Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt il Lingotto con l'operazione «Fenice» che mira all'ingresso in Opel è intenzionato a effettuare drastici tagli anche nel nostro Paese
La centralità delle fabbriche italiane, nell'ambito dell'accordo tra Fiat e Chrysler e delle trattative per la Opel, «è fondamentale». Lo ha scritto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola in una lettera al presidente della Fiat Luca di Montezemolo e all'amministratore delegato Sergio Marchionne.
Il Governo, tra l'altro, convocherà presto un incontro con i vertici del Lingotto e i sindacati per «discutere le prospettive dell'azienda in Italia. Nella certezza - sostiene Scajola - che l'eccellenza degli stabilimenti italiani continui a essere assicurata, anche in un contesto di globalizzazione della produzione, mi attiverò per programmare un incontro a breve termine, anche alla presenza delle organizzazioni sindacali, al fine di condividere il contributo che il governo potrà continuare a offrire».
La lettera nasce dalle indiscrezioni riportate dal quotidiano Handelsblatt , secondo il quale dopo l'ingresso nel capitale di Opel, Fiat chiuderà alcuni stabilimenti in Europa, tra cui uno in Italia settentrionale e uno nell'Italia del Sud. La previsione è contenuta nel "progetto Fenice" presentato dall'amministratore delegato Sergio Marchionne al governo tedesco, ha scritto Handelsblatt.
Il piano, datato maggio 2009 e illustrato lunedì al ministro dell'Economia Karl Theodor zu Guttenberg, confermerebbe inoltre la volontà della Fiat di entrare anche in Gm Sud America e Gm Sud Africa. Secondo quanto dichiarato dal consulente (e consigliere di amministrazione Fiat) Roland Berger al Financial Times Deutschland, intanto, il piano del Lingotto per rilevare la Opel prevede anche la chiusura di un impianto nel Regno Unito e di un altro in Polonia (secondo indiscrezioni si tratterebbe di quelli di Luton e Tychy). Berger ha anche confermato che Fiat entro tre anni vuole quotare in Borsa il nuovo gruppo automobilistico che nascerebbe dall'unione degli asset di Fiat Auto, Gm Europa e Chrysler. Secondo il Ftd, infine, per l'intera operazione il Lingotto avrebbe bisogno di nuovi crediti per circa 6,4 miliardi.
Una consistente quota in Fiat Auto in cambio delle attività sudamericane ed europee (in particolare la tedesca Opel). È questa, invece, secondo quanto riportato dal quotidiano americano New York Times, la richiesta avanzata da vertici di General Motors al numero uno del Lingotto, Sergio Marchionne, durante le negoziazioni riservate in corso da giorni. Le parti, tuttavia, non hanno ancora raggiunto un accordo: General Motors vorrebbe una quota di almeno il 30% di Fiat Auto, mentre Marchionne sarebbe disposto a cedere al massimo il 10 per cento.