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Marcegaglia: è vera emergenza
Vertice con Berlusconi martedì

di Valeria Russo

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14 marzo 2009

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e la numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia, «si sono sentiti pochi minuti fa al telefono, dandosi appuntamento martedì pomeriggio per un confronto sulla grave crisi economica e sui provvedimenti urgenti da prendere». Lo ha reso noto nel pomeriggio di sabato un comunicato di Confindustria. La «presidente di Confindustria - ha precisato la nota - ringrazia il presidente del Consiglio per l'immediata disponibilità ad accogliere la richiesta di un incontro che la stessa Marcegaglia aveva rivolto da Palermo al premier».

Questa mattina la numero uno di Viale dell'Astronomia aveva dichiarato: «Non vogliamo vedere i conflitti istituzionali a cui assistiamo oggi, ma una grande collaborazione tra Bankitalia e governo, tra banche e imprese». Una collaborazione ancora più essenziale perché «la crisi si sta aggravando». Marcegaglia, intervenuta al convegno biennale della Piccola Industria a Palermo, è intervenuta sulle divergenze di questi giorni tra Bankitalia e Tesoro, a proposito dell'uso dei prefetti per monitorare l'erogazione del credito da banche a imprese.

La crisi «è un'emergenza vera, non una boutade mediatica» ha detto Marcegaglia, sottolineando che «è il momento di usare il linguaggio della verità: rischiamo di perdere i veri campioni del made in Italy». La situazione è grave, secondo la numero uno degli industriali italiani, che ha ricordato che, senza azioni concrete che assicurino alle imprese i finanziamenti di cui hanno bisogno, molte di loro rischiano di chiudere. «Tacere - ha aggiunto - significherebbe tradire il Paese».

Alle imprese «servono soldi veri»
«Servono soldi veri», ha poi affermato Emma Marcegaglia. Gli industriali chiedono un fondo di garanzia per le Pmi, l'avvio dei cantieri anche più piccoli e uno sgravio fiscale per «le imprese che fanno uno sforzo importante nel capitalizzare». «Non c'è dubbio - ha aggiunto la presidente - che le aziende con poco capitale non riusciranno a sopravvivere. Il credito è essenziale per la sopravvivenza delle imprese» e per questo è per Confindustria una priorità assoluta.

La politica si prenda le sue responsabilità
Marcegaglia ha sollecitato la classe politica a prendersi le proprie responsabilità: «A chi pensa che tutti i guai siano figli dell'eccesso di mercato – afferma la presidente di Confidustria – rispondiamo che essi si devono invece a politici e regolatori che hanno sbagliato. Paghiamo il duro prezzo di regole sbagliate che hanno portato agli eccessi nella finanza». Questo però, secondo Emma Marcegaglia, non significa cedere a un «neostatalismo disordinato e invadente» che non può riportare l'economia italiana «sul sentiero di una crescita sana e duratura». A creare benessere e occupazione, afferma la presidente degli industriali può essere «solo l'impresa privata che sa stare sui mercati internazionali».

Commercio globale: no al protezionismo
Dal palco del teatro Politeama, Emma Marcegaglia ha lanciato anche un invito al coordinamento tra nazioni e grandi aree geografiche «per governare la globalizzazione meglio di quanto fatto finora», in vista del prossimo G-20 delle Confindustrie, che si terrà mercoledì prossimo a Londra e soprattutto in previsione del G-8 di fine aprile che si terrà in Italia. Fermo il no della Marcegaglia a ogni forma di protezionismo «che impoverisce tutti e soprattutto un Paese come il nostro che ha una vocazione alle esportazioni e alle apertura agli scambi». Serve quindi non abbandonare la strada dei mercati esteri e del commercio internazionale, che oggi si trova in caduta dopo 25 anni di crescita ininterrotta: «Non c'è ripresa senza un nuovo e vigoroso impulso al commercio globale».

La parola giusta è emergenza
«Bisogna usare la parola giusta: emergenza – ha proseguito Emma Marcegaglia - non è una boutade mediatica». Una risposta questa a quanto detto da più parti nei giorni scorsi a proposito di una crisi "gonfiata" dai media. «Sono concretamente a rischio migliaia di piccole aziende italiane, soprattutto quelle che in questi anni hanno investito con coraggio, che hanno esportato e sono cresciute». A rischio quindi ci sono le imprese più internazionalizzate, i «campioni del made in Italy e della speranza italiana», come li definisce la presidente degli industriali.

Credito e Pubblica amministrazione
Ciò che emerge da questa due giorni palermitana è una profonda richiesta da parte degli imprenditori per azioni e interventi immediati, ma soprattutto per un «confronto costruttivo» che consenta di arrivare a «una grande collaborazione tra Bankitalia, governo, imprese e banche».
  CONTINUA ...»

14 marzo 2009
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