Gli italiani tirano la cinghia e acquistano sempre meno. A maggio l'Indicatore dei Consumi di Confcommercio registra una riduzione del 2,7% delle quantità rispetto allo stesso mese del 2007. È il settimo segno negativo consecutivo ed ha portato ad una flessione dell'1,9% nei primi cinque mesi dell'anno, contro un +1,1% dello stesso periodo del 2007. Per Confcommercio «questo dato fa sfumare definitivamente l'ipotesi di uscire entro breve da una crisi ormai strutturale, profonda» e rafforza la previsione di crescita italiana che nel 2008 sarà «prossima allo zero». Il dato del Centro Studi Confcommercio conferma una tendenza in atto nel paese, fotografata anche dall'Istat. Tuttavia, nell'ultima rilevazione dell'Istituto, il dato del consumo delle famiglie (relativo al primo trimestre 2008), benché in flessione, era comunque positivo (+0,1%). Una differenza che si spiega con la diversità del campione di riferimento: più ampio quello dell'Istat rispetto a quello del Centro Studi di Confcommercio che fa riferimento solo ai suoi associati.
Crollo delle spese per i trasporti
Il settore più sacrificato è quello della mobilità: misura gli acquisti di auto, moto, benzina e biglietti aerei e a maggio sprofonda del 13,5% (-8,1% dall'inizio dell'anno). Gli italiani rinunciano all'acquisto di auto (il calo è di oltre il 20%) di moto (-13%) ma segnano un calo anche i carburanti (-1%). Come dire, l'auto rimane in garage.
Tagli sui beni superflui
La tendenza delle famiglie è a comprimere una parte dei consumi ritenuti meno necessari. Ne fanno le spese cinema ed eventi sportivi, libri e cd: il comparto dei beni e servizi ricreativi cala del 4,9% rispetto al maggio 2007 e del 5,1% nei primi cinque mesi. Ma il calo dei consumi è complessivo. E anche settori che continuano a «tirare», come quello delle telecomunicazioni (telefonini, abbonamenti internet, ecc), iniziano «a mostrare qualche sintomo di rallentamento».
Alimentari, casa e abbigliamento in calo
I sacrifici delle famiglie arrivano anche al settore alimentare per il quale si parla di «pesante riduzione». All'aumento dei prezzi che per questo comparto è del 5%, le famiglie reagiscono riducendo la spesa. Le quantità diminuiscono così del 3,3% a maggio e del 3,1% nei primi cinque mesi dell'anno. Non va meglio per scarpe e vestiti: la contrazione rispetto al maggio 2007 e del 2,3%. Ci sono poi i beni e i servizi per la casa. È un settore composto da tante voci - dalla bolletta elettrica agli elettrodomestici, dai casalinghi all'arredamento, dall'affitto ai televisori - che registra complessivamente una evoluzione negativa (-1,6%): l'unico micro-comparto che non registra cali, spiega comunque la Confcommercio, è quello degli elettrodomestici.
Meno cene al ristorante e soggiorni in albergo
La Confederazione parla poi di «sostanziale stagnazione» per «alberghi, pasti e consumazioni fuori casa». L'indice indica nel mese un +0,4% (+0,3% nei primi cinque mesi). A registrare un segno positivo rimangono solo i servizi per la comunicazione per i quali «la domanda pur confermandone la componente più dinamica della spesa delle famiglie, comincia a mostrare qualche sintomo di rallentamento». Crescono anche le «quantita» acquistate di beni e servizi per la cura della persona. L'indice di Confcommercio segna a maggio un +2,8% ma l'evoluzione - rileva l'ufficio studi dei commercianti - «è determinata esclusivamente dalla domanda per prodotti farmaceutici e terapeutici»