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Marcegaglia chiede riforme dopo il voto. Ecco la nuova squadra di Confindustria

di Nicoletta Picchio

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26 marzo 2010
Emma Marcegaglia critica la campagna elettorale: violenta e priva di interesse per il paese

Riforme dopo il voto. Dopo questa campagna elettorale «violenta e su temi di nessun interesse per il Paese reale». Il fisco, innanzitutto, con un taglio al'Irap. E poi una «drastica semplificazione burocratica», perché l'inefficienza dello stato resta «il problema più grave».

Al giro di boa dei primi due anni da presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ieri ha presentato alla giunta il programma del prossimo biennio, con la volontà di essere una «voce sempre più forte» per cambiare il paese, anche perché «le imprese in questi mesi di crisi sono state responsabili, la politica no». La «caduta libera dell'economia» è alle spalle, ma la prospettiva è una crescita bassa «se non ci saranno cambiamenti». Mentre le imprese italiane devono conquistare nuovi mercati, Cina, India, Brasile, le aree che stanno spingendo la domanda mondiale.

È per affrontare queste sfide che la Marcegaglia ha messo a punto la squadra, con nuovi ingressi e nuove deleghe. Programma e squadra per il biennio 2010-2012 sono stati approvati con consenso unanime: su 112 presenti aventi diritto al voto, ci sono stati 111 sì e una scheda bianca, a riprova della forte compattezza della confederazione (ratificherà il voto l'assemblea privata del 26 maggio).

Entra a far parte del comitato di presidenza John Elkann, presidente di Exor e vice presidente Fiat, primo esponente della famiglia, dopo il nonno Gianni Agnelli, ad avere incarichi di vertice. Avrà la responsabilità del progetto speciale "Analisi e opportunità di sviluppo nei grandi Paesi emergenti". «Sono felice. Da queste aree possono nascere nuove possibilità per le imprese italiane. Collaborerò con tutta la squadra, in particolare con il vice presidente per l'internazionalizzazione, Paolo Zegna», ha commentato Elkann, ringraziando la Marcegaglia e sottolineando che «tra l'Associazione e la Fiat c'è da sempre una grande tradizione fatta di impegno e di collaborazione concreta». Una storia, ricorda Elkann, nata prima con il trisnonno, che è stato uno dei fondatori, un secolo fa, poi con il nonno, «e che continua tuttora, con gli incarichi ricoperti da Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne». Altra new entry nella presidenza, Giorgio Squinzi, che subentrerà ad Andrea Moltrasio, vice per l'Europa, che lascia per dedicarsi all'azienda. Squinzi, che è anche presidente di Federchimica, per incompatibilità non può assumere il ruolo formale di vicepresidente e avrà una delega. Entra nel vertice Giuseppe Recchi, presidente di General electric per Italia e Sud-Est Europa, come presidente del Comitato tecnico investitori esteri in Italia, al posto di Angelos Papadimitriou, Glaxo SmithKline. Secondo indiscrezioni, a breve nei comitati potrebbero entrare Pierfrancesco Guarguaglini, numero uno di Finmeccanica, ed Aldo Fumagalli, oggi presidente Commissione sviluppo sostenibile di Confindustria.

Tre le novità, cambio di delega per Antonio Costato, finora vice presidente per l'energia e che avrà una nuova importante delega: federalismo, autonomia e semplificazione. Argomento centrale per i prossimi anni, quando il governo dovrà attuare la riforma. Di energia si occuperà, con un interim, la Marcegaglia, proprio per sottolineare l'importanza della green economy come driver per la crescita (mantiene anche l'interim per il Centro studi). Si arricchiscono le deleghe per Vincenzo Boccia, presidente della Piccola industria, che si occuperà anche di credito e finanza per le pmi, mentre Luca Garavoglia, presidente Comitato tecnico per il fisco, avrà anche competenza sulla corporate governance.

Presentando il programma 2010-2012, la Marcegaglia ha tratteggiato anche i risultati del primo biennio: dalla riforma della contrattazione, «unica riforma strutturale del paese», agli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali, per far fronte alla crisi, sempre indicati come «una priorità». Il credito è stato da subito una battaglia, e lo è tuttora: è stato aumentato il fondo di garanzia per le pmi, è stata firmata la moratoria con Governo e Abi, è stato avviato il fondo per la patrimonializzazione, chiesto proprio da Confindustria.

Poi c'è il pacchetto degli aiuti, «anche se limitato», i bonus su aggregazioni e patrimonializzazione. Con le imprese che hanno fatto la propria parte, garantendo la coesione sociale e spingendo sui mercati esteri. «L'enorme debito non ha permesso di fare di più. Ma è mancata l'azione riformatrice dello stato per ridurre la spesa pubblica e trovare risorse», ha detto la Marcegaglia. Che oggi quarda con preoccupazione «all'aria di divisione e di ritorno ai modelli nazionali che non ci piace». E lancia l'allarme: «Bisogna contrastare il sentimento di lontananza o ostilità verso l'Europa che porta a soluzioni protezionistiche da respingere. Il rischio di distruggere ciò che abbiamo costruito, l'unione monetaria, è reale, come dimostrano le dichiarazioni della cancelliera Merkel su come affrontare il caso della Grecia».

Elkann e Squinzi nella squadra di Marcegaglia
Il vertice di Confindustria

26 marzo 2010
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