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Pil italiano ancora in forte calo:
-2,6% nel quarto trimestre

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13 febbraio 2009

Pil italiano ancora in calo nel quarto trimestre 2008. Negli ultimi tre mesi dello scorso anno il calo è stato del 2,6% rispetto al 2007 e dell'1,8% rispetto al trimestre precedente. Si tratta delle riduzioni maggiori dal 1980, cioè dall'inizio delle serie storiche dell'Istat comparabili.

Su base annuale il Pil corretto per i giorni lavorativi è diminuito nel 2008 dello 0,9% (rispetto al +1,5% nel 2007). È il peggior calo dal 1993, quando si era registrato un analogo -0,9%. L'aggiornamento del Tesoro, contenuto nel Patto di stabilità e crescita stimava per il 2008 un Pil al -0,6%. Con il terzo trimestre consecutivo di crescita negativa si conferma la recessione per l'Italia. La crescita acquisita per il 2009 è pari a -1,8%.

Il dato italiano è tra i peggiori registrati nell'Unione europea e nell'area euro. Anche se è molto meno drammatico se confrontato con quello della locomotiva tedesca che, secondo i dati diffusi dalla Destatis, ha visto la sua crescita arretrare nel quarto trimestre del 2,1% rispetto al precedente, vale a dire il calo più forte dal 1987. È andata male anche in Francia, che ha visto il Pil arretrare dell'1,2% nel quarto trimestre, la cui economia però si mantiene positiva (+0,7%) su tutto l'anno. Per il Regno Unito la flessione é stata invece dell'1,5% in termini congiunturali e dell'1,8% a dodici mesi prima.

Per l'Istituto nazionale di statistica l'effetto di trascinamento nel 2009, vale a dire il risultato che si registrerebbe se non ci fosse alcuna variazione della crescita per tutto l'anno, dovrebbe essere pari a -1,8%. La previsione dell'Istat é meno fosca rispetto a quella elaborata da Confindustria e migliore anche di quella stimata dalla Commissione europea, recepita dal governo nell'aggiornamento al programma di stabilità. Secondo Viale dell'Astronomia, a causa del calo della produzione industriale, l'anno in corso potrebbe chiudersi con una flessione del prodotto interno lordo vicina al 2,5 per cento. Mentre per la Ue, e via XX settembre, nell'anno in corso «il Pil potrebbe mostrare un'ulteriore riduzione pari al 2 per cento».

Le stime aumentano le preoccupazioni degli economisti che ora stimano per il 2009 un calo nell'ordine del 3 per cento. Peserà, dicono gli esperti interpellati da Radiocor, l'effetto trascinamento indotto dal brusco calo del quarto trimestre del 2008 mentre bisognerà aspettare fino alla seconda metà del 2009 per ritornare su livelli, seppur modesti, di crescita.

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