Resta aperto il cantiere delle misure anti-recessione. E troverà attuazione nei correttivi al testo del decreto anti-crisi ora affidato all'esame della Camera. Dice il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola: «Ci sono alcuni emendamenti per il settore elettrico, per lo sgravio del 55% per chi investe in tecnologie che fanno risparmiare energia, per la messa a punto della fase attuativa dell'accordo Ue sul clima, per la revisione di alcuni incentivi ai settori industriali».
E per l'auto? Aiuti diretti o sgravi su tutti i comparti che riducono le emissioni di CO2?
Ci sono incentivi già funzionanti e che dureranno anche nel 2009 e nel 2010 e riguardano gli elettrodomestici. Ora scadono le cosiddette rottamazioni per auto e motocicli. Su questo vogliamo muoverci in sintonia con l'Europa: finora solo la Francia ha annunciato un piano che prevede mille euro di aiuti per ogni sostituzione. Naturalmente dobbiamo tutti aspettare quale sarà la vera mossa degli americani. Io non parlo di aiuti diretti, preferisco parlare di incentivi che si colleghino a tutto il pacchetto sul clima e sulla riduzione di consumo energetico. Dunque penso a un generale ammodernamento anche del settore auto e motociclo.
Gli americani però hanno già annunciato l'imminente svolta verso la «green economy». Come farà l'Italia a non perdere questo treno?
Intendiamo promuovere una decisa crescita dell'apporto delle fonti rinnovabili, idroelettrico compreso: si dovrà passare dall'attuale 15 al 25 per cento. La nostra azione si basa su stabilità nel sistema di incentivi, semplificazione amministrativa e innovazione tecnologica. Il sistema di incentivi è stato negli ultimi anni modificato in continuazione, magari anche in meglio per gli investitori, ma creando una tensione continua e una situazione di incertezza che, a lungo andare, deprimono gli investimenti. Abbiamo appena reso operativi gli incentivi introdotti dalla Finanziaria 2008, su cui crediamo di possa dare una prospettiva di lungo respiro all'intero settore. Occorre poi semplificare, d'intesa con le Regioni, le procedure autorizzative e, a questo scopo, presenterò quanto prima le linee guida per il procedimento di autorizzazione degli impianti, previste dal decreto legislativo n. 387 del 2003 ma ancora da emanare. Per rafforzare l'innovazione nell'industria delle rinnovabili, per le quali dipendiamo molto dall'estero, distribuiremo nelle prossime settimane i 200 milioni di incentivi del Programma «Industria 2015» per l'Efficienza energetica, tesa alla definizione di una piattaforma tecnologica industriale.
A proposito di «Industria 2015», cosa si aspetta dai nuovi bandi sulla Mobilità sostenibile?
Stiamo distribuendo 180 milioni di euro a 22 progetti. Abbiamo concluso l'esame dei progetti in soli 90 giorni, un record per la pubblica amministrazione, proprio per rendere immediatamente disponibili le risorse alle 250 imprese e cento università che hanno presentato i progetti. Ci attendiamo forti ricadute produttive su nuovi prodotti, come nuovi veicoli, nuovi motori, persino il vaporetto ecologico a celle di idrogeno e pannelli fotovoltaici, e nuovi sistemi per l'intermodalità e l'infomobilità. Seguiremo i progetti con un costante monitoraggio.
Fin qui la produzione. Ma i consumatori?
La stessa logica di sostegno bisogna utilizzare sul versante della domanda, promuovendo l'efficienza e il risparmio energetico. A fine maggio il Governo ha approvato un decreto legislativo che ha l'obiettivo di ridurre i consumi dell'1% l'anno fino al 2016. Daremo piena attuazione a questo provvedimento, potenziando il meccanismo dei certificati bianchi, che avevamo fatto partire nel 2005, e introducendo ulteriori incentivi per interventi che necessitano di supporto aggiuntivo. Quanto alle agevolazioni fiscali del 55% per interventi di efficienza energetica in edilizia, garantiremo le agevolazioni a tutti coloro che hanno già fatto l'investimento. Per il futuro dobbiamo conciliare queste agevolazioni, che debbono restare semplici, con l'esigenza di avere una copertura certa per il bilancio dello Stato.
È vero che il prezzo di equilibrio del petrolio è a 63 dollari?
Credo che la parabola dei prezzi del petrolio 2008 dia l'idea della straordinarietà della crisi e delle sue principali componenti. A gennaio il petrolio era a 80 dollari. A luglio è arrivato a 147, spinto dalla domanda delle economie emergenti e dalla speculazione. Oggi è intorno a 40 dollari per la recessione che attanaglia le economie di tutto il mondo. In luglio al vertice dei maggiori Paesi produttori e consumatori a Gedda il problema era quello di convincere l'Opec ad aumentare la produzione per ridurre i prezzi. Venerdì scorso abbiamo tenuto un analogo vertice a Londra e il problema era l'opposto: ridurre le quote per stabilizzare i prezzi anche per sostenere i redditi dei Paesi produttori e gli investimenti energetici mondiali. I Paesi produttori hanno parlato di un prezzo di equilibrio a 80 dollari (70 per l'ala più moderata), io e altri con me in Europa dico che il prezzo equo è intorno a 60 dollari. Solo così si mantiene la convenienza a fare ricerca e nuove esplorazioni, solo così ci sono anche i margini per investire nelle energie alternative (che diventano anti-economiche con il barile troppo basso pur lasciando i Paesi molto esposti alla volatilità dei corsi del greggio).
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