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Frena la crescita nell'area euro
In Italia è recessione tecnica

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03 novembre 2008

L'Italia e l'eurozona sono entrati in recessione tecnica con due trimestri consecutivi di crescita negativa del Pil. È la valutazione della Commissione Ue che ha presentato le sue «previsioni d'autunno». La recessione è un «rischio concreto» ha detto il commissario Ue per gli affari economici Joaquin Almunia.
Nel secondo trimestre la crescita era a quota -0,2% e ora, è scritto nel nuovo rapporto previsionale d'autunno, «il Pil è atteso calare nel terzo trimestre sia nella Ue che nell'eurozona e ciò implica per l'area euro e per alcuni stati trovarsi o stare sul punto di trovarsi in recessione tecnica». Quanto alle stime sull'anno in corso, si prevede una crescita dell'1,2% nell'eurozona, e un calo drammatico a quota 0,1% l'anno prossimo. Solo nel 2010 si prevede la risalita (+0,9%). Nella Ue i dati sono +1,4% (nel 2008), +0,2% (nel 2009) e +1,1% (nel 2010).

Nel 2009 otto paesi in stagnazione e cinque in recessione
Nel 2009 inoltre, secondo le previsioni della Commissione, in Europa ci saranno otto paesi in stagnazione ben cinque in recessione. I paesi in stagnazione sono Italia, Germania, Francia, Svezia e Lituania a quota zero più Belgio, Portogallo e Danimarca a 0,1%. I paesi in recessione sono Irlanda (-0,9% dopo -1,6% nel 2008), Spagna (-0,2%), Estonia (-1,2%), Lettonia (-2,7%), Regno Unito (-1%).

Italia in recessione tecnica
Per la Commissione europea, nella seconda metà del 2008, il nostro Paese «è entrato in una recessione tecnica» che le farà chiudere l'anno con una crescita zero. Le previsioni sono migliori di quelle del Fmi (-0,1% nel 2008 e -0,2% nel 2009) e peggiori di quelle governative (+0,1% e +0,5%). La stagnazione durerà anche nel 2009, mentre una leggera ripresa è prevista nel 2010 con un Pil allo 0,6%. Per il nostro Paese si prevede quindi «un'ulteriore perdita di competitività». Per quanto riguarda i conti pubblici, l'Italia dovrebbe mantenersi abbastanza stabile con il deficit/pil a quota 2,5% quest'anno e 2,6% nel 2009 (a fronte di 1,2% e +0,1% nell'eurozona). Il debito pubblico italiano invece si attesterà nel 2008 al 104,1% e nel 2009 salirà al 104,3%. Nell'Eurozona il debito si attesterà nel 2008 al 66,6% del Pil e nel 2009 al 67,2% e continuerà a crescere nel 2010 fino al 67,6%.

Inflazione in calo
Migliorano le prospettive di inflazione della zona euro. La Commissione europea punta infatti su un 3,5% per il 2008, seguito da un 2,2% per il 2009 e da un 2,1% nel 2010. «Le previsioni sono in leggero rialzo rispetto a quelle della primavera, a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime durante l'estate», si legge nel testo, che aggiunge: «Tuttavia, il recente forte calo dei prezzi delle materie prime, insieme ad un forte rallentamento delle prospettive di crescita e di un relativo allentamento della situazione del mercato del lavoro, riduce molto i rischi di una spirale tra prezzi e salari».

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