della Finanziaria. La manovra 2008 prevede 200 milioni di euro in più per il comparto sicurezza, che serviranno anche ad assumere 4.500 nuovi poliziotti. Cifre che l'opposizione giudica però «briciole» rispetto ai tagli dell'anno passato.

Due terzi i reati sommersi
A conti fatti, solo un reato su tre tra quelli considerati di microcriminalità viene denunciato. A livello nazionale gli illeciti meno querelati sono le molestie per strada (2,5 casi su tre non vengono portati davanti alle forze dell'ordine), seguiti da: le aggressioni e minacce, il borseggio, lo scippo, il vandalismo, il furto su bici, il furto di oggetti dall'auto, tutti non denunciati in due casi su tre. Notificati in un caso su due sono invece i furti di cellulari, portatili o macchine fotografiche, le rapine e lo scasso di auto. Solo una volta su tre, infine, si rinuncia a querelare se si subiscono furti in casa. Il reato meno alla luce del sole di tutti, e il meno contrastabile dalle forze dell'ordine è però la violenza da parte di parenti o amici, che è stata denunciata negli ultimi cinque anni da una persona su cento ma è stata effettivamente subita da una su dieci.

Furti al nord, scippi e minacce al sud
I micro-crimini subiti più frequentemente nel Paese sono gli atti di vandalismo (29% del campione), i furti di cellulari, portatile o macchine fotografiche e lo scasso di auto (22%), il furto di bici e le molestie per la strada (20%).
Guardando i dati differenziati per macroregioni, tuttavia, l'incidenza dei reati muta parecchio: nel Nord prevalgono, rispetto alle altre zone, i furti (soprattutto di dispositivi elettronici e di bici), lo scasso di auto, i vandalismi ma anche le violenze in famiglia e le molestie. Sui dodici reati considerati, ben nove coinvolgono più persone al Settentrione che nel resto d'Italia.
Al Sud e isole sono invece più diffusi il borseggio e soprattutto lo scippo, che è subito in una percentuale tripla rispetto al resto della nazione. Nel meridione si registra anche la più bassa propensione a denunciare: per sei reati su dodici il rapporto tra mancata denuncia e reati è più alto che nelle altre aree d'Italia.
Il Centro è invece l'area che può vantare la più bassa percentuale di vittime della microcriminalità e il più alto tasso di denuncia dei reati. Due dati che sembrano collegati.

Questione di fiducia
«In generale si può dire che più sono i reati, minore è il tasso di denuncia – commenta infatti Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing –. Il rapporto tra reati e denunce si può leggere come un indicatore di fiducia nei confronti di uno Stato. Nell'Europa del Nord, dove c'è un senso di appartenenza al bene collettivo maggiore che in Italia, i livelli di non denuncia sono molto più bassi. Per esempio, nel caso delle molestie». Non è una questione di pigrizia ma di credibilità: «Per certi reati – continua Noto – la sfiducia si basa sul dubbio che la denuncia serva a qualcosa. Nei casi dove c'è più necessità, come per il furto dei computer o dei telefonini, rischia di essere vissuta per lo più come una pratica burocratica».

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