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Berlusconi: sul clima l'Italia non è isolata

di Gianni Trovati

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19 ottobre 2008
Clima: l'Italia proporrà al Consiglio Ue una moratoria di un anno

Il ministro delle Infrastrutture Matteoli annuncia che domani l'Italia chiederà anche un rinvio degli obiettivi di Kyoto

«Non c'è nessun isolamento dell'Italia sulla questione clima. Ci sono altri nove Paesi che sostengono la nostra posizione». Il premier Silvio Berlusconi interviene direttamente nelle polemiche suscitate dalla posizione critica italiana al programma europeo di riduzione delle emissioni inquinanti. «Abbiamo chiesto – spiega il premier in una nota – che i costi vengano sostenuti da ciascun cittadino in modo uguale, altrimenti sarebbero penalizzati i Paesi manifatturieri come il nostro».

Il vertice

Al vertice dei ministri dell'Ambiente europei in programma domani in Lussemburgo, inoltre, il Governo italiano chiederà anche di «rinviare e rinegoziare il protocollo di Kyoto». A mettere anche questo tema nella già ricca agenda ambientale è stato il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, secondo cui le attuali posizioni europee sul protocollo peccano di isolazionismo. «Nella legislatura 2001-2006 - spiega infatti il ministro - abbiamo sempre sostenuto con forza che i Paesi europei, da soli, non sarebbero mai riusciti a raggiungere gli obiettivi di Kyoto». Nella ricostruzione di Matteoli, però, a prevalere fu la linea tedesca, secondo cui «l'Europa deve fare da sola. Questo - conclude il ministro - non ci ha consentito di lavorare con gli Stati Uniti e gli altri Paesi, e ha danneggiato le imprese italiane».
Il nodo dei costi
Tornando al programma europeo, non è ancora chiaro se il «No» italiano si tradurrà in un veto, oppure alla fine si troverà una soluzione di compromesso. Il dibattito si concentra sul cosiddetto «20-20-20», cioè la previsione, entro il 2020, di ridurre del 20% l'emissione di Co2, raggiungendo nel frattempo il 20% di risparmio energetico e fonti rinnovabili. Obiettivi troppo ambiziosi secondo l'Esecutivo italiano, che chiede un attenta verifica dei costi per cittadini e imprese da effettuare nei prossimi 12-15 mesi. E proprio sui tempi per la verifica dei costi, almeno nelle speranze del ministro delle politiche comunitarie Andrea Ronchi, si potrebbe affacciare il compromesso che eviti all'Italia di porre il veto in sede Ue.
La polemica con la Ue e con l'opposizione
In attesa della soluzione, proseguono comunque le polemiche sia in Italia sia in Europa. Il commissario europeo all'Ambiente Stavros Dimas si è detto «allibito per la posizione italiana», e anche dall'opposizione piovono critiche sul Governo. L'ex ministro della Salute Livia Turco chiede a Palazzo Chigi di «non guardare solo agli interessi delle imprese», e accuse arrivano anche dai Verdi. Polemiche respinte al mittente dal Governo che con il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola si dice «d'accordo con gli obiettivi "20 20 20". Chiediamo solo più flessibilità sugli obiettivi intermedi, che devono essere indicativi e non tassativi».

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