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Governo battuto sull'arbitrato

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Giovedí 29 Aprile 2010

Davide Colombo
ROMA
Il passo falso è arrivato sul voto all'articolo 31, emendato dalla maggioranza per rispondere ai rilievi sollevati a fine marzo dal Colle. L'arbitrato corretto esclude i licenziamenti, garantisce che le clausole compromissorie potranno essere firmate volontariamente dai lavoratori dopo il periodo di prova e tempera i poteri regolazione del ministro del Lavoro in caso di mancato accordo tra le parti sociali. Di più. Nel nuovo testo approvato in commissione si delimita ancor di più l'arbitrato per equità, per il quale si dovrà tener conto, oltre che dei principi generali dell'ordinamento, anche dei principi regolatori della materia derivanti anche da obblighi comunitari. Ma al Pd non basta e un emendamento firmato, tra gli altri, da Cesare Damiano, introduce la possibilità che il lavoratore decida liberamente se ricorrere all'arbitro o al giudice solo dopo che s'è verificato il contenzioso, vale a dire caso per caso. Si vota e la maggioranza va sotto di uno: 225 i sì, 224 i no.
La tensione sale alle stelle soprattutto tra i parlamentari del Pdl, visto che da quelle fila risultano assenti 95 deputati, con tanto di accuse e aggressioni verbali nei confronti dei «finiani», complici secondo alcuni d'aver teso la classica imboscata, mentre il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, esulta: «È un omaggio alle osservazioni fatte al ddl lavoro dal presidente Napolitano». E il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, aggiunge: «Quasi cento deputati di maggioranza assenti su una norma così importante non sono mai un caso».
Fuori da Montecitorio a festeggiare è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che in mattinata aveva organizzato un presidio sindacale: «È un primo risultato importante, frutto anche della nostra mobilitazione contro una legge sbagliata».
La situazione torna sotto controllo dopo la sospensione chiesta dal relatore Giuliano Cazzola, con il voto di un ordine del giorno della maggioranza che chiarisce: l'emendamento è ininfluente perché non modifica la normativa attuativa dell'articolo 808 del Codice di procedura civile in cui si parla di "controversie nascenti", come definita dallo stesso "collegato", in materia di clausole compromissorie. È anche la posizione del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che in una nota parla però di «colpevole assenza di moltissimi parlamentari della maggioranza». A gettare acqua sul fuoco, dopo il voto che per la maggioranza chiarisce tutto, sarà lo stesso Cazzola, secondo il quale dietro l'incidente non si celano problemi interni al Pdl: «Purtroppo si è trattato dell'ennesimo caso di scarsa responsabilità di troppi colleghi».
Prima dell'incidente sull'articolo 31 le votazione erano proseguite abbastanza spedite su tutti i punti modificati del ddl, a partire dall'articolo 20, riproposto dalla maggioranza dopo che il testo proposto in commissione dal governo era stato respinto: si esplicita che i lavoratori impiegati sui navigli di stato, in caso di danni da esposizione da amianto, hanno diritto al risarcimento del danno e le eventuali responsabilità sono limitate solo ai profili civili e non anche a quelli penali. E il disco verde si accende anche su tutti gli altri articoli: il 30, dal quale è stato escluso l'inciso che affidava al giudice il compito di decidere sulla base delle regole del vivere civile e dell'interesse oggettivo dell'organizzazione aziendale; il 32, sui termini di impugnazione dei licenziamenti; il 50, sulle assunzioni definitive dei lavoratori con contratti a termine dopo l'entrata in vigore della legge. C'è pure spazio anche per una piccola modifica tecnica a un articolo, il 17, non citato dal Quirinale, per spostare i termini di applicazione dei contratti al personale trasferito alla presidenza del consiglio. Oggi si riparte con le dichiarazioni di voto per arrivare in mattinata alla votazione finale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I cinque articoli modificati
Messaggio motivato
Il 31 marzo il capo dello stato ha rinviato alle Camere con messaggio motivato il Ddl lavoro. Il presidente ha segnalato rilievi sugli articoli articoli 20, 30, 31, 32 e 50, dei quali, tuttavia, solo gli articoli 20 e 31 sono oggetto di una specifica e compiuta disamina da parte del Quirinale
1
Lavoratori sui navigli esposti all'amianto
Articolo 20
Con una norma di interpretazione autentica, emendata dal governo e fatta propria dalla maggioranza, si esplicita che i lavoratori impiegati sui navigli di stato, in caso di danni da esposizione da amianto, hanno diritto al risarcimento del danno e le eventuali responsabilità sono limitate solo ai profili civili e non anche a quelli penali
  CONTINUA ...»

Giovedí 29 Aprile 2010
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