Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, vede rosa sull'economia nostrana il prossimo anno: «Può essere -e speriamo, lo abbiamo scritto anche nei documenti ufficiali che l'Europa chiede- che nel 2010 il pil chiuda con un segno positivo, +1% o più dell'1%». Tremonti precisa che nel 2009 il Pil si ridurrà di circa il 5%. «E' un dato che parte dal basso -ha spiegato- si risale dopo aver perso il 6% in due anni».
Il ministro inoltre lancia una battuta sulla gestione dei crediti d'imposta: «Gestiteli voi, noi ve li diamo e ve li gestite voi». «Dobbiamo lavorare ad una forma meno arbitraria di prima», ha detto Tremonti, riferendosi poi in maniera più seria alle problematiche del click-day.
Riforma del fisco tenendo conto dei vincoli di bilancio
Per quanto riguarda la riforma del fisco, la risporta di Tremonti è che si farà, ma non a brevissimo termine. «La faremo entro la legislatura», ha affermato. «Possiamo iniziare a parlare di riforma fiscale, io - ha riferito il ministro - ho iniziato a parlarne con il presidente del Consiglio, ma in una prospettiva lunga e tenendo conto dei vincoli di bilancio».
Nessun accenno, quindi, ad un avvio di intervento sull'Irap in finanziaria, o al quoziente familiare, che pure sono misure richieste a gran voce dalla maggioranza.
Costi della politica: 200-300 milioni dalla riduzione del numero di assessori e consiglieri
Nel corso del suo intervento all'assemblea degli industriali rimani, Tremonti ha anche accennato a una norma che, nella prossima Finanziaria, porterà a ridurre il numero assessori e consiglieri provinciali: «In Finanziaria stiamo studiando una norma molto forte e malthusiana», che secondo Tremonti può portare a un risparmio sui costi politici che ammonta a «200-300 milioni, e non andiamo in giro a dire che sono 8 miliardi», chiarisce il ministro. Tremonti ha anche sottolineato che ottolineando che «sulle province bisogna fare un discorso serio: se volete andare in televisione o in osteria, che a volte è la stessa cosa - ha detto - basta dire che si devono eliminare le province. Ma le province sono previste dalla Costituzione, allora eliminiamo la Costituzione? Si può fare il discorso dell'accorpamento: a Roma, per esempio, la provincia cos'è? O a Milano? Dicono che si possono risparmiare 8 miliardi. Forse avete fatto l'esperienza empirica di viaggiare su una strada provinciale, allora come si fa? ci sono le strade, le scuole... Allora si deve fare un discorso serio, non uno show».
Con Confindustria un lavoro «nell'insieme positivo»
Il ministro dell'Economia ha anche accennato al suo rapporto con Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, un rapporto ritmato da domande e risposte: «Sentire Emma e leggere le agenzie mi ricorda la dialettica tesi-antitesi-sintesi. Spesso la dialettica è stata sviluppata nel ritmo della domanda e poi della risposta comune. Qualche volta la seconda domanda è venuta un po' troppo dopo la prima risposta. Ma insomma è anche un modo, se fosse meno ritmato sarebbe meglio, per gestire il rapporto comune con una forza economica importante come Confindustria e con le altre forze economiche e sindacali disponibili ad un patto comune». «Non è detto che tutte le domande abbiano una risposta -continua- qualche volta la risposta supera la domanda, come nel caso degli ammortizzatori sociali. Ma nell'insieme abbiamo fatto e continueremo a fare un lavoro positivo nell'interesse del paese».
