Europei, americani e giapponesi da parecchi mesi hanno almeno due problemi in comune: i prezzi della benzina alle stelle e un'inflazione che corre più veloce dei salari. Il risultato è l'ormai pressoché globale crisi dei consumi, che ovviamente coinvolge anche il mercato dell'auto.
Risparmiare è la nuova parola d'ordine e da ieri i giapponesi hanno un nuovo strumento per farlo, almeno per l'acquisto dell'automobile: la Toyota praticherà uno sconto di 60mila yen (354 euro) su alcuni modelli a chi acconsenta di mostrare messaggi pubblicitari sulla carrozzeria per non meno di 90 giorni. In Italia, il Paese dei lacci e lacciuoli, la Toyota, anche se volesse, non potrebbe praticare la stessa offerta: l'articolo 23 del nuovo Codice della strada spiega che «sulle autovetture ad uso privato è consentito unicamente l'apposizione del marchio e della ragione sociale della società a cui appartiene il veicolo». La pubblicità «per conto terzi» si può fare solo sui «veicoli adibiti al trasporto di linea e non di linea» (cioè i mezzi pubblici) e sui taxi.
«Un tassista può guadagnare circa 100 euro al mese decorando la sua vettura con una pubblicità – conferma Mario Torretta di Publitaxi, una delle maggiori concessionarie del settore – in Italia quello della pubblicità su taxi è un mercato ancora limitato, vale circa 10 milioni di euro (quello complessivo si aggira intorno ai 10 miliardi, ndr), ma ha buone prospettive di crescita».
Nei Paesi in cui è ammessa, la formula ha avuto un grande successo anche tra i cittadini comuni: in Francia, ad esempio, la Carlogo, nata nel 2000, ha centinaia di migliaia di iscritti e tassi di crescita del 50% all'anno. Chi sottoscrive il contratto, può guadagnare tra i 70 e i 300 euro al mese, a patto di percorrere almeno 800 chilometri. Ancora meglio va agli automobilisti americani: secondo i dati riportati dal New York Times le tariffe variano da 500 a 800 dollari al mese (circa 500 euro). Negli ultimi sette anni la FreeCar Media, equivalente americano della parigina Carlogo, ha arruolato 7mila automobilisti, tenuti però a rispettare molte più regole dei loro omologhi francesi: devono parcheggiare sempre all'esterno, non possono fumare in macchina né gettare rifiuti dal finestrino. E se pubblicizzano la Coca-Cola, viene loro vietata la sosta di fronte a ristoranti di catene come Pizza Hut o Kentucky Fried Chicken, dove si serve solo Pepsi.
Tornando all'Italia, che è anche il Paese degli Azzeccagarbugli, c'è chi ha trovato il modo di aggirare il divieto imposto dal Codice della strada, come la Digimatica, che dal 2000 "decora" le Smart con pubblicità di ogni genere e garantisce agli automobilisti guadagni mensili tra i 120 e i 130 euro. Ma non è illegale? «In effetti l'ostacolo alla nostra attività è stato proprio quell'articolo del Codice della strada – spiega Giovanni Tarantelli di Digimania – ma noi abbiamo trovato un artificio per superarlo e operiamo in assoluta legalità». E quale sarebbe questo artificio? «Non posso dirlo, perché favorirei la concorrenza, mentre oggi siamo di fatto gli unici in Italia a brandizzare le Smart».