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Lavoro, emergenza senza confini

di Monica D'Ascenzo

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5 Dicembre 2008

Negli Stati Uniti hanno già superato quota 1,2 milioni. In Europa solo il settore finanziario ha tagliato più di 150mila posti, a cui si aggiungono i 30mila dell'auto e le diverse migliaia di licenziamenti nell'industria siderurgica: e poi ci sono l'hi tech, le tlc e il settore manifatturiero... Insomma, a livello globale il 2008 rischia di passare alla storia per il record di licenziamenti, tanto che già si fa la cifra di 1,5 milioni di tagli. L'Ocse ha già stimato un incremento del numero dei disoccupati nell'ordine dei dieci milioni entro i prossimi due anni, a 42 milioni dai 32 milioni attuali, a seguito di una recessione che potrebbe protrarsi fino al 2010. Anche a venti giorni dalla chiusura dell'anno, la situazione è critica: basti pensare che nel solo mese di novembre la Corporate America ha annunciato 181.671 licenziamenti, il 148% in più di un anno fa e il massimo degli ultimi sette anni. Da gennaio, il conto è arrivato oltre quota 1,2 milioni negli Usa, in crescita del 50% su base annua. Senza contare che le richieste di sussidi di disoccupazione sono ai massimi degli ultimi 26 anni (509mila nell'ultima settimana).
In Europa monitorare il mercato del lavoro è più difficile a causa delle diversità da Paese a Paese e delle complessità dei meccanismi di uscita. I dati sulla disoccupazione sono però indicativi: a ottobre il tasso dei senza lavoro per i Paesi della zona euro è salito al 7,7% dal 7,6% di settembre. Di mercoledì l'allarme della Spagna: in novembre i disoccupati hanno raggiunto quota 3 milioni, livello massimo dal febbraio 1996. In Francia la disoccupazione nel terzo trimestre, secondo i dati diffusi ieri, è al 7,7 per cento.
Il settore finanziario è il maggiormente colpito: 91.350 licenziamenti soltanto il mese scorso. Un livello drammatico, che ha un solo precedente: nel settembre 2001, dopo gli attacchi di Bin Laden alle torri di New York, il comparto dei trasporti perse 96.330 addetti. Oggi l'emergenza è più diffusa, come dimostra il settore dell'auto: solo in ottobre Detroit ha eliminato 90mila occupati, un record dal 2003, mentre in Europa sono stati registrati circa 30mila tagli, senza contare il ricorso alla cassa integrazione annunciato da Fiat, Seat, Opel, Mercedes e Ford.
Visto che il conto sale ogni giorno, analisti ed esperti sono pessimisti: ieri, per esempio, AT&T ha annunciato 12mila licenziamenti, Jp Morgan 9.200, Dupont 2.500 tagli e 4mila contractor in meno e Viacom 850 per un totale di 24.550 unità. La situazione si replica in Europa, dove riduzioni al personale sono state annunciate da Credit Suisse (si veda altro articolo), da Nomura e dalla banca pubblica bavarese BayernLb.

AT&T, tagli da dicembre
La recessione colpisce i consumi e le società del settore telecom non fanno eccezione. Questa la motivazione addotta dal colosso statunitense AT&T che ieri ha annunciato 12mila tagli al personale già a partire da dicembre, che si vanno a sommare ai 4.600 licenziamenti già avvenuti nel corso del 2008. La riduzione della forza lavoro, pari a circa il 4% del totale, peserà sui conti del gruppo del quarto trimestre dell'anno per 600 milioni di dollari circa, ma sarà comunque accompagnata da una riduzione delle spese in conto capitale del 2009 rispetto ai livelli dell'anno in corso.
Nel settore telecomunicazioni l'annuncio di AT&T segue quello di altri gruppi internazionali, non ultima Telecom Italia che martedì scorso ha parlato di 4mila tagli. Lo scorso mese era stata la volta di Nortel Network, con 1.300 licenziamenti, e Nokia Siemens Network, che ha tagliato tra il 10% e il 15% del totale.
Di entità notevolmente minore rispetto a AT&T, la riduzione annunciata dalla conglomerata dei media Viacom, che oltre a 850 licenziamenti, pari al 7% della forza lavoro, ha comunicato la sospensione della paga dei dirigenti. Non taglia, invece, ma congela gli stipendi il gruppo tecnologico Hewlett Packard.
Il settore maggiormente sotto pressione a seguito della crisi finanziaria è indubbiamente quello delle banche. In ordine di tempo, l'ultimo annuncio è stato quello di ieri da parte di Jp Morgan: 9.200 posti di lavoro in meno in Washington Mutual. Un'altra ondata di uscite è attesa da Bank of America, che a seguito dell'acquisizione di Merrill Lynch potrebbe vedersi costretta a 30mila licenziamenti di cui 10mila solo nell'investment banking.
Sull'altro fronte dell'Atlantico, i risvolti delle ultime operazioni di M&A iniziano a venire a galla anche per Nomura: mille posti di lavoro in meno nella sede di Londra, pari a un quinto dell'organico, a seguito dell'acquisizione delle attività europee di Lehman Brothers. Dalla Germania, ormai tecnicamente in recessione, è arrivata la notizia dei tagli di BayernLb, la banca pubblica che serve come snodo di regolamento per le Casse di Risparmio del Land della Baviera.

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