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«E' la Cina la nuova frontiera dell'energia pulita»

di Alfredo Sessa

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16 Dicembre 2008

La crisi finanziaria mondiale e la discesa dei prezzi del petrolio non fermeranno la nuova rivoluzione industriale, basata sul settore delle energie rinnovabili. Il mercato ripartirà, e la Cina, inoltre, sarà la prossima frontiera per sviluppare il business del solare fotovoltaico.

Parola di Shi Zhengrong, 45 anni, fondatore e presidente di Suntech Power Holdings, il più grande produttore mondiale di pannelli e moduli fotovoltaici. Scienziato dell'ambiente che veste con disinvoltura i panni dell'uomo d'affari, Shi è un esponente di razza della squadra cinese di nuovi industriali di successo, con radici, studi e fabbrica in madrepatria, ma con ambizioni e mercato mondiali. Ambizioni che in Europa coinvolgono in prima linea l'Italia. A Milano, Shi ha tenuto a battesimo nei giorni scorsi la filiale commerciale di Suntech.
Quali saranno le conseguenze della crisi economica sull'industria delle energie rinnovabili?
Uno dei modi in cui si descrive questa crisi finanziaria è quello di una sorta di disastro naturale, dal quale nessuno può salvarsi. In effetti, tutte le industrie saranno colpite, compresa l'industria dell'energia solare. Ma io credo che l'impatto sarà temporaneo. La crisi finanziaria potrà finire in tempi relativamente brevi, le vere crisi resteranno invece quelle dell'energia e dei cambiamenti climatici, che richiederanno sforzi molto più importanti per essere risolte. Il mercato ripartirà e sul lungo termine crescerà, soprattutto quando il prezzo sarà a livello di grid parity (il punto al quale il costo dell'energia fotovoltaica è pari o inferiore a quello dell'energia di rete, ndr).
La caduta del prezzo del petrolio frenerà gli investimenti nelle energie rinnovabili?
Ritengo che non ci sia correlazione tra i prezzi del petrolio e le energie rinnovabili. Come sappiamo, il fatto che il prezzo del petrolio cali non significa che le riserve petrolifere siano in aumento. Anche il calo del prezzo del petrolio è quindi un fenomeno temporaneo, indotto dalla crisi mondiale. Se guardiamo al mercato fotovoltaico, vediamo che in questo momento è un mercato sussidiato dai Governi, in alcuni casi in maniera crescente. Come mai lo sussidiano, se il prezzo del petrolio è in calo? Perché sempre più nazioni sono consapevoli di dovere diventare indipendenti dal petrolio, al di là della temporanea percezione del calo dei prezzi.
Nel settore delle energie alternative si assiste a una crescente concorrenza tra Paesi emergenti, soprattutto Cina, ed Europa e Stati Uniti. Chi vincerà?
Nelle rinnovabili, soprattutto nel solare, negli ultimi anni molta gente ha ottenuto buoni profitti, e quindi non è sorprendente che sempre più investitori siano attirati da questa industria. Ma i protagonisti di questo settore non sono tutti uguali. Un primo tipo di player, tra i quali ci siamo noi di Suntech, ha una vera e propria "vision" e crede che l'energia solare potrà fornire una soluzione radicale per il pianeta e per i nostri figli. Ma c'è un secondo tipo di player, per i quali questo settore è una specie di corsa all'oro. Che entrano sul mercato, fanno qualche profitto e poi, quando pensano che sia il momento opportuno, ne escono. Noi crediamo che siano i player dotati di "vision" quelli che possono realmente offrire prodotti di qualità a costi competitivi.
Cosa si aspetta dal mercato italiano?
Prima di tutto constatiamo un atteggiamento favorevole nella promozione dell'energia solare, e questo ovviamente ci fa piacere. All'inizio vogliamo seminare sul mercato italiano principalmente attraverso la vendita dei prodotti, aiutando i clienti a conoscere l'energia solare e fornendo assistenza tecnica. Quando il mercato italiano diventerà più stabile, allora considereremo l'opportunità di iniziare la produzione sul posto. E per mercato stabile intendo un mercato completamente libero, indipendente da sussidi.
Qual è la percentuale delle vostre vendite in Cina? E in Europa e Usa?
La maggior parte delle nostre vendite è ancora in Europa, circa il 70% della nostra produzione. Le vendite in Cina rappresentano meno del 5% e negli Stati Uniti siamo intorno al 10. Ma detto questo, ritengo che in questo momento sia strategico promuovere le vendite in Cina, è il momento opportuno per convincere il Governo cinese a dare il via alle feed-in tariff (il prezzo al quale i privati cedono alla rete l'energia prodotta con fonti rinnovabili, ndr). Il Governo cinese è molto impegnato nelle energie rinnovabili, ma lo è soprattutto nell'eolico e nelle biomasse. Perché non nel solare? Perché il solare è ancora costoso, e il Governo trova poco pratico sussidiarlo. Ma, in seguito alla crisi finanziaria, i costi sono destinati a calare, e allora è venuto realisticamete il momento di convincere il Governo cinese a dare il via a qualche forma di feed-in tariff nel solare.
Il neopresidente americano Obama punta sui crediti di imposta per finanziare l'energia verde. È una soluzione preferibile alle feed-in tariff?
  CONTINUA ...»

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