Standard & Poor's ha confermato il rating sovrano a lungo termine «A+» e quello a breve termine «A-1+» dell'Italia. L'agenzia conferma inoltre il rating AAA, il massimo previsto, per il rischio di convertibilità e trasferimento fondi.
«Le prospettive stabili sull'Italia - si legge nella nota - riflettono la percezione di S&P di un bilanciamento tra i limiti imposti dall'elevato livello di debito pubblico e il moderato deficit estero, unitamente alle risorse derivanti da un'economia diversificata». Secondo gli analisti di S&P, «un consolidamento finanziario superiore alle previsioni, così come un maggiore impegno nel perseguimento di riforme volte a rafforzare la competitività, avviando una sostenibile tendenza a ribasso del livello di debito pubblico, potrebbe generare in futuro pressioni verso l'alto sul rating a lungo termine». Come dire, sono scarsi gli spazi di manovra per le misure anticrisi.
Inoltre, se «il debito pubblico dovesse aumentare significativamente rispetto agli attuali livelli, a causa di un indebolimento della crescita economica o di un peggioramento dei risultati di bilancio rispetto alle nostre attese, i rating a lungo e a breve termine potrebbero essere sottoposti a pressioni verso il basso».
L'agenzia di rating si attende nel 2009 che il debito pubblico raggiunga il 109% del prodotto interno lordo. «Secondo S&P questo consistente livello del debito frena la possibilità per il Governo di fornire supporto all'economia italiana nell'attuale periodo di recessione - spiega il comunicato -. La limitata flessibilità fiscale del Governo è dimostrata dalla crescente spesa per interessi, che S&P si attende possa raggiungere nel 2009 circa il 12% delle entrate dello Stato».
A dispetto degli obiettivi fissati dal Governo, conclude S&P, l'Italia non raggiungerà la parità di bilancio entro il 2012 e il deficit, a causa delle difficoltà dell'economia, si collocherà intorno al 4% del Pil sino al 2011.