Ci sono voluti 26 mesi di lavori e 455 milioni di euro di investimento, ora è diventata realtà: la quarta corsia dell'autostrada Milano-Bergamo, realizzata su entrambe le carreggiate è stata inaugurata lunedì mattina 1° ottobre, alla presenza del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro del presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, della provincia di Milano Filippo Penati, dei vertici di Autostrade e del vice presidente della Confindustria Alberto Bombassei. L'iter dell'ampliamento era partito nell'ottobre del 2003 con la conferenza dei servizi, mentre il Consiglio dei ministri aveva dato l'ok nel marzo 2004. Negli investimenti sono compresi 44 milioni di interventi a favore del territorio; mille persone sono state impiegate nell'opera e altrettante sono state le ditte espropriate per effettuare i lavori. L'inaugurazione giunge curiosamente 80 anni dopo il via alla stessa Milano-Bergamo, aperta nel settembre 1927, seconda autostrada in concessione in Italia. «La quarta corsia ci voleva, ma non basta - ha detto nel suo intervento Di Pietro - il problema del traffico si è spostato più avanti, sulla tangenziale nord. La quarta corsia è una pedina dello scacchiere, sono necessarie la Brebemi, la pedemontana, la tangenziale esterna, la Rho-Monza per il completamento dell'area metropolitana milanese».
«L'opera è stata resa possibile dal gioco di squadra - ha commentato Formigoni - ma non diciamo grazie a chi non lo merita. La regione Lombardia pose il problema della quarta corsia nel 1996 e in quell'anno tutte le istituzioni dissero di no. Erano altre amministrazioni, provinciali, comunali, altri ministri e anche un'altra gestione della società Autostrade». A margine del via alla quarta corsia dell'autostrada Milano-Bergamo, il ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro ha detto: «Mi auguro si possa raggiungere nel più breve termine possibile questa concessione unica alla luce della direttiva italiana ed europea», aggiungendo: «Stiamo per chiudere positivamente un anno di confronto, abbiamo raggiunto un punto di incontro» ha dettosottolineando che non ci sono «né vinti, né vincitori».