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Un anno di stime sulla crescita: è stata un'escalation al ribasso

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15 novembre 2008

Crescita tiepida. Paese fermo. Recessione. E' l'interminabile esclation, ovviamente al ribasso, dei più importanti rapporti sullo stato di salute del Paese nell'anno in corso. Oggi è arrivata l'ultima stima di Confindustria: Pil in calo dello 0,4% nel 2008; contrazione nel 2009 dell'1%. Risultato? Entriamo nella «recessione più lunga dal dopoguerra».

Il primo richiamo è di Bankitalia, a gennaio: il Prodotto interno lordo si fermerà all'1% nel 2008 e all'1,1% nel 2009. Insomma, per gli esperti di palazzo Koch l'economia, seppur tiepidamente, avrebbe continuato la sua marcia. Appena un mese dopo è la volta di Confindustria che, in qualche modo, già intravede un futuro più fosco: la crescita del Pil si attesterà allo 0,7% nel 2008 contro l'1,7% del 2007. Ad aprile è il turno dell'Fmi: l'Italia rischia la crescita zero, l'incremento del Pil non supererà quest'anno lo 0,3%. Un taglio drastico rispetto all'1,3% previsto a ottobre.

Ma è solo l'inizio. L'estate si avvia con una nuova fotografia di Confindustria: l'Italia è ferma. La crescita del Pil si fermerà allo 0,1% nel 2008 (non più dello 0,7% previsto pochi mesi prima). Il 2009 sarà un po' meglio, ma con una crescita di un misero 0,6%. Un mese dopo - siamo a luglio - è di nuovo Bankitalia: Pil +0,4% nel 2008 e nel 2009; allarme consumi. Il Paese è fermo, malato di scarsa produttività, alta inflazione e redditività delle imprese in flessione.

Quando ad Agosto l'Istat certifica la crescita zero nel secondo trimestre, Confindustria commenta: «Siamo sull'orlo di una recessione e solo nel 2009 ci saranno segni di ripresa». Gli analisti di Standard and Poor's confermano: l'Italia finirà in recessione. A settembre, mentre i dipendenti di Lehman Brothers, dopo aver intasato i server di posta della banca con i loro curricula, lasciano gli uffici con gli scatoloni in mano, l'Ocse abbassa le stime di crescita per l'Italia nel 2008 allo 0,1%, dallo 0,5% fissato a giugno. Il Pil registra un segno meno, e il -0,1% su base annua è il peggiore dal terzo trimestre del 2003. Il Governo, poi, taglia le stime di crescita per il 2008 dallo 0,5% allo 0,1%, e per il 2009 da 0,9% a 0,5%. Sono le ultime stime elaborate dal ministero delle Finanze, e, sebbene decisamente ridimensionate rispetto al Dpef 2009-2013, restano le più ottimistiche.

Anche perchè a ottobre l'Fmi torna sui suoi passi: altro che "crescita zero" - come detto a inizio primavera - l'Italia sta entrando in recessione, con una previsione di andamento del Pil a -0,1% nel 2008 e a -0,2% nel 2009. La Commissione europea, nelle sue previsioni di autunno, dice che nella seconda metà del 2008 il nostro Paese «è entrato in una recessione tecnica» che le farà chiudere l'anno con una crescita zero. La stagnazione durerà anche nel 2009, mentre una leggera ripresa è prevista nel 2010 con un Pil allo 0,6%. E' di pochi giorni fa la certificazione dell'Istat su un nuovo calo del Pil: -0,5% nel terzo trimestre rispetto al precedente, e -0,9% rispetto al terzo trimestre 2007. E di oggi, sabato 15 novembre, l'ultima previsione di Confindustria: siamo nella peggiore recessione dal dopoguerra. (L. Sal.)

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